3- Il ciondolo

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CAPITOLO 3 - Il ciondolo

Erano vestiti entrambi di nero e sembravano essere usciti da qualche rivista di modelli.

I due mi fissavano da testa a piedi e non riuscii a frenare la lingua.

Odiavo essere fissata.

"Problemi?"

Domandai seria.

Il moro si girò verso il riccio che fece un sorriso sghembo.

Li guardavo senza distogliere lo sguardo,aspettando una risposta.

"Siete muti?"

Dissi un pò innervosita.

"Calma ragazzina!Stavamo solamente guardando!"

Rispose il moro.

"Bel caratterino direi!"

Aggiunse il riccio.

Non avevo nessuna intenzione di perdere altro tempo con quei due e mi girai,diretta verso il bagno.

Una grande mano mi prese il braccio e mi ritrovai da sola davanti il moro,mentre il riccio entrava nella sua classe,qualche metro più avanti.

Lo guardai male.

"Bel ciondolo,ragazzina!"

Disse avvicinando lo sguardo al mio collo.

Il sole illuminava il suo viso e gli occhi erano diventati di un colore simile all'ambra.

Per qualche secondo rimasi pietrificata dalla sua bellezza.

"Non chiamarmi ragazzina!Chi credi di essere?"

Risposi tornando nel mondo dei vivi, liberandomi velocemente dalla presa.

Il moro sorrise spavaldo e lo guardai seriamente per poi andarmene.

Cominciai a camminare velocemente verso il bagno.

Non bastavano tutti i cretini che già c’erano in questa scuola,adesso se ne erano aggiunti altri due e non mi meravigliava che li avevo incontrati proprio io.

Mi girai per controllare di nuovo il lungo corridoio e feci un respiro di sollievo quando notai che era vuoto.

Quei due erano belli quanto inquietanti, sotto i loro vestiti neri come le piume di un corvo.

Entrai nel piccolo bagno e poi cominciai a guardare il riflesso del mio viso sul piccolo specchio.

I parenti e qualche amico di mia madre dicevano che ero una bella ragazza, eppure non mi vedevo affatto così. Non che fossi brutta, ma neanche bellissima come dicevano loro.

Preferivo essere nella categoria della ragazze “carine, ma non troppo”.

Osservai il ciondolo al mio collo. Era fatto di un legno massiccio e molto probabilmente era stato scolpito a mano. La zampa sembrava più quella di un lupo che di un cane, ma di questo non ne potevo essere certa, visto la grande somiglianza dei due animali.

In ogni caso, era stato un bel regalo da parte dei miei nonni, nonostante avevo già compiuto 18 anni da più di un mese.

La toccai con le dita e sentii come dei piccoli solchi nella parte dietro della zampa.

Un incisione.

Avvicinai il ciondolo agli occhi,cercando di leggere cosa ci fosse scritto.

“Bravery” – “Coraggio”

L'altra metà dell'anima I - CoraggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora