La Sera Delle Sere

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L'anca non mi faceva poi molto male, era più che sopportabile, mi stavo finendo di applicare il mascara sulle mie lunghe ciglia e di disegnare il contorno delle mie labbra carnose con la matita bordeaux scuro per rendermi ancora più bella agli occhi del mio ragazzo, agli occhi degli altri, ma soprattutto ai miei occhi.
Finito di rifinire il trucco mi sistemo i ricci capelli in uno chignon sbarazzino con due o tre ciuffi che mi cadevano sul viso, infilo un paio di stivali alti neri con un bel tacco, che si abbinano benissimo ai miei jeans a vita alta bordeaux strappati sulle cosce e alla mia camicetta attillata nera con sopra una pelliccia dello stesso colore dei jeans.
Ho sempre adorato gli stivali con il tacco, ma essendo già alta 1.73 di mio molti mi consigliavano di non metterli, ma degli altri non mi è mai importato molto.

Io ed Enrico scendiamo giù in garage, lui tenta di baciarmi ma lo respingo per paura che mi rovinasse il trucco, mi apre lo sportello e aspetta che mi sia seduta per chiuderlo e dirigersi al volante.
Arriviamo al locale, beccando un po di traffico e ascoltandoci Chosen, il cd dei Måneskin un bel po di volte, mostriamo i biglietti al buttafuori e una cameriera dagli occhi smeraldo e i capelli rossi fuoco ci accompagna al nostro divanetto.
Tra una chiacchiera e l'altra si sente una voce che annuncia:
"Hi everybody, this is Måneskin and you're listening to Chosen..."
Capisco che sta per iniziare il mini concerto e mi alzo in piedi per vedere meglio i volti dei ragazzi:
i musicisti, Victoria Thomas ed Ethan erano esattamente come li aveva descritti lo speaker della radio ieri mattina, ma il famoso frontman non era ancora uscito da dietro il palco.
Aspettavo con ansia di vedere il suo viso, di capire se le voci che girano su di lui sono vere, se è così bello come scrivono e dicono.
Eccolo.
Sento un tonfo e lui salta al bordo del palco per arrivare a vedere da vicino tutti i fan.
Era lui.
Le mie supposizioni, per quanto potessero sembrare stupide e infantili, erano giuste.
Era Damiano, il ragazzo che mi aveva colpita, sia con la macchina sia con lo sguardo, quel ragazzo che mi era venuto a trovare in ospedale dopo avermi investita.
Quasi non ci potevo credere.
Appena realizzai che era veramente lui fui percorsa da una scossa dalla testa ai piedi per poi farla sfociare in un luminoso sorriso verso di lui.
"Amore ma, quello non è il deficiente che ti ha investita?"
Oh oh
"Sì amore credo di sì, mi devo sentire onorata sono stata investita dal frontman dei Måneskin ahahah"
Cercai di buttarla sul ridere per godermi lo spettacolo senza il broncio di Enrico
"Aha certo"
Non era di certo divertito dalla mia esclamazione, ma mi bastava non averlo sulla coscienza

Mentre cantava Chosen, nella parte del ritornello, costeggió tutto il palco  e partì dalla nostra parte.
Mi notó, penso che mi riconobbe.
Mi prese la mano e simuló un baciamano cantando "Hey hey yhea, follow me follow me now" e facendomi segno col dito di seguirlo.
Non l'aveva fatto a nessun'altra nel resto della canzone.
Ero euforica, come una ragazzina di 13 davanti a Justin Bieber, ho cominciato a farmi film mentali che non mi facevo da quando avevo 15 anni.
Ero attratta da lui, follemente attratta, così attratta che anche se non lo conoscevo ci sarei andata a letto anche ora, a differenza purtroppo del ragazzo con cui stavo da ormai un anno, con cui non avrei voluto fare sesso nemmeno dopo un anello.
Sapevo che era un errore fare pensieri simili, ma quel ragazzo aveva quel non so cosa da bello e dannato che mi attraeva, a tal punto che non so se sarei riuscita a resistere dal trascinarlo via dal palco e portarlo in camerino.

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