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«Sai cosa significa quello che hai detto?»

Probabilmente lo facevo intenzionalmente, ma sicuramente potevo evitare tutto quel teatrino per obbligarla a venire ogni qual volta io volessi nel mio dannato ufficio.
Evidentemente non capiva che oltre al progetto, c'erano una vastità di cose che avrei voluto fare, e lei ovviamente era tra queste- ma al contempo sembrava prendersene gioco e fare di tutto per impedirmi qualsiasi azione.

«Beh, sa una cosa, non mi interessa più di tanto perché so già come andrà a finire ogni volta che la incontro.»

La guardai lentamente prima di camminare verso la libreria, quasi per poco la signora Smith non mi chiedeva domande sul perché Alyssa si fosse comportata in quel brusco modo, sapendo che l'avevo decantata come l'esatto opposto.

«I toni cordiali dove sono finiti? Ti ricordo che i teatrini te li fai a casa tua, qua dentro finché ci sono io esistono modi e modi.»
Presi in mano il libro continuando a focalizzarmi su di lei severo, certe volte dimenticava realmente di chi fosse il compito in questa scuola e chi aveva la mansione di svolgerlo, forse invertivo spesso il mio pensiero- ma certe parole dovevano uscire solo al momento giusto.

«Forza incominciamo,» sforzai sedendomi sulla sedia e richiamandola da lontano «Guarda, non devi fare altro che segnarmi i tuoi orari scolastici settimanali su questo foglio, ricopiarli sul computer e trasportarli in una nuova cartella con il tuo nome.» scorsi con il dito i vari fogli di fronte a lei, guardando come seguiva tutto senza distogliere l'occhio da questo.

«Cosa servono tutti questi dati?»

Forse potevo fare a meno di fissarla oggi, era quasi sicura che la stessi tenendo in quella stanza per un motivo e dovevo assolutamente levarglielo dalla testa.

«Devono valere per ogni studente che impiega il suo tempo libero in questa attività per consentire poi un piccolo sconto sulle ore si studio o su qualsiasi altra cosa deciderà la preside.»

Risposi velocemente prima di focalizzare la mia attenzione sul  libro.
Ero così disorientato in queste ultime settimane che sembravo non essere più l'uomo tranquillo e calmo.
La riposta a tutto questo era davanti a me - ma ció non cambiava il fatto che tutte quelle pagine di scrittura e tutti quei libri lasciati a metà erano un passatempo interrotto da un giorno all'altro per un'emozione dir poco logorante.
La stessa sensazione del suo inutile discorso, provavo a farmi scivolare ma come poteva darmi del viziato nei suoi confronti davanti alla signora Smith? Com'era riuscita in questa conclusione a dir poco palpabile con tanto disinteresse?
Forse ero semplicemente un pazzo che stava cercando di uscire da un brutto periodo, ma fosse stato così lo avrei saputo fin dal primo momento che la mia mente vagava nei pensieri più profondi.

Sentì improvvisa freddo nella mano, scostai il mio sguardo sulle dite e fissai per un indescrivibile periodo la sua mando appoggiata frenetica e consapevole che ne stesse avvolgendo parte della mia.
Rimasi fermo, dei piccoli e veloci cerchietti venivano disegnati dalle sue dita sulla mia pelle -

«Dimmi,»  focalizzai su di lei tutta la mia curiosità e cercai di trattenermi dal sorridere a quel semplice gesto.

«Senta Professor Styles,» incominciò guardandomi intensamente «Crede veramente che io possa continuare così?»

Era veramente lei che mi accennava quelle parole? Ero io che me lo ripetevo ogni due secondi e forse tutte e due che sapevamo cosa sarebbe successo dopo. Finalmente potevo percepirlo.

«Alyssa? Cosa stai dicendo?» 

Era troppo prevedibile tutto questo.
Il suo busto lentamente si avvicinava, la sua statura che mi scostava dalla cattedra e quasi sembrava pregarmi di farle spazio tra le mie ginocchia-  «Quando mi hai toccata,» La sua mano lentamente appoggiata al mio ginocchio stanco e lasciato allo sbando più totale.

Chiusi gli occhi per un interminabile secondo, cercando di mettere a fuoco la stessa situazione che bramavo da tempo «So che posso sembrare stupida, ma sentivo vivamente che avresti voluto superare il mio limite- e forse se lo avessi fatto te ne saresti pentito per non so quanto tempo.»

Il mio istinto era fermo sulla sua mano, era in attesa di un movimento sinistro e di una piacevole azione costante che avrebbe solo dato in me il sogno di un uomo felice.
Mi ero ripromesso di fare ciò che sembrava giusto, come mai quando avevo il minimo buon senso si creava l'opposto? Forse era un'opportunità?

«Forse vorresti solo sapere come sono in certe situazioni, come mi muovo e cosa posso provare-»

Annuì intensamente cominciando a sentire dei piccoli movimento alzarsi dal ginocchio fino alla metà coscia, la mie intenzioni erano svanite per il resto della giornata - tutto questo stress doveva essere ció per cui mi liberavo ma evidentemente non bastava.
Il mio grembo dolorante stava crescendo, ed allo stesso modo mi lasciavo domare da Alyssa che cercava in ogni modo di farmi esaurire.

«Alyss- »
Movimenti concisi della mano salirono fino al mio interno coscia mentre la guardavo avvicinare le sue gambe alla mia struttura

«Senta professore,» cominciò appoggiandosi per poter incastrare le sue cosce ai lati della seggiola

«mi può toccare come l'ultima volta?»

Sweet Lips - hes. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora