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È così felice.
Sono così felice
Ridacchia e posa il telefono sul bancone del bar a cui è appoggiato. Per poi riprenderlo subito dopo.
Sono così felice Ethan
Così tanto
Stavolta il telefono lo mette in tasca, riprende la tazzina di caffè in mano e finisce il contenuto in un sorso. Si gira per controllare ancora una volta gli orari d'arrivo dei treni, come se non avesse guardato quel display almeno dieci volte in un'ora, come se Ethan non gli avesse scritto i suoi orari d'arrivo e partenza, come se non li avesse controllati comunque su internet fuori dalla metro.
Dieci minuti.
Non deve correre. Può camminare tranquillamente nel sottopassaggio, come sta facendo ora, scansare la folla di corsa piena di bagagli, come sta facendo ora, salire le scale che portano al Binario 8 come sta facendo ora.
Il sole delle 15,18 è strano visto da qui.
Va tutto bene.
Prende il telefono dalla tasca, l'ha bloccato e sbloccato almeno trenta volte, ma stavolta a ragione.
Ho paura
Non deve.
Non devi
Ho paura invece Ho paura Thomas
Non deve andrà tutto bene, si conoscono ormai, si conoscono da quelli che sembrano anni, sono amici, si vogliono bene e-
Cambierà tutto.
Non cambierà niente Farò in modo che non succeda
Il vociare in banchina si intensifica.
Il treno regionale 7550 delle ore 15,24 è in arrivo al Binario 8!
Un fischio.
Il cuore gli salta nel petto. Il cellulare è in tasca, non gli servirà.
Ethan è qui.
Attenzione! Allontanarsi dalla linea gialla!
Le rotaie stridono, le persone si spingono verso i vagoni, Thomas è fermo.