Ti porto sulla luna

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Eccomi tornata! Spero che questo capitolo vi piaccia, le cose cominciano a cambiare.. Aspetto vostri commenti, baci❤️
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Il giorno dopo mi svegliai con un forte mal di testa. Come al solito ero sola in casa e mi rigirai nel letto ma non appena presi il telefono e lessi l'orario, sbuffai alzandomi e preparandomi per andare a lavoro.
Mi lavai e dopo indossai la divisa che mi aveva dato Maurizio, il mio datore di lavoro.
Presi al volo la mia tazza di caffè e uscì di casa. Oggi stranamente a Roma c'era il sole e faceva persino caldo. Cammina in direzione della metro e dopo tre fermate scesi a Piazza del Popolo.
"Buongiorno." dissi entrando dentro il locale e salutando tutti i miei colleghi.
Tutti ricambiarono il mio saluto e poi mi si avvicinò Maurizio.
"Buongiorno Zora, pronta per il primo giorno? Questa è la tua postazione." mi disse indicando il bancone.
Andai verso il bancone pronta a servire i clienti. Avevo il turno tutta la giornata e poi avevo la pausa pranzo, così approfittai per chiamare Katy, che mi raggiunse poco dopo.
"Come ti trovi?" mi chiese lei mentre eravamo sedute al tavolino a mangiare un panino.
"Come primo giorno niente male, si lavora." esclamai dando un morso al mio pranzo. Restammo a parlare per un po' quando guardando l'orologio, le dissi che tra 5 minuti dovevo rientrare. Ne approfittai per fumare una sigaretta e salutai Katy.
"Cosa fai stasera?" mi chiese alzandosi e prendendo la borsa.
"Sono al concerto di quel gruppo.. I Måneskin." dissi deglutendo quando l'immagine del viso di Damiano mi tornò in mente dopo aver pronunciato il nome del gruppo.
Katy rimase sorpresa dalla mia risposta e aggrottò le sopracciglia guardandomi in modo interrogativo.
"Anche tu rimasta affascinata da Damiano?"
Sgranai gli occhi non appena pronunciò il suo nome. Lo conosceva? Com'era possibile?
"Lo c—conosci?" chiesi balbettando.
"Come no! Qua tutti conoscono i Måneskin, e poi Damiano é il classico ragazzo che sa come farsi notare." mi disse rivolgendomi un occhiolino.
"Mah, a me sembra un po' troppo convinto della sua bellezza, non è per me." risposi scuotendo la testa e facendo spallucce.
Katy rimase a guardarmi cercando di capire se fossi seria o meno. Alla fine sospirò e mi diede un bacio prima di andarsene e farmi cenno con la mano di chiamarla.
Rientrai al locale e la giornata passò molto velocemente.
Una volta finito il turno guardai l'orario. Le sette e mezza. Il concerto era alle 8:15, se volevo cambiarmi e arrivare in orario dovevo correre.
"Ci vediamo domani!" esclamai salutando i miei colleghi e scappando in direzione della metro. Una volta arrivata a casa, mi tolsi la divisa e la lanciai in un punto imprecisato della stanza. Entrai in doccia e mi lavai il più velocemente possibile. Poco dopo mi squillò il telefono.
Numero sconosciuto.
"Pronto?" dissi sussurrando.
"Zora! Sono Thomas." mi rispose la voce dall'altro capo del telefono.
"Thomas, ciao! Che succede?
"Volevo solo dirti che mi ha detto Giorgio ti avvisarti che sarebbe passato lui a prenderti, tra venti minuti." disse. Di sottofondo sentì un rumore di batteria, evidentemente stavano provando.
"Oh perfetto, ci vediamo al locale." sorrisi e chiusi la chiamata.
Scelsi di mettere un vestito aderente nero, raccolsi i capelli in una coda e misi il mio solito rossetto rosso. Decisi di mettere gli stivaletti per rimanere comoda.
Dopo venti minuti precisi suonò il citofono e senza neanche rispondere, presi la pelliccia bianca, la borsa e scesi.
Giorgio era in macchina che mi aspettava e appena mi vide la sua faccia cambiò.
"Come siamo belle!" mi disse lui stupito.
Arrossì al suo complimento e dopo avergli lasciato un po' di rossetto sulla guancia, dovuto al mio bacio, partimmo in direzione del locale.
La mia gamba iniziò a tremare dall'agitazione e cercai di tenerla ferma con la mano per non fare notare a Giorgio il mio stato d'animo e ricevere domande.
Una volta arrivati, la folla era talmente tanta che bloccava l'entrata.
Il buttafuori non appena ci vide ci fece entrare da un'entrata secondaria e non capì cosa stava succedendo fino a quando non mi ritrovai nel backstage.
"Ciao!" disse una voce alle mie spalle che mi obbligò a voltarmi.
Alle mie spalle c'era Victoria che mi salutava con un sorriso. Indossava un vestitino nero smanicato largo sui fianchi, calze a rete e stivaletti neri. Le palpebre erano di un colore chiaro e si notavano dei brillantini alle estremità.
"Ciao, come sei bella!" risposi senza neanche pensare a cosa stavo dicendo. Lei per ringraziarmi mi abbracciò, come se fosse abituata a vedermi ai loro concerti e soprattutto nel backstage. Dopo di lei arrivarono a salutarmi anche Thomas ed Ethan. Ma io aspettavo solo Damiano, lo cercavo per tutto il backstage ormai da dieci minuti buoni. Sentì tutta la folla urlare non appena le luci si spensero. Ma appena si riaccesero, il mio cuore si fermò. Al centro del palco c'era Damiano, che quella sera era di una bellezza disarmante. Indossava una camicia nera con le maniche svoltate, jeans neri e vans dello stesso colore. Aveva i capelli sciolti, che ricadevano mossi sulle spalle. Orecchini pendenti e come al solito aveva le unghie smaltate di nero e i soliti anelli massicci alle dita. Si tolse il cappello per sistemarsi i capelli e notai la matita nera sotto gli occhi. Quando si rimise il cappello girò il viso e rimase a fissarmi per una quantità di tempo che sembrò infinita. Il suo sguardo era serio, ma aveva anche delle note dolci. Rimasi bloccata a fissarlo per osservare ogni suo minimo particolare. Non appena prese il microfono, la folla cominciò ad urlare che quasi non si sentivano neanche le parole della canzone.

