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«Salve,» raggiunsi la cattedra lentamente, ma come ero arrivata a questo? In quale logora situazione stava cercando di farmi entrare?
Fissai di scatto Harry, cercando di togliere l'imbarazzante ricordo di quella giornata e levarmi dalle spalle quel peso di un piacere peccaminoso.

«Buongiorno cara, allora non faccio tanti giri di parole ma mi vorrei congratulare -»

La signorina Smith troppo rilassata, non capivo se quello che stava per dire fosse palesemente ironia o semplicemente mi ero immaginata tutto.
Le rivolsi un sorriso sghembo, faticando soprattutto a mantenere attenzione al suo viso disteso- ma chiaramente lui era troppo determinato ad osservare il mio evidente disagio.

«Credo che lei sappia che il suo andamento fino ad ora è di un costante miglioramento, parole che riguardano con grande piacere il suo maestro di lettere e lingue-» sospirò soffermandosi e guardando Harry,
ed io focalizzata sulle parole mi ripromisi che non volesse arrivare a ció che stavo pensando «l'avviso è per un lavoro accurato insieme al proprio insegnate, che comprenderà alcuni giorni della settimana dopo il fine lezione con una ricompensa che gioverà alla situazione scolastica.»

Un secondo che durava più del dovuto, era stato il tempo per capire le parole dette dalla preside e per riunire quelle volte che il professore mi aveva tenuta con lui solo per il gusto di infastidirmi, questo doveva essere un riconoscimento?
Non era arrabbiata, ma quelle parole mi avevano fatto capire quanto fosse malato- cosa avrebbe fatto pur di riuscire a girarmi intorno, cosa non avrebbe accettato e forse cosa io avrei voluto veramente da una situazione del genere.
Provavo solo un profondo disordine in mezzo a questa orribile commedia, e forse inizialmente potevo pensarla così.

Il mio sguardo passivo puntato su di lui, ancora con la faccia tirata e il sorriso stampato cercai di annuire frettolosamente e riprendere il discorso.
«Quali sono i riconoscimenti?, questo comprenderà un lavoro che verrà levato dal suo compito delle prossime annate, volevamo essere certi che le alunne fossero a conoscenza di questa cosa ed ovviamente lei non sarà l'unica a partecipare insieme a Mr. Styles.»

«Non sono da sola?» Domandai ansiosa
grattandomi la calza al ginocchio.

«Stiamo cercando altre studentesse e questo dovrebbe essere molto più inclusivo e organizzato.»

Lo guardai intensamente, apparire in quello stato davanti a me era infimo - forse avevo scarsa lucidità nelle cose, ma sapevo perfettamente quale sarebbe stata la sua prossima mossa.
Sorrisi lievemente annuendo e scostando i capelli dalle spalle, «Il corso quando inizia?»

«Oggi subito dopo la mia ora,» fissando il foglio per regolarsi «Purtroppo devo informarla che siamo solo noi due perché generalmente mi sono affidato a lei come aiutante, e dovremmo svolgere un po di pratiche ancora in disordine.»

Accennai un consenso riuscendo solo a concepire lo scempio che girava intorno a questo uomo, ma forse gli avrei dato ragione un giorno e avrei ringraziato chiunque per aver permesso questo, forse avrei acconsentito e allo stesso modo avrei dato di tutto per farmi perdonare da qualcosa che non avevo ancora fatto.
Era una barzelletta che non si sarebbe mai realizzata neanche volendolo.

«Credo ci sia un piccolo inconveniente in questo preavviso, » accennai riducendo il mio sorriso in una serietà preoccupata dalle mie stesse parole.

Mrs. Smith impegnata a rovistare tra le vecchie pagine fermò i suoi impegni e mi fisso da sotto quei verdi occhiali,

«Prego,»

«Non sono la persona adatta a questo,»

Gli occhi di Harry scrutavano il mio volto, ne prendevano ogni singola parte e logoravano dalla voglia di attirare tutta la mia attenzione nel suo maturo pensiero da insegnante, che per quanto mi riguardava accennava solo ad una piccola percentuale di utilità.
Non sarei stata adatta ad una presa del genere, non volevo ruotarci intorno, non volevo chiedere cosa si sarebbe fatto a riguardo, sarebbe finita così male senza di me?

«Sa, ho molto da studiare e tra mille altre cose Mr. Styles mi ha già tenuto nel suo ufficio, il quale sfortunatamente ma non intenzionalmente ha rubato parte del mio tempo libero.» Giustificai focalizzandomi su di lei,

«Cara il suo tempo lo ritroverà da se, non impiega parte della giornata su questo e sono felice di sapere che il nostro maestro abbia già preso le redini in mano.» sorrise continuando a sfogliare le pratiche, evitare non significa chiudere un discorso.

«Per niente, purtroppo devo ricordarle che non mi è stato accennato nulla di questo, tanto meno da Mr. Styles-»

«Certo invece!» Spalancò gli occhi guardandomi stupefatto «Signorina Elvis, la prego di rispettare le norme di ció che ci siamo detti e sopratutto di non alterare i concetti, secondo lei per cosa l'ho fatta entrare nel mio ufficio?»

«Forse per una questione personale.» schernì assottigliando le pupille e mandando giù il blocco d'ansia che continuava a crescere.

«Cosa?»

«Signorina questo non era un proposta, il lavoro che le stiamo proponendo è un obbligo che giova alla sua situazione, un regalo si accetta-» finí «non sia timida e le assicuro che servirà moltissimo.»

«Credo che l'unica cosa che gioverà alla situazione sarà il vedermi ogni giorno dentro quell' ufficio.» buttai stanca e  marcia di tutti questi giochi nascosti.

«Cerchi di riprendersi perché oggi non può saltare.»

Mi alzai velocemente dando un piccola occhiata ad Harry,

Forse potevo avere possibilità di fargli capire che quella che stava sbagliando intenzioni ero anche io, e che così facendo avrebbe aumentato solo la mia voglia estranea di riuscire a prendere controllo della situazione.

Sweet Lips - hes. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora