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"Veronica muoviti o farai tardi"

"Ho sonno, lasciami dormire"

"Alzati, muoviti che è tardi".

Quel giorno mia madre era particolarmente insopportabile.

Non so perché ma quella mattina alzarmi dal letto mi risultò più difficile del solito.

Per tutta la notte avevo pensato ai suoi occhi verdi e al fatto che lui mi avesse parlato, ero troppo felice.

Avevo scoperto il suo nome, si chiamava Alex. Ultimamente era stato dal padre, visto che i suoi genitori erano separati. Questo spiegava il perché non lo avessi visto per un po' di tempo. Fin da piccolo era sempre stato affascinato dalla natura. Quando me lo disse lo fece con tono di scusa, sembrava quasi voler giustificare la sua inusuale abitudine di sedersi a guardare il nulla. Diceva che gli trasmetteva pace.

Scoprii anche che frequentava il liceo davanti alla mia scuola.

Ci fermammo a chiacchierare per venti minuti buoni. Poco prima di tornare ognuno a casa sua mi chiese se ci saremmo rivisti e io risposi di sì entusiasta, tanto di li a poco sarei ritornata in quel parco.

Il parco e i suoi segreti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora