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A L Y S S A

Erano le sette del mattino, avevo trascorso l'ultima parte della giornata attaccata al telefono, provando a guardare qualcosa di decente in televisione, ma nessun canale trasmetteva informazioni che potessero attirarmi.
Decisi che sarebbe stato meglio andare a dormire, senza ripensamenti.

Era cominciato il lungo e lento calvario del mattino, e lo odiavo come non mai.
Spensi la sveglia e controvoglia mi alzai per prepararmi.
Il mio sguardo si spostò direttamente sul letto di Catherine, accorgendomi solo dopo che stesse ancora riposando tranquillamente.
La sua sveglia non era attivata e il suo telefono non emetteva nessun tipo di suono.

Avrei dovuto svegliarla?

Magari era sua abitudine alzarsi tardi e riuscire a prepararsi in fretta.
O magari era quotidiano saltare le lezioni mattutine.

In qualunque caso non l'avrei svegliata- non la conoscevo e non mi aveva chiesto nessun favore.

La lasciai dormire, e convinta andai verso l'armadio -aprendolo lentamente, così da non provocare rumore.

Guardai la gonna che decisi di togliermi il giorno prima e la piegai in modo da non rovinare gli altri vestiti, presi l'uniforme scolastica, attentamente appesa, e la fissai.

Era normale, non come quella di due giorni prima, ma più professionale : una gonna con lunghezza media, il colore era tra il rosso e il verde - non molto luminoso.
Una camicia bianca con attaccato all'altezza del collo il logo del college, le maniche lunghe e abbastanza leggere.
Delle calze spesse bianche, immaginavo che potessero arrivarmi a metà ginocchio - potevano andare bene.
Ed infine delle scarpette nere da studentessa, ricordavano molto delle francesine - mi piacevano e forse erano l'unica cosa che mettevo volentieri.

Presi il completo e andai al bagno, per poi lavarmi e vestirmi lentamente.
Non ero di fretta, la lezione iniziava alle otto in punto - e potevo spalmarmi tutto il tempo per la colazione, e per rilassarmi quei minuti che bastavano.

Dopo essermi abbassata la gonna, che ritenevo abbastanza corta, ed essermi alzata le calze - per quanto potessi farlo ritornavano a disfarsi da sole, era abbastanza fastidioso - decisi di lasciar perdere e rientrare nella stanza - ritrovandomi subito davanti ad un carrello.

Guardai Catherine sorpresa, solo dopo mi resi conto che stesse ancora dormendo.

Non pensavo servissero la colazione nelle stanze, non avevo mai sentito una cosa del genere ed era molto comodo, utile soprattutto al mattino - quando ci si è tutto, tranne che tranquilli.

Notai diverse pietanze che occupavano lo spazio in metallo :

brioche di vari tipi unite a del latte e qualche succo fresco, diversi biscotti e frutta secca. Abbastanza da saziare più di due persone.

Decisi di prendere una brioche al pistacchio, non avendola mai assaggiata, amavo il sapore dolce e salato di questo - mangiavo il pistacchio con tutto quello che potevo abbinarlo - lo adoravo nel dolce, nelle torte e nei biscotti. Mi ricordai di quella volta in cui mangiai la pasta alla crema di pistacchio - leccandomi avidamente le labbra al pensiero di un piatto così buono.

Quasi sputai fuori il primo pezzo, appena udì il suono acuto di una canzoncina abbastanza fastidiosa.
Girai di scatto la testa, e presa alla sprovvista guardai Catherine.

Stava spegnendo la sveglia sussurrando qualche parola incomprensibile -era evidente che non aveva notato il mio piccolo shock.
Rimasi a fissarla, chi diamine poteva mettere quella suoneria per una sveglia?

Cercai di capire se si sarebbe alzata o meno mentre continuai a godermi la mia brioche, cercando qualvolta di non sporcarmi con la crema e di non fare sbriciolare l'impasto sulla divisa.

Sorrisi divertita quando guardai la sua mano buttare a terra la sveglia, la stessa che si mise a cantare nuovamente quella orribile canzone.
Pareva essere una melodia indiana e robe simili, divertita al solo pensiero.

La sentì sbuffare all'inutile intento di disattivarla e finalmente la vidi alzarsi.

"Odio questa roba." Indicò l'oggetto sotto i suoi piedi, lanciandolo contro il muro, abbastanza irritata.

