(OS) SPECIALE 1K

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Da quando era finita la guerra, Hermione non faceva altro che incubi, ambientati a Hogwarts, in cui tutte le persone a cui teneva morivano. Questo era parzialmente vero: Fred, Lupin, Tonks, e in un certo senso anche Harry era morto ma, a quanto raccontava, si era ritrovato in un limbo in cui Silente gli aveva fatto scegliere se morire o tornare in vita, e lui aveva scelto la seconda, naturalmente. L'ignoranza verso ciò che accade dopo la morte era una delle cose che dava più fastidio alla regina Grifondoro, perché come il Quidditch, non si poteva imparare leggendo semplici libri, bisognava provarlo. Certo provare a morire non era una delle sue priorità, ma se fosse stata certa di poter tornare indietro, lo avrebbe fatto.
Controllò l'orologio appeso sulla parete, erano ancora le 6.17 del mattino, e il sole stava sorgendo. Conscia del fatto che non sarebbe riuscita ad addormentarsi una seconda volta, si fece una doccia e si asciugò velocemente i capelli con la magia. Indossò la camicia e la divisa scolastica, applicò il distintivo da caposcuola quale era diventata l'ultimo anno, e uscì dal dormitorio femminile, ritrovandosi nella sala comune apparentemente vuota. Decise di portarsi avanti con lo studio, infatti attirò a se con un incantesimo di appello il libro di storia della magia e si mise a sfogliarlo. Sentì il rumore delle molle di una poltrona e di scatto chiuse il libro e se lo portò al petto. Sì girò e vide la persona meno desiderata nel dormitorio Grifondoro. "Malfoy, cosa... Come sei entrato?"
Il furetto sogghignò vedendo la Granger così in difficoltà, ma riuscì a scorgere la sua bellezza anche in quel momento. Lei era bella in qualsiasi occasione. Ricordava lei al primo anno, quando era decisamente più robusta, secchiona, e aveva i capelli che sembravano un nido di rondini. Negli anni era cambiata: ora era più snella, e per quanto si potesse intravedere grazie alla divisa larga e sgualcita, aveva delle belle forme; aveva avuto modo di accertarsene a un evento da poco organizzato dalla preside, una festa all'aperto nel lago nero: quasi tutti gli studenti si erano fatti il bagno, ma la Granger si era limitata a restare in costume a leggere un libro sul prato. Quel giorno Draco aveva capito che la Granger era molto più bella di qualsiasi altra studentessa del castello: anche di quelle che si mettevano in mostra con abiti attillati e divise troppo strette, anche di quel carlino della Parkinson. Lei era una Dea.
"Oh Granger, non sapevi che hanno rimosso tutte le parole d'ordine per entrare nelle sale comuni? Sai, la preside pensava che fosse un ostacolo nella socializzazione tra casate. Comunque, dimmi un po': cosa ci fai già sveglia?"
La Grifondoro stava combattendo una guerra interiore a dir poco difficile: a lottare erano la sua razionalità e il suo istinto. La prima diceva: -oh avanti, sei caposcuola, prendilo per un orecchio, trascinalo dalla McGranitt e fagli capire che non deve approfittare delle nuove regole!-. L'istinto invece controbatteva: -senti un po' ragazzina, ti lamenti tanto di essere sola e poi respingi un belloccio del genere, che, tra l'altro, sembra interessarsi a te e ti guarda come se ti volesse mangiare? Ammettilo cara, Draco ti attrae-. "Allora Granger? Il gatto ti ha mangiato la lingua?" Disse la serpe, con il suo ghigno perennemente dipinto sul volto. L'istinto approfittò della distrazione della razionalità per dire: "oh, mi sono svegliata presto, tu invece?". La razionalità maledisse l'altra metà di se stessa, che per tutta risposta fece fare un passo avanti alla Granger, e la fece sedere nella poltrona vicina a quella del biondo. -ma che diamine fai? Lui la odia, l'ha insultata per anni!- diceva la coscienza.
- lui è cambiato, la guerra l'ha cambiato... Lui vuole lei. Lei vuole lui, devono solo mettere da parte l'orgoglio Grifondoro e la fierezza Malfoy, e sarebbero perfetti- diceva il cuore. A difesa di tutto ciò, Hermione appoggio il braccio sulla spallina, sfiorando la mano del Serpeverde, ed entrambi rabbrividirono a quel contatto: fu come se ghiaccio e fuoco si scontrassero, come se il nero e il bianco sì incontrassero. Perché d'altronde questo erano loro: lo ying e lo yang, il bene e il male, la terra e il mare. Draco si riprese da quel contatto e disse, con aria meno glaciale: "anche io... Incubi?". Ancora una volta le due parti della ragazza si scontravano: una insisteva perché lei si confidasse con qualcuno dei suoi continui sogni, l'altra diceva che quella persona non doveva essere di certo la serpe. Per l'ennesima volta durante quella giornata appena iniziata, vinse il lato dolce di Hermione, che disse: "beh... Sì. Sogno sempre le stesse scene: la morte di Fred, di Sirius, i corpi di Lupin e Tonks... Poi ci sono le notti che sogno l'incisione di... Questo", e mentre lo diceva alzò la manica della divisa: la scritta "mudblood" era ancora molto evidente, era un segno che non se ne sarebbe mai andato, anche se ormai si era ridotto a una cicatrice che risaltava comunqua tantissimo, sulla pelle bianca della ragazza. Malfoy fece una cosa che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato: sfiorò con le dita i segni sul braccio di lei, e mormorò: "scusa da parte di mia zia, lei non se n'è pentita e mai se ne pentirà, ma io mi vergogno di essere suo nipote..."
Nella stanza calò un silenzio che in circostanze diverse avrebbe dato fastidio, invece in quell'occasione, soprattutto grazie allo scoppiettare del fuoco, era piacevole. Dopo qualche minuto di profonda riflessione sul da farsi, la Granger sussurrò: "e tu? Come mai sei già sveglio?"
Stavolta fu Draco a essere in guerra con se stesso: non aveva mai raccontato a nessuno le sue fragilità, incubi compresi. Infine, prese un respiro profondo e disse: "anche io incubi, come al solito. Sogno tutte le persone che sono morte direttamente o indirettamente a causa mia. Sogno i loro volti, che mi supplicano, che mi sussurrano..."
Il Serpeverde sospirò, poi si ricompose appena in tempo per sentire la Granger dire: "dev'essere terribile...", "Lo è" rispose Draco in un sussurro, "Lo è". Dopo un po' di silenzio, stavolta leggermente più imbarazzato dell'altro, Draco sbottò: "oh, ma sentici! Parliamo come due amici di vecchia data, come se non ci fossimo insultato e ignorati per sei anni! E sai che ti dico? Ero entrato nel dormitorio per farti uno scherzo, ma... Ho cambiato idea. Non serve a nulla fingere di odiarsi, entrambi sappiamo che non sono mai stati i sentimenti che ci legano. Dal primo giorno, quando sei entrata nel mio scompartimento a chiedere del rospo di Paciock, al terzo anno, quando hai urlato ad Hagrid di portarmi in infermeria, al quarto anno, alla Coppa di Quidditch, quando ti ho avvisato di stare attenta ai Mangiamorte, a oggi... È inutile negarlo". La mezzosangue restò piuttosto stupita da queste parole, ma ciò che la stupí ancora di più era che lei non era semplicemente stupita... Era PIACEVOLMENTE stupita. Con molta prudenza chiese: "negare cosa, Draco?". In tutta risposta, lui si avvicinò a lei e le sussurrò: "negare che entrambi da tempo bramiamo questo". Si avvicinò lentamente alle sue labbra ma Hermione non fece niente per impedire quel contatto, anzi, quando vide che Draco era quasi arrivato alla sua destinazione, chiuse gli occhi e contribuì al bacio. Fu uno di quei baci che si danno una volta sola, di quelli che dicono: "ehi, stai tranquilla, ora ci sono io con te, non preoccuparti", o "ti amo, e ho un bisogno disperato di dirtelo". Era il primo bacio di Hermione, ma anche il VERO primo bacio di Draco: quello della Parkinson o di quelle altre Serpeverde non contavano, perché erano dati solo per spasso, per divertimento personale. Invece questo era un bacio vero, voluto da entrambi. Hermione aveva la mente annebbiata, riusciva a pensare solo alle labbra del principe Serpeverde che sfioravano le sue in una danza delicata ma decisa. Lui invece pensava che la Granger baciasse davvero bene, soprattutto perché era la prima volta che baciava qualcuno... E lui lo sapeva, perché era un ottimo Legiliments, e in altre occasioni aveva penetrato la mente di quella curiosa ragazzina. Lui chiese l'accesso alla sua bocca e lei glielo concesse, schiudendo le labbra, e lasciò che la lingua di lui esplorasse tutti gli angoli della sua bocca. Quando il bisogno di ossigeno divenne irrevocabile, Draco si allontanò di qualche centimetro dalla bocca della Granger e respirò profondamente, lo stesso fece Hermione. Nessuno dei due si era pentito di ciò che era appena successo; avevano paura che potesse riaccadere quanta ne avevano che potesse essere l'ultima volta. Forse fu proprio per quello che Hermione, una volta riacquistato un respiro regolare, disse: "perché lo hai fatto?". Draco restò piuttosto sorpreso di fronte a questa domanda, perché nemmeno lui conosceva la risposta. Decise di mettere alla prova la Grifondoro, e disse: "bho, volevo vedere come reagivi". Allora subito gli occhi della ragazza diventarono lucidi e una lacrima cadde sulle guance rosee. Intanto Hermione si girò e fece per andarsene, ma Draco la trattenne e disse: "scherzo, ti credevo più astuta Granger... L'ho fatto perché ti amo. E ti amerò incondizionatamente, irrevocabilmente e, soprattutto, sempre".




Ciao a tutti, ho due cose da dirvi.
La 1° è che vi sono infinitamente grata per le visualizzazioni e per le stelline, senza parlare dei commenti... Abbiamo raggiunto 1k, e lo abbiamo fatto insieme, perché in fondo siamo tutti una grande famiglia.... Quella dei Dramione shippers! Per cui grazie mille, sono un piccolo grande risultato.❤
-Sara ⚡
La 2° è che il finale di questa One Shot, "sempre", la dedico tutta al nostro Alan. Già, perché esattamente 2 anni fa ci ha lasciato, combattendo fino alla fine contro la sua malattia. Grazie per aver interpretato magnificamente il ruolo di Severus come solo tu potevi fare... Non dimenticheremo mai tutte le emozioni che ci hai fatto provare, dalle risate ai pianti... Continueremo ad amarti.
Dopo tutto questo tempo? Sempre.

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