Inutile dire quanto mi sia pentita di non aver tenuto la bocca chiusa.
A quest'ora sarei potuta essere accovacciata sul divano rivestito in pelle, nuovo di zecca, con una bella copertina sulle gambe e una tazza di cioccolata calda tra le mani.
Però no, a quanto pare ho altre preferenze.
Si, trovo molto più allettante trascorrere del tempo con il ragazzo che ha creato tanta confusione nella mia testa e che fino ad ora aveva solo finto di essere mio amico.
Perché non provo rabbia? Insomma, circa una settimana fa ho scoperto che in realtà di me gli importa meno di zero, o meglio, non mi sembra che abbia smentito la persona che l'ha affermato, scommetto che chiunque fosse stato al mio posto, sarebbe come minimo abbastanza irritato.
Oltre alla delusione avvertita in un primo momento, l'unica emozione provata fino ad ora, è un'inspiegabile senso di vuoto.
È questo che sento quando non sono con Harry, il vuoto più totale.
Ovviamente, la consapevolezza di ciò non fa altro che aumentare la profonda confusione che ho nella testa.Arriviamo in un ristorante italiano che si trova a pochi metri dal centro di Londra.
Non ricordo di esserci mai stata, ma il profumino provienente dall'ingresso è veramente molto invitante.
A giudicare da come un uomo sulla sessantina ci accoglie non appena entriamo, Harry deve aver mangiato in questo posto già parecchie volte."Signorino Styles!" Esclama a gran voce l'uomo, suppongo sia il proprietario vista la divisa differente dal resto del personale.
Le sue parole generano la curiosità della maggior parte dei clienti seduti ai tavoli.
Noto molti brusii e mormorii da parte di individui che lanciano svariate occhiate nella nostra direzione, cessano solo nell'istante in cui le persone incontrano lo sguardo freddo e distaccato di Harry.
Si sono voltati praticamente tutti i presenti.
In altre occasioni sarei sicuramente diventata rossa per la vergogna, tutti questi occhi puntati addosso non avrebbero fatto altro che mettermi a disagio, invece ora è diverso, per qualche ragione sento di non avere nulla di cui preoccuparmi, mi sento protetta.
Il che è del tutto illogico.
Sono in compagnia del diavolo sceso in terra, dovrei tremare come una foglia.
Però si, penso sia merito suo il fatto di non sentirmi in imbarazzo quanto al solito."Ti ho già chiesto di smetterla di chiamarmi così" Si lamenta lui che, solo dopo aver scrutato con attenzione ogni singolo essere vivente presente all'interno del ristorante, infila entrambe le mani nelle tasche, voltandosi nuovamente verso il proprietario.
"Perdonami" Dice l'uomo dando una pacca sulla spalla al ragazzo davanti a sé.
Si, direi che hanno molta confidenza.
"Questione di abitudine" Continua lui, scrollando le spalle alle intimidatorie lamentele di Harry.
"Ti faccio preparare qualcosa da portar via o mangi qui?" Chiede tirando fuori un piccolo taccuino e una penna nera dal taschino della giacca. Riesco a leggere di sfuggita la targhetta con su scritto nome e cognome: 'Gio. Rossi'.
Ripeto più volte il suo nome nella mia testa per riuscire a memorizzarlo.
Gio, dev'essere l'abbreviazione del suo vero nome, credo.
Per essere straniero parla un inglese quasi perfetto, forse è qui a Londra da molto tempo.Osservo più attentamente l'ambiente che mi circonda. Siamo sicuri di potermi permettere di cenare in questo posto?
È un ristorante veramente bello, e le persone sedute ai tavoli sembrano tutte molto raffinate e strapiene di soldi.
"Cosa preferisci?"
Sbatto rapidamente le ciglia quando mi accorgo che la domanda che Harry ha appena fatto, era rivolta proprio a me.
"È- è uguale. Cioè anche qui va bene" Balbetto, presa alla sprovvista, rispondendo al ragazzo davanti a me, che in questo momento mi sta fissando con la cosa dell'occhio, in attesa di una risposta.
Abbasso lo sguardo imbarazzata, non appena mi accorgo che anche l'attenzione dell'anziano signore si sposta per un attimo su di me.
E se stesse pensando che io sia una delle ragazze con le quali Harry esce di solito?
Di sicuro non sono neanche lontanamente simili a me.
O forse è per il mio abbigliamento, qui tutti indossano vestiti di una certa eleganza. Io invece sto sfoggiando scarpe da ginnastica trasandate, dei semplici legghins neri e una felpa di due o tre taglie più grande.
"Vienite dai, vi accompagno al solito tavolo" Dice Gio, facendo un cenno con la testa verso la sala piena di persone.
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My only reason 2
FanfictionLei : Elizabeth Horan Lui : Harry Styles "Ho commesso l'errore di non essermi allontanata subito da te ma adesso che sono qui, penso che non avrei potuto fare cosa più giusta". Questo è il seguito di My only reaso...