è passata qualche settimana da quando lo conosco,e ogni sera lo vedo lì...per parlare,o semplicemente stare in silenzio l'uno a fianco all'altra.
riesce a capirmi.
non so perchè. ma mi sento strana,come se fossi felice e spensierata dopo tanto tempo. mi vesto e cammino verso scuola.***
è ora di pranzo. mi dirigo da sola verso il mio solito tavolo con il vassoio in mano. forse oggi sarà una giornata migliore mi chiedo,per poi ritrovarmi a terra con la faccia sul vassoio e il mento che sanguina.
ecco appunto,che illusa. che stupida. è stato il solito di turno a farmi lo sgambetto. e cosa mancava se non tutta la scuola che ride davanti a me?
eh no,la vita non ti sorride neanche oggi soph.corro velocemente verso il bagno. mi rinchiudo dentro e cado a terra piangendo. ripenso alle parole di tutti mentre mi sfottono e mi complimento con me stessa per aver fatto la figura della fragile per l'ennesima volta.
in fondo io sono questo però. io sono fragile. e non posso farci niente. ho cominciato ad esserlo all'età di cinque anni,quando papà ha iniziò a bere e a usarmi. a farmi male. sfogava il suo odio per se stesso su di me. e io pian piano mi sono rotta,spezzata. ma non lo capivo ancora,ero troppo piccola. ora lo so però. e non voglio fare la vittima,la solita ragazza al centro dell'attenzione. solo,non posso negare che abbia avuto un influenza sulla me di adesso.
resto seduta lì per un'oretta.e nessuno si accorge della mia assenza. decido di saltare le ultime ore e di uscire prima.
cammimo cammino cammino. si fa buio. arrivo in posti mai visti prima. e mi accorgo di quanto io ancora non avessi visto. restando chiusa in quella stanza,davanti a un libro o con la musica nelle orecchie.è tardi...e decido di non mangiare. non ho fame. mi accorgo dell'ora. mezzanotte. mi siedo sotto il mio albero e rifletto,stavolta senza libri,senza niente. solo io,la notte.
«oggi niente libri?»sento la sua voce.
«nah.» rispondo guardandolo fisso negli occhi.
«bene,perchè voglio portarti in un posto.»
non faccio in tempo a pensare a una risposta,che mi afferra il braccio con delicatezza e mi trascina correndo.dopo circa dieci minuti ci ritroviamo in un enorme prato in mezzo al nulla. continuiamo a correre come degli idioti,ridendo. non so perchè rido,ma i problemi stanno lentamente scivolando via dalle mie spalle,come gocce di pioggia giù dal finestrino di un'auto.
cadiamo a terra sfiniti col fiatone. sono sdraiata sull'erba umida. chiudo gli occhi e li riapro. davanti a me vedo le stelle,di fianco a me c'è lui. mi sta guardando.
«amo quando ridi,sai?» le parole gli escono dalla bocca come se fosse la cosa più naturale e pura che potesse dire.
«amo ridere con te,poeta». ridacchio.
e nella mia testa scoppia un'esplosione di emozioni.passiamo almeno un'altra oretta a parlare di tutto e di niente,banalità.
e poi per mano,torniamo nel mio posto,che credo sia diventato nostro.
«a domani sconosciuta».fa un cenno.
«a domani sconosciuto».varco la porta di casa e vedo l'ora. 3:00. cerco di non far rumore ma fallisco.
«dove sei stata?». mi afferra violentemente il braccio.
«da nessuna parte.» rispondo scontrosa.
tira il braccio verso di lui e mi ritrovo faccia a faccia.
«ho detto,dove sei stata?» ringhia.
non rispondo,anche se so a cosa vado in contro. finisco con una manata in faccia e un occhio gonfio.
«vai a letto adesso.»mi dirigo verso la mia camera. cerco di distrarmi pensando alla giornata e a quanto abbia scoperto oggi.
per una volta ho trasgredito le regole;e dio,se mi sento viva.
continua;
buon natale a tutti!
spero passiate una bella giornata,love youuu.

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midnight//noah schnapp;
Fanfice ti prometto che ogni notte, a mezzanotte, penseró a te.