Mi accomodo nell'aula del mercoledì mattina.
Avevamo biologia. Una delle mie materie preferite.
È difficile che io abbia una materia che mi affascini. Le detesto TUTTE.
La maggior parte delle volte è colpa dei professori.
Educazione fisica la detesto solo per il professore, che a quanto pare, qualsiasi cosa io faccia o dica è sempre sbagliata.
Penso che ci sia un buon motivo per mettermi quattro: antipatia. Mi sembra giusto.Tolgo il giubbotto che la mamma mi aveva prestato, e lo appoggio al muro, sull'appendiabiti.
Beh più che appoggiare lo stavo completamente stracciando. La mattina tendo ad essere molto violenta. Non solo la mattina. Ma particolarmente la mattina.Eravamo quasi tutti in classe, giustamente con un compito di matematica non potevano assentarsi o lo avrebbero dovuto rifare da soli, senza poter copiare, e io ero una di quelle, che copiava.
Ma adesso pensiamo alla biologia!Oltre al continuo pensiero del compito, nella mia mente c'era stampato il sorriso di un ragazzo all'entrata.
Lo conoscevo già. Era di quinta. Beato.
Aveva i capelli biondi, quasi come i miei.
Degli occhi azzurri che si mescolavano al verde puro.
Un mento talmente calcato e preciso che ti ci potevi tagliare, peggio di una lametta.
Delle labbra grandi e lucide, che si mordeva coi denti mentre mi guardava... cioè non voglio dire che stava guardando proprio me...emh si lo stava facendo davvero.
Un collo che profumava di ciliegia quando l'ho per sbaglio urtato per cambiare strada.
Dire che era carino è dir poco. Pochissimo.
Eppure l'ho visto solo per cinque minuti. E riuscirei a fare un intera descrizione su di lui.
Si, l'ho guardato bene.
Non sono una persona che ama ammettere i sentimenti o quello che pensa.
Ma ritorniamo alla biologia.La professoressa Tousend entrò freddamente in classe, dimostrando il suo umore depresso come quello di ogni mercoledì mattina.
Si accomodò lentamente alla cattedra e aprì' il registro per fare l'appello.
Era vestita con una di quelle gonne lunghe dai colori fluo e una maglia attillata che risaltava le sue forme, orribili.
Chiese gentilmente di accomodarci ai nostri posti, la prima volta.
Poi reagì con un urlo finché tutti si sedettero, tra cui io.
A biologia mi sedevo sempre da sola: sia perché volevo prestare più attenzione alla mia materia preferita, sia perché non mi stava simpatico nessuno.
Il mercoledì eravamo ben 23, al contrario del venerdì dove ne siamo solo 11 per via della rotazione.
E il mercoledì la classe è composta dalla maggior parte da maschi. Tutti perfettamente perfetti.
Ma io non riesco mai a farmi avanti.Solo dopo mi accorsi che non eravamo tutti e 23.
Stranamente Lucas Fitz era arrivato in ritardo e, sempre stranamente, si era seduto vicino a me.
Era un ragazzo molto diverso dalla generazione di oggi. La pensava in modo diverso.
Adoravo il suo modo di vestire.
Quel girono indossava un giubbotto di jeans, un jeans nero attillato, scarpe basse grigie e un cappello nei capelli mori e scompigliati che rendano il tutto ancora più bello.
Aveva occhi bellissimi, racchiusi da occhiaie incavate. Non mi era mai stato simpatico fin dal primo anno: con la sua aria da esperto e il suo orgoglio vertiginoso. Ma non potevo nascondere che mi piaceva. Mi attraeva in un certo senso.Provai una strana sensazione nello stare seduta vicino ad un ragazzo, specialmente perché qual ragazzo era Lucas, ma ignorandolo voltai il mio sguardo verso il soffitto, mi rilassava.
La professoressa distribuì a tutti dei microscopi, che io a quanto pare sapevo utilizzare benissimo.
E proprio quando passò per il mio banco, Lucas mi scambiò qualche parola.-Non sembri tanto elettrizzata nel dover stare vicino a me a biologia!- affermò, con un tantino di presunzione.
-Perché dovrei esserlo?- chiesi, quasi ridendo alla sua domanda.
-Perché io sono uno dei migliori in materia, potresti prendere la tua prima sufficienza..-
Era tanto sicuro di quello che diceva che quasi mi dispiaceva dargli una risposta. Ma lo feci lo stesso.
-Sarai anche uno dei più bravi in questa classe, e saprai sicuramente i voti di tutti vista la tua sicurezza, ma di certo sei ignorante nei miei di voti, potrò aver preso quasi tutte insufficienze ma...-
Feci uno di quei sorrisetti maliziosi, e finita la frase lasciai un po' di suspense per vedere la sua faccia.
-..visto che la biologia è la mia materia preferita, la professoressa Tousend ha deciso di raccomandarmi mettendo un bel nove in materia...ne eri al corrente?- ovviamente si trattava di un affermazione, e dopo aver visto la sua faccia ritornai al microscopio.-Bene allora ciò significa che ci daremo entrambi una mano- disse lui.
Odiavo il suo spirito collaborativo, visto che si vedeva che stava fingendo.Iniziammo a lavorare: io con davanti il microscopio e lui il foglio.
Dopo aver svolto qualche lezione sulla chimica inorganica, chiesi di andare in bagno.
Corsi per tutto il corridoio bagnato, lavato da Travis -chissà come senza scivolare- e passai davanti alla classe del ragazzo biondo all'entrata.
Era proprio lì. Al primo banco. Seduto vicino a "Schiatta Brufoli", una ragazza che in prima aveva osato picchiarmi.
Gli lanciai qualche sguardo passando e ripassando davanti l'aula. Finché lui si girò e mi guardò, quasi sorridendo.
Ma non mi accorsi che c'era proprio il professor Debellis, di chimica. MI ODIAVA.
Uscì fuori dall'aula e si avvicinò a me.
Iniziai a tremare e a fingere di non vederlo, ma sapevo che era lì e che stava venendo proprio da me.-Signorina Byer!! Cosa ci fa nei corridoi? È venuta qui per una lezione di chimica?- urlò il professore a squarciagola.
Io lo chiamavo ululatore, era sempre pronto a cacciare un urlo dalla sua enorme bocca, finché non si faceva quello che voleva lui.
-Oh Signor Debellis, che piacere incontrarla, stavo proprio cercando lei- niente di tutto ciò era vero, ma non avevo altra scelta.
-Anche per me è un piacere..- fingeva
-..Potrei sapere perché mi cercava?- chiese con tutto lo spirito maligno racchiuso in lui.Dovevo farmi venire qualche idea.
-Volevo sapere di che marca sono le sue scarpe, sa mio padre ai colloqui ne voleva un paio uguali..- puro disagio.Mi accorsi che lui (ragazzo biondo) stava ridendo e questo fece ridere anche me.
Il professore era racchiuso nei suoi pensieri: magari stava cercando di ricordare la marca delle scarpe, o, sempre magari, stava pensando ad una ramanzina da farmi che non fosse uguale a tutte le altre.Iniziò ad urlare che non sarei dovuta passare per i corridoi dove non era presente la mia classe, che non avrei dovuto disturbare la lezione di chimica perché il professore aveva soltanto due ore a settimana e BLA BLA.
L'importante era che l'avevo visto e sapevo in che classe si trovava. Ma non sapevo il suo nome.
Per adesso...Ma mi ero anche dimenticata che quel pomeriggio sarebbe dovuta venire ZIA PENNY... AHHHH
Fine Capitolo
Spazio autrice:
Allora voglio scusarmi per non aver continuato a scrivere la storia ma in questi ultimi mesi ho avuto veramente da fare: esami, cose cose che non ricordo.
Comunque state tranquilli ho ancora tutte le idee per continuare la storia, basta che voi la continuate a leggere in modo da darmi una spinta, perché significa che vi piace o che vi continua a piacere e a me non può far altro che felice.
GRAZIE per aver continuato a leggere.
Ci vediamo presto.
Kiss💋

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𝙎𝘂𝗻𝙁𝗹𝗼𝘄𝗲𝗿
Romance"Una rosa risulta più appariscente di un girasole, ma se colta comporta dolore, perché essa nasconde le spine."