Capitolo 11 - La coincidenza

40 11 2
                                    

La sveglia suona presto dato che le lezioni oggi cominciano alle 8:30.
È bello svegliarsi e vedere qualcuno accanto a te nel letto.
Osservare il suo corpo, il suo viso. Poterlo accarezzare con una mano delicata e dargli un bacio.
Il primo bacio della giornata.
Che sto pensando?
Stamattina mi son svegliata con un pizzico di dolcezza, ma vola via subito.
«Martina apri gli occhi! La sveglia è suonata da 15 minuti! Muoviti!» inizio a sbraitare nel letto.
Martina infila la testa sotto il cuscino e bonfonchia qualcosa:
«Altri 5 minuti, tanto la prof arriva sempre in ritardo!»
Effettivamente non ha tutti i torti, poi io tutta questa voglia di andare all'università nemmeno la ho.
Mi rimetto giù ed osservo il soffitto.


                           ***


«Oggi ti sei incantata con questo soffitto Sofy! Ma stai seguendo la lezione? Cosa stai pensando?»
«Ci sono, ci sono. Mi stavo solo un attimo distraendo, la lezione è abbastanza noiosa!»
«Questo è vero, allora so io cosa fare! Stalkeriamo qualcuno, questa si che è una cosa intrigante!»
Stalkerare nel nostro linguaggio giovanile non ha un'accezione negativa, ma è un controllare su ogni social esistente post e foto di un determinato ragazzo.
«Passami il telefono, voglio vedere il nome che sta nelle tue ultime ricerche! Anche se già me lo immagino» dico io.
«Te lo do se indovini!»
«Fammici pensare, direi, Andrea, il tipo della festa di due settimane fa!»
«Sbagliato! C'è stata un'altra festa ieri sera se ricordi bene e dopo una festa ci sono sempre nuovi nomi in cima alla lista»
«Non mi hai detto niente! Chi hai conosciuto?»
«Guarda qui che fisico! Dovrei andare a congratularmi con i genitori! Si chiama Lorenzo, l'ho conosciuto ieri sera»
«Hai capito! Mica male eh! Fammi vedere, fammi vedere»
«E invece tu? Chi hai tra le ultime ricerche?»
«Ieri non ho conosciuto nessuno che mi interessasse, quindi lo so dove vuoi andare a parare! Ci sarà ancora Giorgio come ultima ricerca»
«Guarda che io sono come Cupido, se scocco una freccia è tuo!»
«Ma lascia stare, lo sai che non è il mio tipo»
«Quanto sei antipatica quando cominci a dire così!» mi rimprovera Martina.


«Ragazzi, per oggi abbiamo finito, ci vediamo la settimana prossima!» rimbomba la voce al microfono della professoressa.
Ottimo, si torna a casa.


Usciamo dall'aula e ci dirigiamo verso il parcheggio dove ha lasciato la sua macchina Martina.
«Oh Sofy, ho lasciato il cellulare sotto al banco, aspettami qui!» e corre via.
Qualcosa non mi torna, è corsa via in un modo troppo strano.
Mi volto per andare verso la macchina, quando mi cade lo sguardo su una moto.
Eh già, avete capito quale moto.
Mi fermo un attimo ad osservarla per capire se fosse proprio la sua.
«Tranquilla che finché è spenta non ti investe!»
Eccolo, lo sapevo! Martina e i suoi incontri coincidenze, ha architettato tutto lei! Questa me la paga.
«Mi stavo proprio chiedendo se fosse la tua!»
Pessima risposta lo so, in questo modo gli servo su un piatto d'argento il modo per mettermi in imbarazzo.
«Ah quindi mi stavi pensando?»
Ecco, l'avevo previsto. Che gli rispondo? È colpa della mia amica Martina se sono qui?
«Un po' difficile, dato che non so nemmeno come ti chiami» ribatto io per far capire che gli tengo testa.
«Devo dire che non hai tutti i torti! Quindi ne approfitto per presentarmi. Piacere Giorgio» e mi porge la mano.
Io gliela stringo e dico: «Piacere mio, Sofia»
È un po' imbarazzante se ripenso a come è stata l'ultima volta che l'ho incontrato, ma la regola è negare sempre. Fare finta di nulla. Come se nulla fosse successo.
«Io sto andando ad un locale in cui fanno dei panini buonissimi, se non li hai mai mangiati, non puoi rifiutare la proposta! Vieni anche tu?»
Oh, che faccio? La prima proposta va rifiutata, altrimenti sono troppo disponibile? Come funziona fuori dalle feste? Perché alle feste tutto è lecito.
Mi vibra il cellulare, è Martina.
«Scusa un attimo, ho un messaggio importante» dico a Giorgio.
«Ti osservo da lontano! Se ti invita a pranzo, vai! Poi fammi sapere» questo dice il messaggio di Martina.
Chissà dove si è appostata come una vera spia in missione.
«Comunque si, dai, se dici che fa panini così buoni devo provare!»
«Ottimo, non ne rimarrai delusa. Indossa il casco, sei fortunata che oggi ne ho portati due»
«Ah andiamo in moto? Pensavo fosse qui vicino»
«È vicino in realtà, ma è meglio andarci con la moto, altrimenti poi devo comunque tornare qui a prenderla. Hai paura?»
«No, non dovrei, anche se non ci sono mai salita su una moto del genere»
«Tranquilla, ti puoi reggere o a me o alle maniglie che trovi qui dietro» e me le indica.
«Perfetto, andiamo!»
Così salgo sulla moto, ma ovviamente non mi sembra il caso di aggrapparmi a lui e mostrare la mia paura, così afferro forte le maniglie.

Con lo sguardo oltre l'orizzonteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora