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A L Y S S A

Immediatamente uscì dall'aula, liberando tutto il peso che incombeva su di me.
Era veramente un uomo strano, non riuscivo a capire cosa stesse accadendo e temevo di esser la sua nuova attenzione negativa, il che poteva solo irritarmi.
Seppur insospettita, cercai di calmarmi facendo scivolare i miei dubbi.

Ma allo stesso tempo ero abbastanza sicura che non fosse successo nulla di strano, volevo convincermi.

Dopo gli ultimi incontri con Mr. Style sembrava quasi potessi star tranquilla, e non dover preoccuparmi durante le sue lezioni,
ma anche così era evidente che sbagliavo.
Sembrava volesse trattenermi più a lungo di quanto già faceva,
ed era una sensazione spiacevole.
Ero sempre andata bene a scuola, mai tante parole scambiate con gli insegnanti, mai problemi e cose simili.
Tenevo molto a questo e non volevo disturbare la mia condotta per qualche stupida ed involontaria distrazione, senza nemmeno esser giustificata.

Mi diressi verso la stanza, scacciando finalmente quei fastidiosi pensieri.
Aprì lentamente la porta e guardando da lontano, notai il disordine della camera farsi più nitido e presente.

I miei occhi giravano interrogativi per tutto lo spazio ristretto, nel mentre facevo passi avanti per ambientarmi a quel tumulto.

"Oh!," Improvvisamente girai la testa, sorpresa da quel inatteso verso.
Vidi una figura abbastanza minuta correre da una parte all'altra del vano,
cercando di sistemare lo scompiglio creato.

"Scusami ma ho cambiato stanza poco fa, senza nessun preavviso," sbuffò, fermandosi dal mettere la biancheria intima caduta nel cassetto "ed ho un appuntamento abbastanza importante tra mezz'ora, puoi immaginare il perché."
finí sorridente, venendo verso di me.

"Sono Catherine," porse la mano con un grande sorriso stampato in volto, facendo cadere il mio sguardo sui suoi bianchi denti "piacere." Continuò.

Piegai gli angoli della bocca verso l'alto, ricambiando il gentile gesto.

"Alyssa."

Entrai nella stanza chiudendo la porta alle mie spalle, e raggiunsi il mio morbido letto.
Mi sedetti comodamente, osservando ogni suo minimo movimento.

"Beh," sospirò tirando fuori dal borsone una maglietta gialla, abbastanza appariscente "Non mi aspettavo certamente di avere una compagna di stanza appena entrata qui." Rise verso di me, provocandomi la stessa reazione e curiosa di sapere il perché.

"Come mai?" Domandai sistemandomi meglio sul materasso, ora distesa completamente.

"Forse non hai notato, ma sembra che questa stanza sia fatta solo per me-" incominciò, posando lo stesso tessuto nel cassetto aperto "sembri ordinata."

Beh effettivamente non era una ragazza disordinata, ma nemmeno il contrario, dipendeva dalle situazioni e soprattutto dalla voglia, ma quando mi mettevo sotto questo era il risultato.

"Lo prendo come un complimento allora," sorrisi, appoggiando la testa sul cuscino "Con chi eri in stanza prima?"

"Ah! Una vera stronza," aprì la bocca in un sorriso falso, "Betty Bendrom." Concluse il nome facendomi intuire che fosse un minimo conosciuta, ma che ovviamente ne ero incosciente.

Risi di poco alla scherzosa affermazione, "Non sembra ti stia molto simpatica."

Approvai la mia tesi guardandola annuire vivacemente.

"Non augurerei a nessuno di capitare con una stronza," mi guardò
"Ma lei mi ha fatto ricredere." Finì causandomi un ulteriore risata, dovevo ammettere che mi stava piacendo, non provavo imbarazzo o disagio e non mi sentivo scomoda,mi serviva proprio una spinta positiva per incominciare.

Sweet Lips - hes. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora