Avevo passato una giornata davvero orribile. L'unica cosa che volevo era mangiare e stendermi sul divano. Insomma le cose che faccio sempre.
Mi affrettai a pedalare più velocemente per arrivare prima a casa.
Casa mia è l'unico posto dove sono me stessa, dove mi sento bene, mi sento protetta.
È il luogo giusto, anche se ci sono persone che non mi fanno sentire giusta.
Mamma pensa che sono matta da legare...vorrei solo sapere il perché.
Papà non parla con me da 8 anni, l'ultima volta che mi ha chiesto qualcosa è stato ieri <<cambia canale>> sa dirmi solo questo e <<passami il sale>>...Giro l'ultimo angolo e sono arrivata.
Poso la bici all'interno del garage, che solo io utilizzavo ormai.
Apro la porta e faccio sapere che sono arrivata.
<<Sono a casa! Sempre se qualcuno mi sente>> urlo a squarciagola.
Lo stomaco iniziò a brontolare. Avevo fame.
<<Cosa si mangia?>> chiesi aspettando una risposta.
Ma la risposta non arrivò.
Ripeto la domanda non sentendo ancora nessuno.
<<Mamma ci sei?>> domandai
Solitamente lei o lavora di notte, o finisce alle dodici. Non è mai capitato che per le due non era in casa.
Corro al piano di sopra cercando spensieratamente un telefono che funzionasse.
Appena trovato un buon telefono faccio il numero della mamma per sapere dove'era.A telefono:
<<Pronto mamma?! Sono Millie>>
<<Dove sei? A casa?>>
Dove potevo essere se ho chiamato dal telefono di casa?!
<<Si...ma tu dove sei??>>
Era questa la vera domanda
<<Sono a casa di un mio compagno di lavoro...nulla di importante...se arriva papà, digli...digli che puo' riscaldare la pizza che trova nel frigo..>> disse balbettando.
<<Ma come?? Una pizza riscaldata?! Ho fame eh. Penso che ne abbia anche papà>>
<<Beh allora perché non chiami la pizzeria, così avrai una pizza già calda..>>
<<...Ok...Ma approposito di questo tuo compagno di lavoro...chi è? Lo conosco? O mag...>>
Non riesco a finire la frase perché mi attacca in faccia.
<<Mi toccherà mangiare una pizza, che non riesce a sfamare manco niente...ma okk>> dissi tra me e me.C'era un pensiero nella mia testa che diceva che la mamma nascondeva qualcosa...
Nella stanza dove lavora ci sono solo donne, da come ha detto a papà l'anno scorso.
Se avrebbe dovuto fare una riunione l'avrebbe fatta in ufficio, non sola a casa del suo compagno di lavoro.
Non so se mi spiego.
Sarà un suo amante di sicuro. Ma se questo deve far felice la mamma per me va bene.
Papà non serve a niente.
Però almeno avrebbe dovuto dirmelo. Lo sa che non apro bocca con nessuno.Chiamai la pizzeria cercando di pensare a una pizza che mi avrebbe sfamato.
Sempre al telefono:
<<Salve, non è che potreste portarmi una pizza adesso?>> chiesi
<<Certo ,si, mi dica che pizza vuole?>>
<<Mi porti una pizza qualunque...>> esclamai come un idiota.
<<Va bene...mi dica il suo indirizzo>> chiese imbarazzato.
Dopo questa frase riconobbi subito quella voce...
Era il ragazzo di merda che lavorava da Cold Coffee la mattina. Quello che sembrava odiare tutto il mondo attorno a se'. Un po' come me.<<Ahhh...ma io ho capito chi sei!>>esclamai.
<<Davvero? Ci conosciamo?>> disse, sperando che io rispondessi di no.
<<Non proprio maa..io sono la ragazza che tu hai cacciato da Cold Coffee! E questo sarebbe un buon motivo per non andarci più...>>
<<Ohh si ho capito...beh allora ciao! Eh scusa....>>
<<Scusa non sono le parole adatte! Anche io ho avuto una giornata di merda ma non lo faccio notare>> lo interruppi.
<<Io direi che anche tu hai risposto non nel migliore dei modi>>
<<Shhh! Adesso portami due pizze!>>
Sento una voce maschile sulla mia mentre parlavo..
<<Scusa, il mio capo ha detto che invece di parlare dovrei lavorare..>>
<<Beh ha ragione! Su lavora!>>
Non so perché ma uscì un po' di sarcasmo in me dopo quella giornata. Mi sentivo svuotata dai cattivi pensieri. Era normale?!<<Adesso ti porto la pizza>>
<<Va bene, grazie...comunque cosa ci facevi a lavorare nel bar stamattina mentre ora sei in pizzeria, quanti lavori hai se posso chiedere?>>
<<Mio padre cercava lavoro mentre io lavoravo al bar stamattina...il bar è di mia zia>>
Adesso capisco tutto.
Dico l'indirizzo a quel ragazzo di cui, ovviamente, non sapevo il nome.Bussa la porta. Vado ad aprire.
La prima cosa che faccio è guardarlo negli occhi, perché, si, mi stava fissando. Aveva un aspetto diverso da oggi.
Sembrava un altra persona.
Aveva addirittura cambiato sia i vestiti, che l'acconciatura.
Era vestito con una maglia lunga a 3/4 verde con la scritta "Hard Rock" sopra. Dei jeans azzurro chiaro che avevo comprato anche io due giorni fa, però femminili. Un giubbinetto di jeans con la pelliccia bianca dentro...stile anni 80.
Stava bene. Ok.<<Ciaaoo>> dissi imbarazzata...anche se gli avevo già parlato oggi, ma parlare al telefono e dopo vedersi, mette un po' a disagio.
Esatto io a disagio. Strano eh?!<<Ehy>> utilizza anche lui parole imbarazzanti...
<<Dammi le pizze, le poso>> risposi
<<Se vuoi puoi entrare, non c'è nessuno, possiamo parlare delle nostre giornate di merda..>>
La parola "non c'è nessuno" faceva pensare male, ma giuro che non intendevo quello...non voglio un fidanzato. Che sia chiaro.<<Ricordi? Michael mi vuole li' tra 5 minuti...solo 5 minuti>>
<<Michael??>>
<<Il mio capo!>>
<<Calmati, posso non aver capito anche io...beh se vuoi possiamo parlare per 5 minuti>>Non so perché ma dopo essere tornata a casa il mio spirito si è rinfrescato...in poche parole avevo sempre voglia di uccidere qualcuno ma con il sorriso...
Ciò non significa che adesso sorrido a tutti.SPAZIO AUTRICE:
Lo so che ho scritto poco, ma non tanto tempo
Addie.
🦋
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𝙎𝘂𝗻𝙁𝗹𝗼𝘄𝗲𝗿
Romansa"Una rosa risulta più appariscente di un girasole, ma se colta comporta dolore, perché essa nasconde le spine."