Abbandono le valigie sul pavimento e il mio corpo stremato sul letto.
Un tuffo da dieci su dieci, applauso in piedi della giuria e ovazione dal pubblico pagante. Nella gara per le panciate, però. Rimbalzo anche due volte, con estrema soddisfazione.È mezzanotte passata e, dopo sei ore trascorse a far assumere al culo la forma del sedile, l'unica cosa che vorrei è avere ancora le forze per farmi una doccia.
Gio si stende accanto a me, rivolge occhi chiusi di stanchezza a un soffito color pesca.
Lo sbircio di sfuggita.
Il suo profilo, la fronte alta, gli zigomi pronunciati, le labbra sottili. Lo seguo con un dito, poi con la mano sotto il mento e sulla guancia ispida, per poi farle finire la corsa immersa tra sui capelli, lunghi come nelle foto di quando era ragazzino.
«Gio?»
«Mmh?»
«Siamo a Roma, quindi...»Sorride.
«Non proprio. Fiumicino, per l'esattezza, ma Roma è a un tiro di schioppo da qui»Mi alzo sui gomiti, per vederlo meglio in faccia. Lo fisso con incredulità.
«Ma chi cazzo dice a un tiro di schioppo nel ventunesimo secolo?»
Scoppia in una fragorosa risata, alzandosi in piedi con uno slancio che fa mi fa rimbalzare sul materasso.
Mi tende la mano, rivolgendomi uno sguardo che, secondo lui, dovrebbe essere seducente.
«Vado a fare una doccia. Vieni con me?»
«Sì, ma solo per la doccia, che con il tiro di schioppo mi hai estinto gli ormoni...»* * *
Sgranocchio gli arachidi del minibar, schiena contro la spalliera del letto.
Uno alla volta.Peccato siano già sgusciati.
Adoro spellare le cose.
Mi rilassa, mi scarica.«Hai un piano?»
Gli chiedo, masticando.Lui riapre gli occhi, ha sonno ma io non riesco a essere serena come lui. Ho aperto gli arachidi più per nervosismo che per fame.
Se ingrasso la colpa sara sua...
«Per cosa?»
Non rispondo. Lo guardo, senza interrompere il mio sgranocchiare.«Per domani, intendi?»
Annuisco.
«Sì, qualcosa del genere»
«Sembri molto sicuro di te. Ma se non riuscissimo a trovarla?»Lui si volta, sovrastandomi con il suo corpo. Intreccia il suo sguardo nel mio e, sebbene abbia gli occhi rossi per la stanchezza, le sue iridi sono sempre alberi di castagno in autunno. Nocciola con striature gialle.
Grandi, rassicuranti.«Fidati di me»
Carezzo il suo petto nudo, le sue braccia, i suoi muscoli tesi per lo sforzo del mantenere quella posizione. Salgo fino a immergere le mani nei suoi capelli, morbidi e profumati di shampo. Lo avvicino al seno, lui ci si accuccia nel mezzo, abbandonandosi nelle rotondità coperte dal mio pigiama in cotone.
Sale, rivolgendomi la sua bocca e incrociando le labbra con le mie.
Nei suoi occhi vedo un'anima che brucia di passione. Di desiderio.Si sposta s'un fianco, mettendosi accanto a me.
La sua mano mi solletica il viso, poi scivola giù dolce, carezzando un seno. Striscia sulla pancia e va a infilarsi più giù, sotto gli elastici del pantalone e dello slip, stazionando...
Basta così, il resto è privato.
* * *
Seguo Gio, mano nella sua mano, ancora parzialmente addormentata per le poche ore di sonno fatte la notte prima. Per il viaggio e per...
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La Frattura [Completa - In perpetua revisione]
Romantizm[Storia vincitrice ai Wattys2018, categoria "I Rubacuori"] [Primo posto categoria "Storie d'amore" Concorsiamo2k18 con 98/100] [Premio "Migliori Colpi di Scena" Shadow Awards Contest] Qual è il dolore più forte in assoluto? La risposta è tanto sempl...