2- Lupo

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CAPITOLO 2 - Lupo
 
Stavamo camminando diretti verso casa mia e nonostante facessi quella strada da ormai 18 anni,sembrava sempre più lunga del solito.
Prendere il piccolo pulmino della scuola era impossibile perchè si riempiva in pochi secondi,soprattutto da ragazzini del primo anno.
Inoltre non avevo ancora la patente quindi non se ne parlava proprio di guidare.
Niall era al mio fianco e sgranocchiava delle caramelle.
"Ne vuoi una?"
Disse guardandomi.
Annuii e me ne passò una.
Alcune macchine sfrecciavano sull’asfalto della piccola stradina.
"Anche questa volta a piedi,Fray!I cavalli dove li hai lasciati?"
Disse ridendo un ragazzo dai capelli castani,affiancato,sul sedile del passeggero, da Jessica.
"Ti consiglio di guardare avanti,grandissimo imbecille dal quoziente intellettivo pari a quello di una fottutissima formica!"
Niall scoppiò a ridere. La sua risata rimbombò per il bosco che costeggiava la strada e cominciai a ridere anche io.
Diciamo che ero abituata ad essere presa in giro e,ormai da tempo, avevo anticorpi specifici per situazioni del genere. Quando ero più piccola ,appena mi trovavo da sola in camera, scoppiavo in lacrime pensando a tutte le cattiverie che dicevano le persone. Solamente perché non facevo le stesse cose che facevano loro. Ma crescendo, imparai che potevo fare due cose: rispondere o prenderli direttamente a pugni in faccia. Di solito utilizzavo la seconda opzione solo in casi estremi.
 
In lontananza notai la cassetta della posta con scritto  il mio cognome e il piccolo steccato bianco che delimitava la nostra proprietà.
Entrammo dal cancelletto e cominciammo a camminare per la stradina sterrata che portava verso casa mia.
Avevamo un terreno enorme,probabilmente ereditato dai nonni, con la casa che non era possibile intravedere dalla strada, un capannone con gli attrezzi, un vecchio trattore e qualche recinto che prima veniva utilizzato per l'antichissimo allevamento di cavalli di chissà quale secolo.
Lo steccato era stato verniciato qualche anno fa da me,mia madre,Niall e l'aiuto di qualche vicino, per renderla un pò più carina.
Improvvisamente Niall si fermò,avvicinandosi a un cespuglio.
"Cosa c'è?"
Domandai avvicinandomi.
Il biondino allungò un braccio e tra le mani prese un piccolo uccellino.
"Ha un ala spezzata!"
Disse facendomelo vedere meglio.
Il piccolo cinguettava e somigliava molto a quello che si era posato sulle mie scarpe,quella mattina a scuola. Stesso colore del piumaggio che sfumava dal blu al celeste.
Continuammo a camminare e Niall lo teneva tra le mani,accarezzandogli la piccola testolina.
 
Entrammo in casa e ,come al solito, mia madre aveva già preparato il pranzo.
"Salve signora Fray!"
Disse Niall.
Andai da mia madre e gli diedi un bacio sulla guancia per salutarla.
"Niall , quante volte devo dirti di chiamarmi Rose? Oh.. ma cosa abbiamo qui?Un nuovo arrivato?"
Disse guardando l’uccellino.
"Un piccolo Cuculo dal piumaggio celeste!Ha un ala spezzata?"
"Si,signor.. ehm.. Rose!"
Mia madre prese il piccolo tra le mani e andò nello stanzino sotto le scale,per prendere una gabbietta.
Cominciammo a mangiare e,dopo qualche minuto, ritornò tutta sorridente e soddisfatta.
Nella piccola gabbia aveva messo dell'acqua, del cibo per uccellini e dei pezzi di carta dentro il piccolo nido dove si riposava l'uccellino con l'ala fasciata.
"Adesso dovrebbe stare meglio! Dopo portalo in camera tua!"
Disse mia madre mettendosi a tavola.
Era grazie a lei se avevo quella strana passione per la natura e fin da piccola, ogni volta che io e Niall portavamo un animale ferito, ci aiutava sempre a rimetterlo in sesto.
Al collo portava un ciondolo con una piuma,probabilmente per la sua enorme passione per gli uccelli.
Nonostante mi aiutava con gli animali, non parlavamo molto,io e lei.
Molti dicevano che ci somigliavamo,eppure io non notavo tutta questa somiglianza. Tranne per i capelli castani,più o meno della stessa lunghezza,e il colore scuro degli occhi.
 
Niall poggiò la gabbietta sulla scrivania vicino la finestra e mi sdraiai sul letto.
Le pareti della mia camera erano color verde chiaro ed erano tappezzate di foto di famiglia e di animali di tutti i tipi.
Alla parte opposta del letto c'era una piccola libreria con libri di tutti i generi.
Mentre vicino la scrivania,dove era poggiato il pc portatile, c'era la finestra che si affacciava per il prato e, più in fondo, si intravedeva un boschetto.
"Come lo chiamiamo?"
Domandai al biondino,intento a guardare il pc.
"Muffin!"
"Ma i Muffin sono rosa!"
"Allora lui sarà il primo Muffin celeste esistente nel mondo!E comunque quelli rosa sono Marshmallow, non Muffin.."
Concluse Niall sorridendo.
Probabilmente aveva già programmato da una buona mezz'ora di chiamare quel povero uccellino con quel nome.
Sdraiata sul letto,chiusi gli occhi per qualche secondo.
"Grazie!"
Sobbalzai sentendo la stessa voce del bambino che avevo sentito quella mattina a scuola.
Mi alzai di scatto e guardai Niall.
"Di cosa?"
Domandai accigliata.
"Cosa?"
Disse il biondino confuso.
"Hai detto grazie!"
"Non mi pare.."
Lo guardai male. Probabilmente mi stava prendendo in giro.
 
Il pomeriggio passò in fretta tra lo studio e il divertimento. Niall tornò a casa alla solita ora,verso le 19.
Dopo cena mi ritrovai di nuovo sul mio letto,intenta a leggere Breaking Dawn.
"Ma si può essere così antipatici?"
Domandai ad alta voce,rivolta al nulla,pensando a quel bipede del mio prof. di filosofia.
Mi odiava veramente e non c'era speranza di riportarlo sulla retta via.
Dopo qualche ora, mi alzai per controllare l'uccellino.
Il piccolo dormiva beatamente nel suo letto di carta,con l'ala ancora fasciata.
Guardai fuori dalla finestra e un cielo stellato illuminava la notte.
Presi un giacchetto e decisi di uscire.
 
In salone, mia madre dormiva sul divano con la tv accesa e,senza fare rumore, uscii di casa.
Cominciai a camminare verso l'albero che si trovava immerso nel prato davanti casa e intanto alzai lo sguardo per guardare il cielo.
Uno strano rumore proveniente dal piccolo boschetto mi fece sobbalzare.
Guardai tra gli alberi e notai una figura che si muoveva lentamente per poi sbucare dalla fitta vegetazione.
Un brivido corse lungo la mia schiena quando mi ritrovai a pochi passi da un lupo.
Lo guardai attentamente e sorrisi.
Il lupo aveva il pelo argentato,proprio come quello che avevo visto da piccola.
Avrei giurato che fosse lo stesso.
Mi osservava con le orecchie dritte e la coda abbassata,segno che non voleva attaccare.
Non avevo paura e rimasi a guardarlo.
"Alice,dove sei?"
Mia madre mi chiamò affacciata alla porta e mi girai per risponderle.
"Arrivo!"
Urlai per farmi sentire.
Girai di nuovo lo sguardo ma non c’era più traccia di nessun lupo. Eppure non avevo sentito l’erba muoversi.


 
Il sole illuminava la mia camera e riuscii a svegliarmi prima del suono della sveglia.
Sgranchii la schiena e mi alzai diretta verso il bagno.
Il piccolo Muffin fischiettava nella gabbietta e creava una melodia che sembrava essere una vera e propria canzone.
Feci una doccia veloce e indossai dei jeans e una semplice t-shirt blu, legando i capelli in una treccia laterale.
Spostai le tende della finestra e il sole mi fece risvegliare del tutto, illuminandomi il viso.
In lontananza si vedevano le alte vette canadesi ancora innevate e ogni volta pensavo a quanto fossi fortuna nel svegliarmi e vedere uno spettacolo così maestoso. Mentre quei poveri ragazzi di città si svegliavano e vedevano solo grattacieli.
Una figura proveniente dalla stradina sterrata si stava avvicinando a casa mia.
Era Niall,che tutte le mattine veniva a chiamarmi per andare insieme a scuola.
Alla luce del sole, i suoi ciuffi biondi diventavano come dorati e i suoi occhi assumevano un colore più chiaro.
Scesi le scale e trovai mia madre sulla poltrona a leggere un libro. Un libro molto famigliare. Breaking Dawn.
"Da quando leggi i miei stessi libri?"
Domandai prima di aprire la porta.
"Ero incuriosita da questo in particolare, visto che ne parlano tutti!"
"Mamma, ma non avevi detto che odiavi leggere storie che riguardavano licantropi,vampiri e altre creature?E poi dovresti leggere anche quelli prima per capirci qualcosa!"
Dissi seria. Certe volte non la capivo proprio.
"Aspetta!"
Mi madre si avvicinò e facendo dondolare un ciondolo davanti i miei occhi, disse:
"Un regalo, dei nonni, un po’ tardi, per i tuoi 18 anni!E’ un portafortuna!"
Lo osservai bene ed era fatto dello stesso materiale e colore del ciondolo di mia madre,solamente che, invece di una piuma, era a forma di zampa di cane.
Lo indossai e poi uscii dalla porta di casa, correndo verso Niall.
 
Stranamente quella mattina ero particolarmente tranquilla.
Soprattutto perché non avevo lezione di filosofia!
Suonò la campanella dell'intervallo e uscii dalla classe insieme a Niall,diretta verso il giardino dove ci aspettavano.. beh, dove non ci aspettava nessuno.
Il biondino,come al solito,addentava un enorme panino al prosciutto e ogni tanto dava qualche pezzo anche a me.
In lontananza notai Jessica che mi guardava e rideva insieme alle altre oche delle sue amiche.
Alzai il dito medio e sorrisi.
Davanti a me passarono Justin,Demi e Jade e,come al solito,Justin mi salutò con un gran sorriso, muovendo lentamente la mano. Loro facevano parte del gruppo studio della scuola e aiutavano gli alunni in difficoltà con qualche materia.
A inizio anno avevo chiesto a Justin di aiutarmi in filosofia ma, dopo qualche settimana, dichiarò di provare qualcosa per me. Non lo presi in considerazione ma, a quanto pare, ancora non si dava per vinto.
Per quanto riguarda Demi e Jade, loro erano ragazze normali e qualche volta uscivamo insieme. Anche se non era proprio il massimo del divertimento.
La campanella di fine intervallo suonò e camminammo diretti verso la classe,dove ci stava aspettando il professore di storia. Un vecchietto tranquillissimo che passava i primi quaranta minuti a parlare di cose che riguardavano di tutto tranne che della storia e poi ci lasciava gli ultimi dieci minuti a cazzeggiare tra di noi. Quindi non facevamo praticamente niente.
"Vado in bagno!"
Dissi a Niall,prima che entrasse in classe.
Lui annuii e cominciai a correre per il corridoio, diretta verso il bagno delle ragazze.
Ma appena svoltai l'angolo,andai a sbattere contro qualcuno.
Sentii lo stesso brivido lungo la schiena, quando incrociai di nuovo il suo sguardo.
Era lui, il ragazzo che avevo incontrato il giorno prima per il corridoio. Stessi capelli neri, stessi vestiti neri.
Ma questa volta non era solo. Vicino a lui c'era un altro ragazzo dai capelli ricci e dagli occhi dello stesso colore dello smeraldo che mi fissavano incuriositi.

Miracolo ho aggiornato subito!!!Vorrei sapere se vi sta incominciando a piacere la storia quindi una Recensioncina (?) mi farebbe piacere 

Kisses Karen

L'altra metà dell'anima I - CoraggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora