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«Per leggere un romanzo ci vogliono due o tre ore. Per leggere una poesia ci vuole una vita intera.»
(Christian Bobin)
Provando a trascinare fuori qualche frammento sconnesso e disordinato di me stessa che vive nella mia mente e nel mio...
Questa è una delle più importanti e significative per me, ho davvero amato scriverla. Quindi se vi va di dire un vostro parere a riguardo o anche solo per farmi sapere se vi ha suscitato qualcosa, io ne sarei felicissima. Buona lettura! xx
• 49 — frecce
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Mi guardo allo specchio, poi mi volto di profilo e osservo la mia schiena nuda, colma dalle spalle fino all'osso sacro di frecce che infilzano la mia pelle, gravano su di me, ricordandomi tutti gli errori che ho commesso, tutti gli errori che ancora commetto. E per ogni errore ne arriva una nuova che mi viene scoccata all'improvviso. Continuo a guardare le frecce, esce qualche goccia di sangue, alzo il braccio e ne afferro una con la mano, la stringo forte e tiro, ancora e ancora. Nulla. Poi poso di nuovo gli occhi sullo specchio davanti a me e vedo la tua figura posizionarsi dietro di me, mi sorridi e anch'io ci provo ma il risultato è stato solo un misero e patetico tremolio di due labbra che provano ad incurvarsi all'insù. Poi posi lo sguardo sulle frecce, non avresti dovuto vederle, voglio andare a nascondermi, ti faccio schifo, non è vero? O ti faccio pena? Perché sei qui? Non avresti dovuto conoscere tutto questo. Infine ti abbassi e il tuo viso arriva all'altezza delle frecce, inizi ad osservarne una per un po', la sfiori e ne percorri la forma, poi sento le tue labbra appoggiarsi lì, in quell'angolo di pelle occupato dalla punta della freccia. Ed in quell'istante la freccia si stacca immediatamente e cade per terra. Lo sento, lo sento subito il sollievo che divampa nel mio petto nel portare un peso in meno, è un senso di liberazione che non avrei mai pensato di poter provare. Poi ne baci un'altra e un'altra ancora e ancora e ancora, finché la mia schiena è libera, è pulita, è nuova. Poi osservi ed ammiri ciò che hai fatto, mi sfiori la pelle che tu hai lavato e sorridi mentre lo fai, io sorrido ma vedo la tua immagine più sfocata forse è perché sto piangendo, ma in questo momento non me ne rendo pienamente conto. Poi ti abbassi di nuovo, le tue labbra si posano sugli stessi punti di prima, ed in quell'istante dove una volta crescevano frecce ora nascono rose.