Risi all'azione, addentando il pezzo di brioche "Ti alzi così ogni mattina?"

Scherzai, guardandola alzarsi e camminare ancora un po' assonnata.
Sorrise verso di me ed annuì, guardando verso il carrello della colazione.

Prese un biscotto e del latte caldo, ed incominciò a mangiare lentamente.

"Strano che portino la colazione, pensavo ci fosse la mensa." Affermai deglutendo, alzandomi diretta verso lo specchio.

"Si, è strano-" si fermò, bevendo un sorso di latte "siamo fortunati, forse è l'unico collage che favorisce di questo." Ribatté con la bocca piena, guardandomi da dietro nel mentre imboccavo il mio ultimo pezzo di brioche.

"Mi sembra molto elegante come cosa, una scuola normale non farebbe un servizio del genere." Replicai aggiustandomi i capelli, legandoli in una coda a media altezza.

"Beh, c'è lo devono - fare gli stronzi non serve," Rise continuando a gustarsi la colazione "se non hai nessuno per permetterti di esserlo."

Ridacchiai allo stesso modo, e finì abbastanza velocemente la mia semplice acconciatura.

Guardai l'ora - non era tardi ed avevo abbastanza tempo per recarmi in aula, prima che la massa di studenti mi avrebbe travolto.

Salutai cortesemente Catherine, che nel frattempo continuava a messaggiare al telefonino tranquillamente.

Uscì dalla stanza e andai verso l'aula d'inglese.
Mi annoiava molto il programma scolastico, le materie prescelte erano matematica, inglese e letteratura - per quanto riguardava il mio corso.
E per quanto amassi storia, sapevo di non poterla studiare come avrei voluto.

Notai alcuni studenti fuori dalle proprie stanze, alcuni in divisa, altri ancora in pigiama - mi domandai con quale velocità uno potesse prepararsi alle sette meno venti, personalmente avrei già saltato la lezione.

Arrivai davanti alla classe, era chiusa e non vedevo presenze fuori da questa.
Entrai lentamente ed ovviamente ciò che vidi mi fece imbarazzare ancora di più.

"Scusi Mr. Styles, credo di aver sbagliato aul-" non finì la frase che la sua bocca si aprì in un ampio sorriso, osservandomi con la faccia abbastanza assonnata.

"Buongiorno, Alyssa." Commentò, prima di ritornare con lo sguardo fisso sugli appunti. "Tranquilla, non hai sbagliato aula."

Schiarì la voce, cercando di capire cosa stesse dicendo.

"Penso proprio di sì, non ho segnato letteratura come prima ora di ogni giorno." Replicai osservandolo.

"Inglese," ribatté "insegno anche quello." Finì, facendomi quasi pensare che fosse una conversazione confidenziale, da come aveva pronunciato l'ultima frase.

Annuì sorpresa, decidendo di entrare in aula senza interesse. "Uhg," ripresi viaggiando verso l'ultimo banco. "Non ne ero a conoscenza, scusi." Dissi tranquillamente, e notai il suo sguardo persistente.

"Alyssa," chiamò, e lo guardai interrogativa "gradirei, dopo l'ultima volta, che la tua attenzione non evapori in altri pensieri se non quelli della mia materia-" continuò, sembrava sereno nel dirlo.

"Spostati al primo banco." Puntualizzò, fissandomi quei due secondi, per poi ritornare a focalizzare la sua attenzione sui fogli sotto di lui.

Aggrottai le sopracciglia, pensava ancora alla storia dell'altro giorno?
Speravo non si ricordasse nemmeno il mio nome, ed invece sembrava averlo segnato come tattoo.

"Non mi distraggo così facilmente, mi spiace." risposi secca "preferisco stare qui, Mr. Styles." Commentai, mi infastidiva il suo tono.
Non erano passati nemmeno due giorni ed il mio umore era cambiato molto velocemente.

"È un dovere il tuo-" Ribatté, alzando lo sguardo su di me, e cercando di dire qualcos'altro ma interrotto dall'ingresso di ulteriori studenti.

Si alzò lentamente, e notai che i suoi passi erano diretti verso la mia direzione.
Credetti di star per avere un'esplosione di collera quando rivolse il suo sguardo nel mio.

"Speriamo che la penserà diversamente, dopo."

Sweet Lips - hes. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora