Era da più di un anno che non lo vedevo e ora era lì, con i suoi occhioni azzurri e quei capelli ricci sempre così morbidi. Il mio fratellone era tornato, probabilmente in pausa da una sessione d'esami alla Oxford University.
Non mi sembrava vero che lui fosse lì e mi precipitai subito prima giù per le scale e poi fuori dalla porta per andargli in contro, ma quando arrivai in prossimità del luogo in cui lo avevo visto non c'era nessuno.
Adesso avevo anche le allucinazioni?
Tornai nella mia camera confusa e un po' delusa.
Avrei parlato dell'accaduto a mamma non appena fosse tornata a casa dal lavoro.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Dopo essere tornata in camera misi da parte il disegno e mi concentrai sulla lettura del libro "Il diritto di contare" da cui era stato tratto il mio film preferito.
Il tempo passò velocemente e poco dopo aver finito il 15esimo capitolo sentii il rumore della porta di casa e mi aspettai la voce squillante di mia madre, ma non sentii nulla.
Andai in salotto preoccupata e la trovai a fissare il salotto con gli occhi rossi per via del pianto.
Mi avvicinai piano ma non dissi niente. Dopo poco lei spostò lo sguardo per terra e con voce rotta sussurrò: " Tuo fratello ..."
Non era possibile. Cosa poteva essergli successo?
Poi continuò: " Era fuori con amici e passando per la strada principale un'auto lo ha investito. Ora è in coma".
Non ci potevo credere, mio fratello, il mio fratellone invincibile era in coma.
Rimasi scioccata lì, ferma immobile davanti a mia madre, senza sapere cosa dire, come se i miei pensieri fossero troppi da esprimere, fossero troppo da urlare al mondo.
Andai in camera lentamente e salendo le scale una lacrima rigò il mio viso.
Prima di addormentarmi sperai che lui si sarebbe risvegliato. Lo sperai con tutta me stessa.
STAI LEGGENDO
Il parco e i suoi segreti
Teen FictionNel primo anno di superiori, passando davanti al solito parco Veronica iniziò a notare un ragazzo seduto sempre alla solita panchina.