Belli E Dannati

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Arrivó la metro, entrai prima io, poi Damiano, appena entró lui vidi 1 gruppo e una coppia di ragazzine parlarsi all'orecchio e fissarlo, Ero gelosa, volevo andare lì e staccargli gli occhi dalla testa e infilarglieli dove non batte il sole, ma non avevo motivo di esserlo, lui per me non era nulla.
Ci sedemmo vicini appena si liberarono i posti, tirai fuori dalla mia borsa uno specchietto con in rilievo una corona  per sistemarmi il trucco colato dalle lacrime. Intenta a levarmi la matita sbafata con il dito, lo specchio riflesse l'anello, mi fermai di scatto a pensare, ad autocommiserarmi, e a sentirmi una stronza assurda, ma Damiano se ne uscì
"Comunque n'è vero che so fidanzato"
Mi sorse involontariamente sul viso un sorriso a 32 denti che penso di non aver mai fatto in 18 anni di vita. Lo feci sparire subito per non creare imbarazzo nella situazione, e chiesi
"E perchè agli altri hai detto che lo eri?"
"In realtà non so spiegartelo, era una sorta di questione di orgoglio. Vic si sta sentendo con il tecnico audio del locale dove suoniamo, Thomas è interessato ad una certa Anna anche se si vergogna ad ammetterlo, ed Ethan è felicemente fidanzato da quando aveva 13 anni...io ero l'unico che continuava a scopare a destra e a manca senza uno scopo preciso, senza amore. Ero stanco di questo. E allora mi sono inventato che mi ero rimesso con la mia ex"
Wow, aveva parlato italiano senza cadenza romana per tutto il discorso, doveva considerarla veramente una cosa importante.
"Ti capisco...io nella mia vita sono stata veramente solo con 2 ragazzi, gli altri erano scopate, ma non credo di essere in grado di portare avanti un relazione, forse il vero problema sono io e non quelli con cui mi metto"
"No, il problema non sei te, e che devi trova la persona con cui stai veramente bene, solo lì sarai in grado di portare avanti una relazione"
Dopo quella frase ci guardammo intensamente, come se avessimo capito che le persone giuste per noi, eravamo noi. Io per lui. Lui per me.
Le nostre labbra si stavano avvicinando, sentivo il suo fiato fare un giro nella mia bocca, e il calore delle sue labbra unirsi al calore delle mie, ma proprio mentre stavamo per baciarci, la metro fece un'orribile frenata, allontanandoci bruscamente l'uno dall'altra. Stavo per bestemmiare.
Era la nostra fermata, abitavamo abbastanza vicini, mi accompagnó davanti casa, ma sinceramente non mi andava di lasciare lui per salire su da un Enrico fuori di sè che mi avrebbe fatto una ramanzina lunga tutta la notte, allora dissi
"Allora quella sigaretta?"
Lui sorrise, il suo sorriso illuminato dal chiarore della luna era ancora più bello e dolce, ma allo stesso tempo malizioso e deciso.
Ero contro il fumo, ma ero anche contro a lasciare Damiano per andare a casa.
Iniziammo a fumare tranquillamente, come se nella metro non stesse per succedere niente.
Ma questo lo pensai solo io, visto che lui con la mano opposta a quella con cui teneva la sigaretta strinse la mia e disse
"Sai, è la prima volta che passo una serata con una bellissima ragazza senza portarmela a letto, devi essere davvero speciale, almeno per me."
Dopo questa frase non ce la feci più, lasciai cadere la sigaretta, gli infilai le mani nei suoi bellissimi capelli lunghi e mossi, strinsi leggermente la sua testa e portai di forza le sue labbra sulle mie. Lui fece cadere la sua sigaretta e strinse  i miei fianchi sui suoi facendo toccare leggermente i nostri sessi, entrambi in visibilio.
Le nostre lingue si stavano intrecciando, come in un passionale abbraccio, avvolte dalla puzza di fumo delle nostre bocche, che peró puzza ormai non era, serviva solo a inebriare ancora di più l'aura di passione che ormai si era creata con noi.
Mi staccai, avevo finito il fiato.
Non dimmo una parola, ci scambiammo un sorriso a vicenda che per noi ha significato tutto, e io mi allontanai per entrare in casa.
Salita a casa, a differenza di quanto avessi immaginato, la ramanzina, le urla, le lacrime, Enrico dormiva nervosamente sul divano.
Non lo vorrei dire, ma ero contenta che dormisse, almeno potevo andare a sognare Damiano senza litigate nell'intermezzo.
Forse non avrei dovuto farlo, avrei dovuto svegliare Enrico e parlare dell'accaduto, ma ero così inebriata dal bacio con Damiano che non mi andava di pensare ad altro. Mi addormentai dolcemente cullata dal retrogusto delle sue labbra e del fumo.

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