Capitolo 5: "Quel Ragazzo non Mi é Nuovo..."

14 2 0
                                    

Ormai col cuore a pezzi anche dopo San Valentino, decisi di lasciar perdere questa bruttissima esperienza e dedicarmi di piú agli amici. Era iniziato il mio periodo completamente no, durato per un botto di tempo. Con questo, iniziai ad avere la voglia di provare a fumare di nuovo, e cosí fu, e, oltre alla mia depressione scontata in questi casi, cominciai a litigare e perdere un botto di amici. Facevo molte forche, provai a fumare canne, e poi ci rimurginai sopra. Mentre stavo fumando una sigaretta insieme ad una mia amica fuori scuola, in me sorse una domanda, che ebbe subito risposta. Scaraventai immediatamente la sigaretta a terra, quasi intera, senza pensarci due volte, e le uniche parole che dissi dopo furono: "ma che cosa stò facendo? Chi stò diventando? Perché sono cosí?". Questa mia amica mi guardò subito, sbalordita dall'accaduto, e mentre mi osservava prendere lo zaino ed entrare a scuola, mi chiese gridando che cosa stessi facendo, ed io, sempre piú agitata, non la considerai ed entrai senza parlare con nessuno. Quel giorno, a scuola, mi misi in un angolino dove rimurginai per molto tempo che cosa avessi fatto in quel periodo, ma poi successe una cosa che non mi sarei mai aspettata. Nell'ora di supplenza, un mio amico di quarta, il quale nome era Jordan, mi chiese di seguirlo fino alle macchinette. Io, ancora depressa, gli risposi subito di no, ma lui, insistente, continuava, insinuando che fosse una cosa importante, e infine accettai. Arrivata là davanti, vidi un ragazzo, che mi guardò, e poi ripose il suo sguardo nel caffé. Jordan fece al ragazzo: " Loris, lei é la ragazza di cui ti parlavo". Io, sorpresa, feci un piccolo cenno di saluto, e lui ricambiò. Mi guardava, e quando lo faceva io non ricambiavo, semplicemente perché sapevo che guardandolo mi sarei subito innamorata. Eppure, quel ragazzo già lo conoscevo, anche se non sono mai uscita con i ragazzi piú grandi del 2000. Alzai lo sguardo, e ciò che mi aspettavo successe. Il suo sguardo era incantevole, rimasi a guardarlo solo per 2 secondi perché altrimenti potevo fare cose che non avrei voluto fare. Jordan, per farci parlare, cominciò la conversazione, dicendo che entrambi giocavamo a Geometry Dash, ed io, incuriosita, risposi con un "ah davvero?". La conversazione si chiuse, io tornai in classe e lui rimase lá, però, sinceramente, avrei voluto poter rimanere ancora per tanto a quella dannata macchinetta del caffé.

Unbreaking HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora