Capitolo 6 - La festa

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«Ehi Sofy, sono qui, tranquilla non piangere. Sali in macchina»
Martina mi aiuta ad entrare in macchina e mi porta a casa sua, abita a pochi isolati da dove abita Luca.
Entriamo in casa, mi fa salire in camera sua e ci sediamo sul letto.
In tutto questo io non ho smesso di piangere.
«Non ci sono i miei fino a domani, quindi se vuoi stasera puoi restare qui a dormire, avvisa tua madre»
«Grazie» riesco a rispondere a malapena tra i singhiozzi.
«Cosa è successo per ridurti in questo stato? Cosa ti ha fatto quel bastardo?» comincia a domandarmi.
Io allora le racconto come sono andate le cose, mentre lei lancia tanti di quegli insulti nei confronti di Luca che non saprei nemmeno raccontare.
Alla fine Martina mi indica un'immagine che aveva aperto al computer che diceva:

"Non sono un corpo da usare a piacimento,
solo e soltanto per il tuo stupido godimento.
Queste membra formano una persona,
è il momento che ritorni ad esserne padrona."

«Comunque seriamente, mi dispiace per come sia andata la giornata di oggi, ma almeno posso festeggiare che ti sia lasciata con quel bastardo. Mi dispiace dover ammettere che avevo ragione, ma il mio sesto senso non sbaglia mai. Ora sei libera, tornerai ad essere più forte di prima. Vedrai!»
Io, distrutta per questa giornata, crollo sul letto e mi addormento.

                                        ***

È passato un mese da quel giorno terribile.
Martina mi è stata sempre molto vicina, tant'è che sono riuscita un po' a riprendermi.
Stasera mi ha convinto ad andare ad una festa, anche se non ne avevo molta voglia.
Vibra il cellulare.
"Hai deciso cosa indossare stasera?" mi scrive Martina.
"Veramente non sono ancora convinta di venire"
"Ancora con questa storia? Dai che ci divertiamo! Ne abbiamo bisogno entrambe!"
"Dai, va bene! Alle 20 passa a casa mia e scegliamo cosa metterci"
"Oh, così mi piaci! A dopo Sofy"

Mamma si affaccia in camera mia.
«Come stai Ciccia?»
«Bene, bene, mamma. Anzi, stasera vado ad una festa con Martina! Poi rimango a dormire da lei»
«Sono contenta che tu esca. In quest'ultimo periodo ti ho vista parecchio giù, ma mi sembra ti stia riprendendo»
«Si, tranquilla, va tutto bene» risposta fissa per tutte le sue domande.
Il resto del pomeriggio lo passo a studiare, finché alle 20 suona Martina al campanello.
Le apro la porta e saliamo in camera mia.
«Allora, apri questi armadi e vediamo un bel vestitino carino! Stasera ci sarà da divertirsi e non si sa mai che ci scappi anche qualche bel ragazzo nel mezzo!»
«Non fare la stupida» dico io sorridendo.
«La festa sarà in questa villa della mia amica Emma e saremo circa una cinquantina di ragazzi. Ci sono buone possibilità di incrociare qualcuno di carino!»
Prova in tutti i modi a farmi sorridere e divertire, lo apprezzo veramente molto.
«Io direi che questo rosso va benissimo!»
«Un po' più scollato ci vorrebbe, metti in mostra quel ben di Dio! Ed anche lo spacco lungo la coscia ci vuole»
«Ci sarebbe questo azzurro che si addice alla tua descrizione»
«Indossalo, voglio vedere come ti sta»
«Ecco qui» dico appena indossato.
«Oh ti sta perfettamente! Proprio questo ci voleva, siamo pronte!»
A me sembra un po' esagerato come vestito, però non mi va di stare a provarne altri, così accetto.
Lei invece indossa un vestito molto carino sul verde acqua, le sta molto bene, ma a lei sta bene tutto!
È veramente una bella ragazza.
Così saluto mamma e usciamo.

Guida lei, mentre mi parla, ma io sono un po' con la testa tra le nuvole.
È parecchio tempo che non vado ad una festa, ma forse è vero che ho bisogno un po' di divertirmi, di bere qualche cosa in più del solito, di stare allegra, ridere e scherzare liberamente con gli altri. Per una sera non pensare alle conseguenze, alle tristezze del passato, ma lasciarmi andare per annebbiarle, metterle da parte per qualche ora almeno.
Un tempo ero spigliata con i ragazzi, lo riconosco, l'aspetto fisico mi aiuta, ma anche io so farmi notare.
Però negli ultimi 2 anni ho perso lentamente questa mia capacità e sono diventata molto più chiusa.
Stasera sicuramente non sarò nemmeno a mio agio in quest'ambiente, però ho promesso a Martina che ci sarei venuta, l'avrei fatto come trampolino di lancio per ripartire, rinascere dalle mie ceneri come una fenice.
«Pianeta Terra chiama Sofy! C'è nessuno?»
«Da Sofy nessuna risposta, passo e chiudo» rispondo ridendo.
«Sciogliti! Ti vedo tesa, dai che ci divertiremo, stai tranquilla»
Siamo arrivati alla villa della festa.
Si entra attraverso un cancello con due fiaccole che ne illuminano gli stipiti portanti e si prosegue lungo un viale alberato che alterna un lampione ogni due alberi.
Si arriva così ad un grande piazzale dove sono parcheggiate già altre macchine, al centro del quale si trova una bellissima fontana con una statua del dio Poseidone che fa uscire acqua dal tridente.
Da qui si può osservare la grandezza della villa, senza contare il parco che la circonda, del quale non si vede la fine.
Una di quelle ville d'epoca, antiche, divisa su tre piani, con affreschi esterni un po' sbiaditi, ma molto belli. Illuminata anche molto bene, ci sono fari che puntano da i piedi del muro esterno, verso l'alto, dando uno slancio in altezza alla facciata principale e creando dei giochi di luci ed ombre incontrando sul percorso le finestre.
Saliamo la scalinata principale ed entriamo in questo mondo antico, quasi fuori dal tempo.
Ci si apre davanti un enorme salone con quadri enormi, lampadari di cristallo che pendono sulle nostre teste, tendoni di un rosso porpora che coprono le finestre, ma il salone è stato svuotato dei mobili di valore, per lasciare spazio a dei tavoli di plastica dove si può prendere da mangiare.
Su un lato del salone vi sono invece dei tavoli con le bevande ed un angolo in cui c'è un bancone di legno con dietro un barman e uno scaffale con gli alcolici.
Mentre sull'altro lato del salone è stato allestito un palco, con una console per il DJ e altri strumenti musicali, oltre alle luci stroboscopiche che illuminano a ritmo la stanza.
Le finestre di questo salone si affacciano sul resto del parco della villa nel quale si trova anche una immensa piscina.
Sicuramente non è il periodo adatto per farsi il bagno essendo fine novembre, ma non dubito che qualcuno ci finirà comunque dentro.
«Sofy beviamoci una birra così ti sciogli un po'! Hai visto che posto fantastico?»
«Si, è veramente incantevole! Non sono mai entrata in una villa del genere»
Così ci andiamo a prendere una birra che beviamo mentre chiacchieriamo e guardiamo un po' in giro gli altri invitati.
«Scendiamo in pista! Su, si balla!»
Mi prende per mano e mi trascina dove già altri ragazzi e ragazze stavano ballando al suono della musica.
Inizio a sciogliermi un po'.
Mi mancava questa sensazione, questa leggera spensieratezza.
Mentre ballo ridendo, con Martina che si diverte a farmi video con il cellulare per immortalare il momento, mi si avvicina un ragazzo.
«Ehi, complimenti! È bello vederti ballare! Ci beviamo uno shottino insieme?»
Le proposte quelle romantiche, penso alzando gli occhi al cielo.
Cosa mi aspettavo? Siamo ad una festa, ti sei dimenticata?
Martina mi lancia un'occhiata per dire "Vai vai".
«E shottino sia!» esclamo io.
Così ci avviciniamo al bancone e il ragazzo chiede due B52.
«Comunque non mi sono presentato, io sono Manuel!»
«Piacere mio, io mi chiamo Sofia»
«Hai mai bevuto il B52?»
«No, non mi è mai capitato, com'è?»
«È molto buono perché ha un retrogusto di cioccolato o caffè, a seconda dei posti in cui l'ho preso.
Scusa, qui come lo fate?»
«Al caffè» risponde il barman porgendoci i due bicchierini.
«Uh, sembra buono anche a vederlo!» dico io.
«Non te ne pentirai! A che brindiamo?»
«Alla spensieratezza di questo momento, perché è la cosa che più mi serviva da tanto tempo»
«Alla spensieratezza, le belle serate e le nuove conoscenze allora!» e beviamo questo shot.
Veramente molto buono devo dire, non male.
Poi usciamo in giardino a fumare una sigaretta con una birra in mano.
Ci facciamo due chiacchiere, ma finita la birra decido di tornare da Martina che avevo lasciato sola.
Così lo saluto dicendo «Rientro con la mia amica, ci si vede in giro!»
Martina è ancora in pista a ballare, ma questa volta sta ballando con un bel ragazzo.
Lei mi vede con la coda dell'occhio e mi tira nuovamente dentro.
«Ti presento Andrea!»
Mi presento anche io, poi Martina mi prende in disparte e dice:
«Con quel tipo allora? Era molto carino!»
«Abbiamo fatto due chiacchiere e bevuto qualcosa insieme, nulla di più!»
«Sofy! Lasciati andare, questa è la tua serata!»
E riprendiamo a ballare.
Si avvicina un altro, che nuovamente mi porta a bere qualcosa insieme a lui.
Inizio a sentire che la testa gira un po', l'alcool sta facendo il suo effetto.
I pensieri girano vorticosi, mentre rido e scherzo con questo ragazzo, poi mi ritrovo con un altro ancora.
È la mia serata penso, devo sceglierne uno.
Sono tutti così carini!
Incontro nuovamente Martina.
«Sofy scelgo io per te, corri da Francesco o ci vado io al posto tuo! Non fartelo sfuggire!»
Nella stanza riecheggia la musica che fa "E gira tutto intorno alla stanza, mentre si danza, mentre si danza!"
A me veramente sta girando tutto in testa e inizio a vedere un po' annebbiato.
Francesco come lo ritrovo? Penso tra me e me.
In quel preciso istante mi sento prendere per i fianchi, mi giro ed era lui.
Mi prende per mano e mi porta in una stanza adiacente, dove ci sono dei divanetti e tutte coppiette che si baciano.
Ci sediamo anche noi su uno di quei divanetti e...
Si, cominciamo a baciarci.
Sto bene, mi sono lasciata andare.
Avevo bisogno di questo, credo.
O qualcosa di simile.
Una serata di stacco, per tornare la ragazza che ero.
La ragazza che conquista la pista, che conquista i ragazzi.
Aveva ragione Martina, non immagina quanto la debba ringraziare.
Sento di sfuggita un "Vado un attimo in bagno" e mi accorgo che Francesco si era alzato.
Io allora decido di uscire fuori a fumare.
Prendere una boccata d'aria, perché la testa iniziava a girare un po' troppo, forse non mi sentivo più nemmeno tanto bene.
Faccio due passi nel parco, ma mi cade la sigaretta per terra.
Io mi ritrovo in ginocchio dietro ad un cespuglio, mentre tiro fuori l'anima.
Sto male, ho esagerato.
Quanto ho bevuto? Non lo so nemmeno io.
Non ho più la cognizione del tempo, devo trovare Martina.
Come faccio a muovermi ora? Non mi reggo in piedi.
Sento una mano che mi tocca la spalla.
«Sofy, sono Martina come ti senti? Ti ho vista uscire, ma poi non rientravi più e sono uscita a vedere!»
«Oh Marty, cercavo proprio te, non mi sento molto bene»
«Questo lo vedo, prendi questi tovagliolini. Vado a prenderne altri»
Martina ritorna con altri tovagliolini, ma la situazione non era migliorata.
«Ti do una mano ad alzarti Sofy, torniamo a casa ora»
«No tranquilla, possiamo restare»
Nel frattempo si avvicina un ragazzo che deve averci viste da lontano un po' in difficoltà.
«Ehi tutto bene? Vi serve una mano?» domanda gentilmente.
«Guarda penso ci farebbe molto comodo, non sta molto bene, dovrei riportarla a casa» risponde Martina.
«Tu hai bevuto quanto lei?»
«Un po' ho bevuto anche io, ma ce la posso fare, se mi aiuti a portarla alla macchina»
«Dove abitate?»
«Non tanto distanti da qui, 10km»
«Senti, io ho bevuto solo due birre, se ti fidi vi accompagno io guidando la tua macchina»
«E poi come torni qui?»
«Mi passa a prendere un amico»
«Ne approfitto allora perché sinceramente serve qualcuno che controlli lei, la macchina è quella»
Mi appoggio a questo ragazzo che ci aiuta ad arrivare alla macchina.
Che brutta figura.
Questa è la situazione più brutta, la parte della festa che non vorresti mai raggiungere.
Salgo in macchina e crollo sui sedili posteriori.


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