Ciao! Vi è piaciuto il capitolo scritto dalla parte di Damiano? Ho deciso di fare sempre qualche capitolo sia dalla parte di Damiano che dalla parte della protagonista, Zora. Oggi a parlare sarà nuovamente Damiano, vi lascio e buona lettura!
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Finimmo il concerto. Come sempre l'emozione era tanta, ringraziammo il pubblico e le luci si spensero, questa volta definitivamente.
"Abbiamo spaccato come sempre regà!" disse Victoria avvicinandosi, battendo la mano a ciascuno di noi. Le sorrisi prima di vederla scomparire dietro la porta del suo camerino. Mi diressi anche io verso il mio camerino ma quando aprì la porta qualcuno mi prese per il braccio fermandomi.
"Possiamo parlare?" quella voce, era Zora.
"Certo." le dissi facendola entrare nel mio camerino.
Se fosse stata un'altra ad entrare nel mio camerino sarebbe stata già nuda, ma Zora devo ammettere che aveva una gran faccia tosta a presentarsi per parlare con me dopo il mio modo di fare.
"Ti ascolto." le dissi mentre mi sedevo sulla sedia togliendomi il maglione, rimanendo a petto nudo davanti lei.
Lei arrossì, si notava visibilmente il suo imbarazzo e per cercare di farla parlare senza fissarmi ogni volta il petto nudo, misi una maglietta. Lei visibilmente cambiò espressione e si schiarì la voce per cominciare a parlare.
"Vorrei capire perchè ti sei comportato così." disse con voce insicura, forse dentro di lei stava provando un tale imbarazzo che neanche lei era convinta di volersi trovare li con me, solo noi due.
"Così come?" eslamai aggrottando le sopracciglia mentre presi al volo una sigaretta dal tavolo e l'accesi, rimanendo con i miei occhi puntati contro i suoi.
Lei si morse il labbro stringendo la catenella della borsa. Le sue nocche stavano diventando bianche dalla presa, mi aspettavo si girasse e se ne andasse sbattendo la porta, invece non si scompose neanche un po' ma il suo sguardo si fece sempre più serio.
Sbuffò, forse in preda all'esasperazione e prese una sedia posizionandola difronte me, in modo da tenermi bloccato. O parlavamo o parlavamo, mettendosi seduta difronte me non mi aveva lasciato scelta.
"Me lo chiedi pure?" Sbottò lei quasi urlando e io le feci cenno di abbassare la voce, altrimenti ci avrebbero sentiti tutti.
"Ieri sera fai come se non ci fossimo mai incontrati e stasera cosa fai? Prendi e mi baci? No signorino, non funziona così!" esclamò sbattendo nervosamente il piede a terra.
Feci l'ultimo tiro dalla sigaretta e prima di risponderle rimasi un attimo a fissarla e pensare. Mi era capitato altre mille volte di avere discorsi simili con ragazze che si lamentavano del mio modo di fare, ma non so perchè questa volta mi sentivo quasi in colpa. Questa volta sentivo che era diverso, che lei era diversa.
"Hai ragione." ammisi gettando fuori quelle parole che venivano difficili pure a me da dire "ho sbagliato a comportarmi così, ma io purtroppo sono fatto male. Con le ragazze mi sono sempre comportato in modi sbagliati, ma non ci davo peso, lasciavo che il tempo risolvesse le cose e ogni volta per me era un divertimento. Sai quante ragazze pagherebbero per stare qui al posto tuo? Ma io voglio solo te qua." sospirai passandomi la lingua tra le labbra, incredulo che dalla mia bocca fossero uscite queste parole verso una ragazza.
Lei strizzò gli occhi, mi guardò interrogativa e mi scrutò per qualche istante prima di parlare.
"Sei serio? Mi stai prendendo ancora una volta in giro?" esordì lei roteando gli occhi al cielo.
Sinceramente, neanche io avrei creduto quelle parole. Ma infondo potevo vedere come andava, che male c'era? Se poi non funzionava pazienza, l'avrei chiusa e sarei andato avanti con la mia vita e lei con la sua. Per me l'amore non esisteva realmente e di certo non volevo prometterle niente ne darle false speranze. Potevamo uscire insieme qualche volta, come amici, poi chissà, odiavo fare previsioni future.
"Sono serio. Potremmo uscire qualche volta insieme, che dici?"
"Mh.." mugugnò mettendosi la mano sotto il mento quasi come per riflettere sul cosa dirmi "si potrebbe fare, ma senza nessun impegno in particolare, non mi fido di te." aggiunse storcendo il naso.
Risi, non avevo come darle torto. "Senza nessun impegno in particolare" aggiunsi ripetendendo le sue stesse parole. Poi presi un bigliettino e le scrissi il mio numero porgendoglielo. Lei esitò guardandomi, ma poi prese il biglietto e se lo mise in tasca. Si alzò e io mi alzai con lei e la seguì verso la porta che per poco non mi sbattè in faccia.
"Ciao eh!" esclamai e lei si voltò facendomi una smorfia. Mentre stavo per richiudere la porta si presentò Thomas nel mio camerino che mi guardava stranito.
"Che ci facevate voi due soli nel tuo camerino?" chiese con un espressione di stupore rimanendo appoggiato allo stipite della porta.
Risi tra me e me, poi presi le mie cose e mi girai camminando verso di lui.
"Embè?" dissi dandogli qualche leggera pacca sulla spalla e uscì, lasciando Thomas con la bocca semi aperta che mi guardava storto esclamando poi un "Bah!" seguito dal rumore della porta che si chiudeva.
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dirty soul.
Fiksi PenggemarDamiano: romano, 20 anni, barista in un pub in un quartiere malsano di Roma. Zora: russa, 18 anni, sognatrice e viaggiatrice alla ricerca di una meta. Ma se l'ultima tappa del suo viaggio fosse proprio quel pub? La sua meta sarebbe finalmente raggi...