Capitolo tredici

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Qualche giorno dopo... (11 Febbraio 2017)

MARTINA

«Ciao ancora ragazzi!»

Spengnamo il computer sorridendo. Il cugino di Gianluca, Nicolò lo ha appena chiamato per fargli gli auguri, e nel mentre gli abbiamo fatto vedere il piccolo Nicolò. Lui è rimasto molto contento ed ha promesso di venire presto a trovarci.

Tengo in braccio Nicolò quando mi arriva un messaggio.

Piero: Marty, noi siamo pronti, manda Gianluca fuori di casa.
Io: Va bene.

«Chi è?» chiede curioso Gianluca.

«Ehm... Nessuno. Senti... Non è che potresti andare un attimo a comprare del latte?» gli chiedo velocemente.

«Del latte? Ma ne ho comprato anche ieri! Non ce n'è già più?» chiede sbuffando.

«No, e lo sai che mi piace molto. Mi dispiace. Puoi andare?»

«E va bene» sospira.

«Okay, grazie.»

Prende il cappotto ed esce.

Mi assicuro che Gianluca sia lontano da casa e mando un messaggio ai ragazzi.

«Pronto per fare una sorpresa a papà?» chiedo sorridendo a Nicolò.

Mezz'ora dopo...

GIANLUCA

Rientro a casa con una busta contenente del latte. Appena entro noto la culla di Nicolò davanti alla porta. Mi levo il cappotto e raggiungo mio figlio.

«Ciao amore del papà» mormoro prendendolo in braccio. «Cos'hai tra le manine?» chiedo sorridendo.

Prendo la scatola tra le sue manine e dentro ci trovo un bigliettino con scritto: ‘Irugua.’

«Irugua?» ripeto confuso.

«Auguri!»

Sobbalzo dallo spavento appena tutti escono dai loro nascondigli. Una festa a sorpresa? Per me? Davvero?
Ci sono tutti, e dico tutti. Sorrido guardando tutti quanti venire verso di me.

«Cosa ci fate voi qui? Perché non mi avete avvertito?» chiedo confuso.

«Avrebbe tolto l'effetto sorpresa!» ride Ernesto.

Mi giro verso Martina. «Tu lo sapevi vero?» chiedo.

«Sí, lo sapevo» risponde.

«È stata una sua idea» continua Piero sorridendo.

«Grazie.» Sorrido a Martina. «Ma che cosa significa esattamente Irugua?» chiedo confuso riguardando il bigliettino.

«Significa Auguri al contrario» chiarisce Ignazio. «Ci serviva come parola per uscire fuori per la sorpresa!» spiega poi.

«Oh... Geniale! Perciò non può essere una tua idea» dico sorridendo.

«Difatti è stata una mia idea» ride Alessandra.

«Bè... Grazie ragazzi» li ringrazio sorridendo, dando il via alle feste.

Martina sorride prendendo Nicolò in braccio ed io vado ad abbracciare tutti quanti. La festa dura qualche oretta. È davvero magnifica. Tra cibo, balli strani, e karaoke stonato, mi sto divertendo molto.

«Ti piace la festa?» mi chiede mio nonno.

«Sí nonno. È stata una bella idea» rispondo guardando Martina, che sta ballando insieme a Mattia.

«Anche questa festa, del tutto inaspettata, è la prova che nel suo cuore ci sei ancora tu, Gianluca. E non quel Simone.»

«Lo so nonno. Ma so anche che quel cuore non è del tutto sano.»

«Nessun cuore innamorato è sano.»

«Non lo so... Io...»

«Tu stai parlando con la persona sbagliata ora. Vai da lei, e chiedigli di ballare.»

Annuisco e mi alzo dal divano per andare verso di lei. «Ciao.»

«Ciao Gianlù» dice Mattia.

«Ti dispiace se ti rubo un attimo Martina?» gli chiedo osservando quest'ultima, che mi sorride.

«Assolutamente no!»

Prendo la mano di Martina e mi allontano da Mattia. Appoggio le mani sui suoi fianchi e lei mette le braccia attorno il mio collo.

«Grazie per questa festa. È meravigliosa» le dico sorridendo.

«Figurati. Volevo ringraziarti.»

«Ringraziarmi per cosa?»

«Per tutto. Per la casa, per Nicolò, e per come ti stai comportando.»

«Perché?» La faccio girare e poi la riporto da me. «Come mi sto comportando?»

«Come il ragazzo di cui mi sono innamorata» mi risponde lei accennando un sorriso. «Dolce. Buono. Protettivo» spiega poi. «Tutte cose che pensavo avessi perso in questi mesi, ma che in realtà sono più forti che mai.»

«Mi dispiace per essermi comportato così.»

«Non parliamone ora.»

«Va bene.»

Continuiamo a ballare per un po' fino a quando non arriva mia madre.

«Scusate il disturbo, ma Nicolò sta piangendo e non riusciamo a farlo smettere» si giustifica.

«Andiamo noi adesso» dico io.

Io e Martina ci avviamo in camera di Nicolò dove lui piange tra le braccia della madre di Martina. Martina prende in braccio Nicolò.

«Shh amore. Shh» gli sussurra cullandolo.

«Cosa c'è amore del papà?» gli chiedo io accarezzandogli la testolina.

Nicolò piange ancora per poco, fino a quando non riusciamo a calmarlo e a farlo addormentare.

La notte...

La festa è finita da un po'. Io e Martina abbiamo appena riordinato tutto, ed ora ci stiamo recando a letto.

«Grazie ancora per la festa. È stata bellissima» dico ancora e le sorrido.

«Figurati.»

«Allora buonanotte.»

«Buonanotte» sussurra lei fissandomi.

Entra in camera ed io sto per entrare nella mia stanza, quando osservo la porta della sua camera ormai chiusa. Mi metto davanti ad essa e faccio avanti e indietro pensando a quello che devo fare. Non so se entrare dentro questa stanza e baciarla fino a consumarmi le labbra oppure se stare dentro la mia stanza senza fare niente. Non nego che la prima opzione sia la mia preferita, ma la seconda sembra quella più intelligente...

Ci ripenso ancora e ancora, quando ad un tratto la porta si apre.

«Gianluca...» mormora.

«Non sapevo se entrare oppure no, ma non importa. Ora torno in camera» dico veloce.

«Gianluca» mi richiama.

Mi giro verso di lei e Martina si avvicina a me tirandomi per la maglietta e lascia appoggiare le mie labbra sulle sue.

«Scegli la prima opzione e baciami, idiota» ride, baciandomi ancora.

Eseguo i suoi ordini senza farmelo ripetere ed entro in camera sua.

Che ne pensante?
Cosa succederà ora?
Come continuerà la storia?
Fatemi sapere che ne pensate con un commento ed una stellina.
Un bacio.
~Martina.
P.s: Mie care giovinotte, sto scrivendo una storia su un altro profilo (namelessmarteena) che si chiama Sotto lo stesso cielo. Siccome amate quando vi metto ansia, spero che andiate a leggere anche questa storia.
P.p.s: Qualcuno bravo con le copertine?

Fidati ancora di me {Gianluca Ginoble}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora