2. Incontri e litigi

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-Buon giorno Millie- sento urlare fuori dalla stanza.
Era ora di alzarsi e iniziare una nuova e fresca giornata.
-Buongiorno...ma è puzza di bruciato?!- risposi ancora con la voce rauca mattutina.
Come al solito papà non era riuscito a preparare la cioccolata calda, bruciandola.

Mi alzo e vado a vestirmi, e, rifiutando la cioccolata bruciata, lavo i denti.
Scappo dalle domande feroci di papà sul mio abbigliamento ed esco fuori.

Prendo la bici e inizio a pedalare.
Nessuno può accompagnarmi la mattina, mamma va in ufficio, eh papà chissà dove, perciò tocca a me dare l'inizio alla giornata.

Mi fermo sempre da "Cold Coffee", la mia caffetteria preferita.
Prendo il mio caffè macchiato, o un fake di Starbucks che mi fa mettere su qualche chilo.

E come ogni giorno mi siedo da sola a bere quelle schifezze, guardandomi attorno, vedendo tante tipi di persone che mi fissano come se io fossi la strana.

Ma questa mattina è successa una cosa che non accadeva da sempre.
Mi avvicino alla cassa per pagare. Ma non c'era più Tara alla cassa.
C'era un ragazzino d'aspetto molto -ehy non guardarmi sono incazzato- ,capelli castani come al solito, occhi che manco si vedevano, e le sue mani puntate su una vecchia calcolatrice che manco mia nonna utilizzava.
In poche parole era la prima volta che parlai con uno della mia età, perché più o meno ne poteva avere 17.

-Perché sei triste?- domandai come se non ci fosse un domani.
-Guarda come sono ridotto...- rispose con voce fredda  -i miei mi hanno messo a lavorare perché la scuola non fa per me-
Alzo' la testa al soffitto come segno di imbarazzo e poi mi guardò.

-Io invece mi vado a rovinare a scuola, sono al terzo anno..- risposi per continuare la conversazione, cosa che lui non aveva in mente di fare, e questo si poteva notare già all'apparenza.

-Allora, cosa hai preso?- come mi aspettavo..
-Un macchiato...solo un macchiato- risposi sconcertata.
-Allora questi sono tuoi. Arrivederci- diede il resto e mi salutò.
-Ti sei sforzato davvero tanto a parlare...- quella mattina avevo voglia di discutere con la prima persona che trovavo. Così fu.
-Emh sto lavorando, non dovrei parlare, già è tanto che ti ho detto più di due parole..-
-Bene allora vaffanculo, grazie per l'ospitalità- terminai.
Ecco lo sapevo. Va sempre a finire così.
Non riesco ad essere do.. dol... dolce..

Misi una gomma in bocca, voltai lo sguardo e me ne andai irritata.

Giro l'angolo e presi la mia odiosa bici rosa parcheggiata a terra.
La slego dalla catena che avevo avvolto al palo.
Mentre la slegavo notai una ragazzina dall' altro marciapiede venire verso di me.

Era vestita bene, con un grosso pullover viola che le cadeva sulle ginocchia, e sotto un jeans attillato nero. Aveva i capelli neri, un bel viso, da una forma mai vista prima.
Con una camminata molto rapida, che man mano mi si avvicinava.
Feci finta di niente , ma sapevo in fondo che mi avrebbe chiesto qualcosa.

-Tu sei quella ragazza che si siede sempre al Cold Coffee da sola?-
Volevo arrabbiarmi. Nessuno utilizza con me la parola "sola".

-Si, ma non pensare che stia sola per qualcosa. La tranquillità fa bene ai timpani-
Mi uscirono frasi orribili, ma volevo farle capire di che pasta ero fatta.

-Ssi scusa, intendevo solo sapere se eri tu, perché ti noto sempre mentre cammino verso la scuola, soltanto che quasi la maggior parte delle volte sono in ritardo, quindi rimango dove sono- disse educatamente

-Fai bene a non avvicinarti, la mattina sono irritante, potrei lanciarti per aria solo se mi guardi in modo strano-
Le avevo solo detto la verità. Non volevo mica spaventarla. Nooo.

Proprio perché quella mattina volevo discutere con qualcuno, feci la strana decisione di lasciare la bici lì dov'era, e andare con lei.
Abbiamo detto poche cazzate, e lei rideva senza un perché mentre la guardavo incazzata.

All'entrata di scuola mi ha salutato. Eh si facevamo la stessa scuola e non lo sapevo.
Lei è corsa via.
Ma solo dopo notai che era andata ad abbracciare la comitiva delle Ragazze più False della scuola -io le chiamò così-, vestite peggio delle modelle di Victoria's Secret.
Le ragazze in questione erano Danielle Freed, Lily Proden e Jenna Rules.
In passato ho avuto una rissa con una di loro. Ho vinto io, mentre l'intera scuola pronunciava "Botte".

Io invece non avevo nessun gruppo con cui parlare. Stavo Benissimo con me stessa.
Chi sta meglio di me?

Notai che una della comitiva, quella con cui ebbi la rissa, mi si avvicinò a passo veloce.

-Stronzetta, hai per caso dato fastidio a Loren?-urlò con voce squillante e la cattiveria che le saliva un fronte.

Era Danielle. Si veste sempre in modo strano.
In quel momento indossava una gonna di pelle, sicuramente di marca, che non le arrivava neanche alle ginocchia, delle calze rosa orribili, e una maglia attillata rosa...in poche parole sembrava la brutta copia di Barbie! Il che è un offesa per chi non avesse capito.
Aveva i capelli biondastri e occhi purosamente azzurri.
Sembrava la cattiva di un film. Con tutte le frasi studiate. Che non dice una cosa buona.
E avvolte mi facevano proprio schifo, per non dire sempre.

Eh adesso chi è Loren?
-Non mi far scendere da qui  (ero seduta su un muretto) che ti faccio volare in aria! Non conosco nessuno che si chiami Loren, cosa della frase non ti è chiaro?!-
E in più se ho "dato fastidio Loren" perché non viene Loren a parlarmi?

Mi indica una ragazza di cui riuscivo a vedere solo i capelli scuri.
Poi riconobbi il maglione viola.
La ragazza che mi aveva accompagnato a scuola aveva sparato qualche cazzata.

-L'ho solo accompagnata, informati prima di parlare, idiota- risposi gelida più che mai
La ragazza della rissa si girò e fece avvicinare Loren, che aveva un aspetto impaurito.

-Non ti ho detto che mi ha dato fastidio, ti ho solo detto che sono venuta con lei. Perché dici stronzate?- disse la ragazza del pullover, Loren.

-Ecco te l'avevo detto io. Sei un po' prevenuta bella!- terminai.
-Ci tengo a tenere d'occhio la sorella della mia migliore amica dalle cattive persone, tutto qui- mi rispose Danielle.

Sentii un bisbiglio di voci nel vento che dicevano  -le ho detto questo perché non ci si può aspettare nulla di buono da lei. È pazza. È strana-
Stavano parlando di me.

-Fanculo- le urlai contro.

Loren si girò, con uno sguardo incerto...forse non sapeva se credere il loro punto di vista su di me o venirmi a conoscere di persona per sapere bene.
Ma io non conosco nessuno. Che questo sia chiaro.
Danielle,invece, reagì dandomi  il terzo dito mentre camminava.

Da quando mia sorella se n'è andata non ho fatto altro che farmi odiare da tutti, ma in questo modo, quando io ne ho bisogno, nessuno mi si avvicina.
Meglio così. Mi ci sono abituata.

Loro sono entrate a scuola, io invece ho aspettato che tutti entrassero per stare due secondi sola davvero.






FINE Capitolo


SPAZIO AUTRICE:
Commentate !
Se la storia avrà tante letture continuerò a scrivere...sennò mi fermo qui..
Addie.

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