Capitolo 11

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Mi sono svegliata da mezz'ora, e sto ancora aspettando che Camilla esca dal bagno.

Ieri sera mi sono addormentata senza nemmeno farmi la doccia, perciò pensavo di farla stamattina, ma visto che la mia compagna di stanza non si sbriga, non penso di riuscire nel mio intento.

"Tra poco esco te lo giuro."

"Si certo come no." alzo di poco la voce perché riesca a sentirmi dal rumore dell'acqua.

"Un po' di silenzio per favore?" dice ad un tratto la terza ragazza, della quale non so ancora il nome, e che a quanto pare abbiamo appena svegliato.

"Se lei non si sbriga" rispondo.

"Un'attimo!" grida Camilla.

"Posso sapere il tuo nome?" chiedo alla terza che si è alzata.

"Glory Stevens" dice.

"Melice" rispondo a mia volta.

Il cognome è qualcosa che davvero pochissimi sanno di me, non so perché ma mi limito sempre a non dirlo quando mi presento a qualcuno.

"Fatto" esordisce Camilla uscendo finalmente dal bagno.

"Per grazia divina" esulto alzando le mani in segno di vittoria.

Lei mi schiocca un occhiata a cui rispondo con un sorriso mentre mi dirigo in bagno per farmi una doccia veloce, visto che ho pochissimo tempo per colpa di Camilla e della sua perfezione.

Mi svesto ed entro in doccia, sotto il getto dell'acqua calda che mi accarezza la pelle.

Stanotte ho dormito pochissimo, un po' per l'ansia di tutto ciò che mi aspetterà da oggi in poi, ma sopratutto stavo ripensando a tutto ciò che è successo alla festa, in particolare al mio indomabile desiderio di tornare a correre su una pista, e anche se non vorrei fosse così, l'idea di poterci anche guadagnare questa volta mi intriga ancora di più.

E come non dimenticare Camilla e il suo amore per quello stronzo.

Spero sul serio di riuscire a farle cambiare idea, perché non si merita quello che Alec ha da darle.

***

"Hai letteratura alla prima ora?" mi chiede Camilla mentre camminiamo lungo il corridoio gremito di studenti.

"Si"

"Io invece ho matematica" dice e personalmente non vorrei essere al suo posto in questo momento.

"Il primo giorno di scuola, non sarà facile immagino" dico fermandomi visto che sono arrivata davanti alla porta dell'aula.

"Per niente. Ci vediamo dopo, così controlli se sarò ancora viva" dice e mentre se ne va sorrido per ciò che ha detto.

Per fortuna sono arrivata cinque minuti prima dell'inizio della lezione, e mi chiedo ancora come sia possibile vista l'eternità che ci ha messo Camilla nel prepararsi.

Entro in classe e noto che ci sono solo cinque studenti, di cui solo uno è seduto nelle file infondo, così approfitto di questo è mi siedo abbastanza lontana ma stando anche vicina quel poco che basta per sentire la lezione.

Sono talmente contenta di avere questa lezione come la prima dell'anno, e non vedo l'ora di iniziare con il programma, visto che ho portato pochi libri da Parigi, e me ne servono altri.

Giro la testa verso l'enorme finestra accanto a me, e mi rendo conto che da qui posso vedere tutto il giardino interno, dove centinaia di studenti stanno correndo avanti e indietro per non arrivare in ritardo a lezione.

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