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«Per leggere un romanzo ci vogliono due o tre ore. Per leggere una poesia ci vuole una vita intera.»
(Christian Bobin)
Provando a trascinare fuori qualche frammento sconnesso e disordinato di me stessa che vive nella mia mente e nel mio...
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Non so cosa farò domani, né cosa vorrò dal domani. Non so se mi piacerà ancora scrivere poesie, o meglio, improvvisare parole un po' disordinate e scollegate fra di loro e impostarle in versi. Non so se continuerò a farlo, se sarò in grado di farlo, non so se tutte queste parole abbiano mai avuto senso per qualcun altro che non sia me, non so se per degli occhi estranei queste parole siano soltanto pazzia e stranezza, un mix insensato che non vale la pena di leggere. Un qualcosa senza filo logico, a tratti ridondante e un po' pesante, così melenso e melodrammatico, insomma che va troppo sul tragico. Troppe parole senza sostanza che si soffermano solo a descrivere la sofferenza, troppe parole che potrebbero essere confuse e fraintese, potrebbero essere odiate o amate, ma l'unica cosa che voglio, l'unica cosa che spero è che dopo poco più di settanta poesie, mi basta che una parola, solo una parola tra tutte quelle che avete letto, vi sia arrivata al cuore. Se c'è anche solo una parola che vi ha provocato qualcosa, che vi ha scombussolato o semplicemente fatto riflettere allora vuol dire che anche voi ne fate parte, vuol dire che avete trovato un piccolo frammento di vetro che riflette la vostra anima, ed è proprio da lì che vi potrete specchiare e che potrete osservare la vostra vera essenza. Pulite sempre quel frammento di specchio e continuate a guardare la vostra anima che cambia e si evolve, che cresce e soffre insieme a voi, continuate a prendervene cura. L'unica cosa che so e di cui sono certa è che se unissimo tutti questi frammenti di specchio formeremmo un'opera d'arte con il riflesso delle nostre anime; e fidatevi, sarebbe lo spettacolo più bello del mondo.
