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«Alyssa»

Abbastanza chiaro come volesse semplicemente aumentare la mia irritazione, speravo vivamente portasse a qualcosa il suo continuo lamentarsi.

Fissai immediatamente Mr.Styles, il mio sguardo interrogativo con un cenno di irritazione esprimeva tutte quelle cose che forse un giorno gli avrei detto.

«Senti- non mi piace,» sospirò spostando lo sguardo verso il mio banco «non credo tu voglia farmi impazzire per il resto dell'anno, stimo nel tuo rispetto.»

Stavo giusto pensando che non avevo mai avuto occasione di darglielo prima d'ora, ma semplicemente non volevo ascoltarlo e ronzarci intorno, non volevo seguirlo, e non volevo nemmeno discuterci.
Volevo essere tranquilla, ma il problema è che lo era sempre stata.

«Uhm,» sorrisi impacciata lanciandoli un'occhiata, sistemando le ultime cose e camminando verso la porta «sicuramente, Mr.styles.»

«Bene,» lo vidi sistemarsi sulla sedia, sembrava agitato. «ti serve una restrittiva.»

Pronunciò con una tale enfasi le ultime parole, ed il mio sguardo interrogativo tramutò nella serietà più totale, poteva aspettarsi una reazione del genere, parlava di calma e tranquillità.

Camminai lentamente davanti a lui, cercando di fossilizzarmi solamente sulla sua figura disinteressata.
«Perché?» chiesi con quella tale rabbia con la quale lui si era rivolto a me per tutto questo tempo.

«Secondo te?» cambiò direzione e mi fissò, spigendo leggermente con la sedia. «voglio una classe disciplinata, voglio poter svolgere a pieno le ore di lezione - se c'è qualcuno o qualcosa che me lo impedisce succede questo.»

Aggrottai le sopracciglia e spalancai leggermente le labbra,
sembravo così distratta? Così impacciata?
Forse non ero abituata abbastanza a ciò che mi circondava, non ne avevo avuto esperienza, significavano qualcosa tutti questi richiami.

«Non è successo proprio nulla, Mr.Styles» rimproverai, avvicinandomi sempre di piú.
Ero completamente convinta che ci fosse un problema di fondo, che avesse per qualche motivo puntato su di me l'obbiettivo di una classe, che quello che fin ora non facevo avrebbe significato qualcosa, ma non avrei mai pensato in senso positivo.

Mi ritrovai davanti a lui, le mie mani che immediatamente si appoggiarono sui manici della sedia, ed il mio sguardo fisso su di lui.
Questa volta avrei dovuto risolverla, non volevo una restrizione e non volevo dare giustificazione del perché, sembrare solamente una bambina capricciosa non era da me.
Mrs.Styles non si mosse, il suo sguardo rimase puntato verso il suo grembo e man mano che gli attimi passavano sembrava farsi più nervoso.

«Non è successo proprio nulla.»

La mia voce petulante era come una novità, potevo sicuramente trovare un punto d'incontro, se avrei voluto potevo scommettere, nel buon senso più comune.

«Spostati,» sorprese, alzando lo sguardo su di me «mi stai minacciando.»

Non mi mossi di un millimetro, continuai a pensare al miglior modo per fargli capire che aveva semplicemente dato di matto, che quando l'altra volta mi aveva fatto sedere sulla sua scrivania non vi era alcuna motivazione e giustificazione. Poteva semplicemente smetterla di guardarmi, di fermarmi e di lamentarsi sulla mia disciplina.

«Non la sto minacciando,» mossi automaticamente le gambe in avanti quando lui provò ad alzarsi andando indietro, «- voglio solo capire dove ho sbagliato, perché l'altra volta ha chiesto di fermarmi?» domandai seriamente, quando lo vidi sistemarsi più sicuro sulla sedia in legno.

«Credi veramente che lo faccia senza un perché?» il suo respiro sembrava restringersi, ed il suo sguardo che cambiava direzione dall' alto al basso non suscitava una possibile conversazione.
Piegai leggermente le ginocchia cercando di guardarlo in faccia, in qualunque caso avrebbe dovuto dirmelo.
«Beh, non lo so il motivo.» chiarii, cercando di capire il suo relativo nervosismo.

«Non credo che vorresti saperlo,»
Parlò talmente velocemente che non mi accorsi della sua mano appoggiata delicatamente sulla mia, fissai per un secondo quell'incoscente azione.
Le sue dita si muovevano lentamente sul mio polso, lo facevano con una lentezza estenuante, accompagnata dall'irritazione.
Le mie pupille si fecero più vivide, focalizzandosi preoccupate sulla sua figura.
Il lato del labbro alzato, un sorriso disinteressato stampato sul volto e la testa che si spostava lentamente da una parte fino all'altra. «posso in qualunque caso fare ciò che voglio.»
Improvvisamente la stretta delle dita venne a contatto con ciò che non avevo realizzato, «non pensi?»

lasciai immediatamente la presa dalla sedia, osservandolo separare leggermente le gambe e muoversi verso i fogli disordinati della scrivania, come se nulla fosse.
Il mio sguardo patetico puntato su di lui, e su ciò che sembrava focalizzare la sua unica attenzione.

«Credo che per oggi sia tutto,» stava sorridendo, una di quelle espressioni che non riesci a decifrare, ma che sembrava realmente necessaria. «Alyssa ti voglio domani dopo il fine lezione, cerca di non fare ritardo e di darti una sistemazione per non assentarti.» i suoi occhi erano lucidi, ma il suo sguardo penetrante rimase invariato, ed oltretutto disinteressato.

«Eh?»

Si alzò in fretta sfiorandomi velocemente, per poi superarmi, mi girai di scatto cercando di scorgere un minimo d'interesse.
Non volevo restare con lui, non volevo avercelo intorno, mi irritava, turbava.
Solo inizialmente, e non volevo scoprire altri dettagli che avrebbero peggiorato il mio disturbo.

«Se non ti presenti non avrò pietà nel prendere provvedimenti a riguardo, te lo sconsiglio.» girò l'angolo della porta e se ne andò di tutta furia.
Avrei seriamente chiamato qualcuno, mi sarei recata da qualche parte ma non poteva continuare così.

Sweet Lips - hes. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora