Le braccia stringono forte le mie gambe avvicinandole ulteriormente al petto, la fronte utilizza le ginocchia come fossero un morbido cuscino cui affondare il viso, e i miei occhi sono chiusi, troppo stanchi e gonfi, a causa dello sfogo di poco prima.
Ho ancora in dosso i pantaloni della tuta da ginnastica e una maglietta di cotone a maniche lunghe, i miei capelli ora sono racconti il una crocchia disordinata, dalla quale fuoriescono alcune ciocche ribelli, troppo corte per essere tenute dall'elastico.
Nonostante sia ben coperta, ogni tanto sento il mio corpo rabbrividire, ma non credo sia il freddo ad esserne la causa.Perché ho detto una cosa del genere?
Che diavolo mi è saltato in mente?
Come ho potuto essere così incosciente?
Io ho- ho detto di provare qualcosa per lui...
Non può essere, non posso averlo fatto davvero, soprattutto se trenta minuti prima ho ascoltato la conversazione nella quale lui ha confermato di essersi preso gioco di me fino ad ora. Sono una stupida.
Ma non riesco a capire, perché mi ha seguita fino a casa? Cosa voleva sentirsi dire?
Ha veramente avuto il coraggio di chiedere perchè piangessi!? Allora, forse non è poi tanto intelligente come credevo.È da oltre due ore che sono chiusa nella mia stanza, Zac ha continuato a bussare alla mia porta per circa una ventina di minuti, pregandomi più volte di uscire.
Non sono arrabbiata con lui, forse dovrei, ma non lo sono.
Non ha nessuna colpa per ciò che è successo, ha capito la situazione e voleva solo proteggermi.
Sono felice che, nonostante mi avesse avvertita più volte, si sia preoccupato per me, ma almeno per il momento non ho intenzione di vedere nessuno.Qualcuno bussa improvvisamente sulla porta della mia stanza con forza, facendomi tornare alla realtà.
Da parte mia non vi è alcun cenno.
Fino ad ora non ho risposto nemmeno una volta, a nessuno, non mi importa chi sia o cosa voglia, voglio restare sola.
Probabilmente arrivati a questo punto inizieranno a domandarsi se sia ancora viva. Alzo gli occhi cielo piuttosto infastidita, quando sento bussare per la seconda volta nel giro di pochi secondi."Zac, per favore ti-"
"Sono io..." Alzo di poco la testa, non appena riconosco il proprietario di questa voce. Liam...
"Mi apri?" Aggiunge, mantenendo un tono di voce calmo.
So che se tra poco non mi deciderò ad aprire questa porta, sarebbe capace di buttarla giù senza troppi sforzi, lui è fatto così.
Sollevo lentamente il mio corpo dal letto e asciugo il volto strofindolo con la manica della maglietta che in questo momento sto indossando.
Prendo un fazzoletto dal cassetto del mio comodino e dopo essermi soffiata il naso, mi avvicino titubante alla porta, che solo dopo alcuni secondi decido di aprire.
Guardo in alto, verso il volto di Liam. Ha i capelli più scompigliati del solito e un'espressione che fino ad ora, poche volte ho avuto occasione di vedere."Hey, piccola peste" Forza un sorriso, per poi stringermi in un forte abbraccio.
È preoccupato. Sa che ho pianto, mi chiama così solo quando sono triste.
Da piccoli, se mi succedeva qualcosa di brutto mi chiamava in questo modo perché io inziavo subito a lamentarmi, elecando tutti i pasticci nei quali si andava a cacciare lui. Era un modo per farmi distrarre...Appoggio la fronte sul suo petto, mentre lui accrezza delicatamente i miei capelli.
"Ho lasciato la tua borsa in salotto, ci sono dentro sia il cambio che il telefono" Dice dopo un po', io annuisco distrattamente, prima di chiudere gli occhi e ispirare a fondo il profumo di Liam nel tentativo di calmarmi, senza esiti positivi.
"Ti va di raccontarmi quello che è successo?" Sussurra tra i miei capelli, continuando ad accarezzarmi la schiena.
Scuoto lentamente la testa e mi stringo maggiormente a lui, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo.
"Ho capito" Bisbiglia, trattenendo un sospiro quasi insofferente.
"Allora vorrà dire che resterò qui con te fino a quando non ti deciderai a parlare" Ad un tratto i miei piedi cessano di toccare il pavimento, un braccio di Liam è posizionato sotto le mie ginocchia, mentre l'altro sostiene senza fatica il peso della mia schiena.
Con me tra le braccia, percorre la distanza tra la porta della stanza, che chiude dandole un piccolo calcetto con il piede e il mio letto.
Mi adagia sulle coperte ed un attimo dopo si posiziono accanto a me.
Aspetto che incroci entrambe le braccia dietro alla testa e mi rannicchio goffamente accanto a lui.A volte lo do per scontato, ma non dovrei. Sono fortunata ad aver trovato un amico come Liam
So che spesso mi lamento, di tutte le volte che si è addormentato a scuola piuttosto che seguire le lezioni, sul mio divano e una volta persino nel bar di un centro commerciale, di certi commenti privi di senso che spesso dice...
Però non importa, sa che gli voglio bene e so che lui ne vuole a me.
Forse dovrei raccontargli quello che è successo, se mai qualcosa dovesse renderlo triste, io molto probabilmente vorrei sapere il motivo ed aiutarlo a tutti i costi."Sai quando sono uscita dalla palestra perchè la professoressa mi aveva chiesto di prenderle il registro?" Inizio a parlare, tirando su con il naso. Sento che annuisce quando il suo mento sfiora la mia testa.
"Mentre camminavo, ho sentito delle voci provenire dal vostro spogliatoio e mi sono fermata per ascoltare la conversazione"
Bisbiglio, prendendo un respiro profondo.
"Per farla breve, quando katia ha detto che con me fino ad ora si fosse solo divertito, Harry non l'ha contraddetta".
Mentre parlo, ricordi di ciò che è successo attraversano come se fossero pioggia la mia mente. Il suo sguardo intenso, che non appena sono entrata nella stanza, ha incontrato il mio, offuscato dalle lacrime.
"Sono corsa via e si è presentato sotto casa, mi ha chiesto perchè stessi piangendo, poi lui e mio fratello hanno iniziato a litigare. Zac stava per tirargli un pungno e io... Ho detto di provare qualcosa per lui, solo che, poi se ne andato" Racconto tutto d'un fiato, stringendo in un piccolo pungo la manglia del mio migliore amico."Quella testa di cazzo..." Borbotta tra sé e sé Liam, strofinandosi il volto con una mano.
"Perdonami Eli, avevo capito che fosse coglione, ma non immaginavo fino a questo punto" Dice ad un tratto.
"Non scusarti, non hai fatto niente."
Lui non c'entra, non capisco perché si stia dando la colpa.
"No, non avrei dovuto lasciare che ti avvicinassi tanto a Harry, non so cosa mi sia passato per la testa" Scherza, tentando di trattenere una risata, ma sento ugualmente il suo petto vibrare. Il suo tono di voce, è strano. No... Forse è stata solo una mia impressione.
"Non fa niente, va tutto bene" Cerco di rassicurarlo, accarezzandogli delicatamente l'accenno di barba con una mano.
"Non va tutto bene, stavi piangendo Eli, avrei voglia di andare in quella sua stramaledettissima casa e ammazzarlo di botte" Alza la voce di botto, spaventandomi.
Rabbrividisco al solo pensiero, ho appena assistito ad una lite tra Harry e mio fratello, non ho nessunissima intenzione di permettere che una cosa del genere accada anche con Liam.Sollevo la testa dal suo petto e lo osservo, mentre è impegnato a fissare il soffito sopra di noi.
Dopo alcuni secondi, lentamente abbassa lo sguardo su di me e un sospiro abbandona le sue labbra nel momento in cui i suoi occhi color nocciola, incontrano i miei.
"Tranquilla, non lo farò. Te lo prometto" Mormora, passandosi rapidamente le dita tra i capelli, dopodiché appoggia una mano sulla mia testa, riportandola sul suo petto.Sono felice che Liam abbia deciso di non commentare ciò che è successo.
Non so perché ho detto quello che ho detto. Vorrei tanto poter tornare in dietro nel tempo e questa volta, terrei la bocca chiusa."Ora cerca di riposare un po', altrimenti lo farò io al tuo posto" Dice Liam, sbadigliando subito dopo.
Scuoto la testa, ma ascolto le sue parole e chiudo gli occhi, sperando con tutto il cuore che al mio risveglio, tutto questo sia solo il ricordo di un brutto sogno.
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My only reason 2
FanfictionLei : Elizabeth Horan Lui : Harry Styles "Ho commesso l'errore di non essermi allontanata subito da te ma adesso che sono qui, penso che non avrei potuto fare cosa più giusta". Questo è il seguito di My only reaso...