Hi everybody this is Maneskin, you're listening to Chosen...

Damiano cominciò a cantare e a muoversi come solo lui sapeva fare.
Mi sporsi leggermente cercando di non essere vista e guardai il pubblico. Il locale era colmo di ragazze che battevano le mani a tempo e sorrisi quando Damiano si avvicinò al pubblico toccando le mani di alcune ragazze in prima fila. Potevo leggerglielo in faccia il suo entusiasmo nel trovarsi lì, quel palco era la sua casa e si vedeva che aveva intenzione di arrivare sempre più in alto.
Lessi la scaletta delle canzoni. Avevano cominciato con Chosen, il loro inedito. Seguivano poi delle cover di altre canzoni e infine l'ultima era "Vengo dalla luna" una delle mie canzoni preferite.
Lo spettacolo proseguì e io me ne stavo dietro le quinte a guardare ogni canzone senza mai distogliere lo sguardo da Damiano. Per l'ultima canzone, i ragazzi andarono a cambiarsi e scomparvero nei loro camerini.
Damiano fu il primo ad uscire. I suoi capelli erano tirati indietro, lasciando intravedere la rasatura laterale. La matita sotto gli occhi era più marcata e accentuava il suo sguardo. Questa volta al posto della camicia, indossava un semplice maglioncino a collo alto nero. Mi girai per guardarlo e lui si girò nello stesso momento, incrociando il mio sguardo. Deglutì quando lo vidi avvicinarsi verso di me con quello sguardo che sembrava ti volesse costringere a guardarlo senza distrarti. Diedi una rapida occhiata per vedere se non ci fosse nessuno, non volevo dare troppo nell'occhio, soprattutto non volevo che Giorgio mi vedesse parlare con Damiano dopo il discorso della sera precedente. Damiano si avvicinò talmente tanto a me che potevo sentire il suo respiro addosso. La mascella serrata, lo sguardo fisso. Occhi contro occhi. Pensai che il mio cuore non poteva battere più veloce di così. Lui mi prese il viso tra le mani e iniziai a tremare. Avvicinò il suo viso al mio, i nostri nasi si sfioravano.
"Ti porto sulla luna." disse prima di lasciarmi un leggero bacio sulle labbra e scomparire dietro il palco.

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