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Jungkook, oltre a lasciare lacerare il suo cuore per tutto il giorno, non faceva nulla. Niente di niente. Aveva dato la coppia di chiavi della nuova abitazione solo a Jin, con la promessa di usarle esclusivamente se fosse strettamente necessario. La prima settimana è stata estenuante. Ore e ore passate a ripetersi "non piangere, non piangere, non piangere" e a crollare come le torri gemelle appena arrivato a casa, nella sua stanza. Era in condizioni pietose, sia esteticamente che all'interno, e se ne accorgeva dagli sguardi che riceveva a scuola. Per non parlare degli insulti. Arrivavano come le piogge tempestose in autunno. A palate. Ci si potrebbe scrivere un libro solo sulla varietà di insulti che gli sono stati attribuiti.
Solo, stanco e infelice, dunque, aveva deciso di prendere quella casa in campagna dove trascorreva le giornate a fare nulla. Il secondo mese era passato così. In modo passivo.
"27 aprile" segnava sul calendario appena sveglio il primo giorno del terzo ed ultimo mese di agonia
Fino al 27 di Maggio aveva deciso di farsi da fare. Si distraeva dedicando poesie alle cose, registrando in cassette i suoi pensieri e si dava alla musica. "Hai una voce Angelica" diceva sempre Taehyung. Quando ricordava questi complimenti, queste parole, si sentiva felicissimo. Voleva migliorare in tutto e far vedere a Taehyung che alla fine non era un totale fallito.
"L'amore porta a due cose, Taehyung, alla felicità totale o a una triste e lenta agonia . Ora sono lacerato dall'amore perché non sei con me. Qui è primavera da mezz'ora, a te come va? Hai smesso di far male ai tuoi fragili pensieri? Hai cominciato a fare di te stesso un'opera d'arte? Alla fine la vita imita l'arte e la nostra è un capolavoro insieme no? Perché ti faccio queste domande se non puoi rispondere? Se non ascolterai mai queste parole, come posso chiederti qualcosa? Starai dormendo... O forse pensi, wow vorrei essere io nei tuoi pensieri... Io ti aspetto, sul ciglio della porta senza fare rumore. Non ho fretta. Quando arriverai sarò felice di stare con te. Sto naufragando adesso, sto uccidendo me stesso pensando a te. Ma se mi faccio male pensandoti, se naufrago ricordandoti, sarà una bella morte e mi sarà dolce annegare in queste riflessioni"
Parlava al registratore davanti a lui
In casa regnava il silenzio più totale e i secondi erano segnati solo da un orologio che diffondeva il ticchettio nella stanza.

27 maggio
Taehyung era appena uscito dall'ospedale. Guarito. Pronto a non essere terrorizzato dalle sue stranezze. All'uscita nessuno ad aspettarlo. Non ne rimase deluso, anzi. Stava grondando di sudore e in quello stato si sarebbe vergognato. Passò da casa sua, sua nonna e i due bambini che aveva lasciato erano ancora lì.
"Taehyung è tornato!" gridavano in coro i fratelli scorrazzando tra le gambe del maggiore. Lui si piegò per abbracciarli e prendere in braccio la bambina
"Sei cresciuta tanto" rise mentre la faceva scendere
"Oh Taehyung" salutò la nonna abbracciando il giovane molto più alto
Raccontò per filo e per segno tutto quello che aveva fatto
"A mandarti è stata la tua fidanzata Giusto?" chiese uno dei piccoli
Lui sorrise dolcemente.
"Non proprio" sospirò mentre il suo viso si faceva rosso
"Mi sembra giusto dirvelo ora... Non mi sembra il caso di nasconderlo ancora a lungo" chinò la testa
"È stato il mio ragazzo..." Quasi sussurrò con la testa bassa
L'anziana apprezzò l'onestà del nipote e posò la sua rugosa mano sulla spalla
"Sei un bravo ragazzo, onesto e solare. Non avere paura di avermi delusa, se dici la verità andrà sempre tutto bene" la sua voce tremava leggermente
Taehyung alzò la testa con gli occhi che luccicavano, d'istinto abbracciò la donna dalla pelle pallida e morbida
"Grazie, sei la migliore nonna che potessi desiderare"
I bambini erano curiosi, volevano vederlo, facevano tante domande e tante riflessioni. Taehyung si sentiva una bella persona: stava aprendo la mente ai suoi fratelli. Stava spiegando che l'amore non è diverso, è sempre lo stesso. Possono cambiare le persone, i sessi, le razze, i modi di dimostrare i sentimenti... Ma l'amore è uno e non è sostituibile. Che sia tra due maschi o due femmine non sarebbe importato più di tanto. L'importante è la purezza del sentimento
"Ma quindi tu e Jungkook vi sposerete" esultò la ragazzina con gli occhi pieni di gioia. Il fratello aveva sempre promesso che quando si sarebbe sposato lei sarebbe stata la damigella d'onore e ogni volta che Taehyung portava una ragazza a casa la domanda era sempre la stessa. Sperava da quando era nata di fare la damigella al fratello e ora che aveva una relazione che lui definiva seria le sembrava un sogno.
"Non possiamo, qui non è legale"
Il sorriso sul Volto della piccola scomparve
"E perché? Tu hai detto che l'amore è sempre lo stesso!" Si lamentò
"Lo so piccola mia, ma per ora non tutti la pensano così. Dovremmo cambiare continente per sposarci. Un giorno lo faremo però, promesso" sorrise
"È una promessa?" Porse il mignolino
"È una promessa" strinse il mignolo
"Hai fatto il mignolino, non puoi più disdire!"
"E va bene... " Alzò le mani. Il fratello più piccolo invece era affascinato dalle parole che uscivano dalla sua bocca. Provava una stima infinita per lui, e avrebbe continuato ad averne
"E i figli? Almeno quelli potete averli? Sarei una zia bravissima!" Esultò ancora
"Nemmeno quelli tesoro" le accarezzò la testa
"Ma dici che i figli nascono dall'amore. Voi due vi amate, perché non potete avere figli?"
"Ora basta bambini, Taehyung è stanco. Lasciatelo riposare, avrà tempo di rispondere a tutte le vostre domande"
I bambini corsero in giardino a giocare
"Noi adulti non capiamo niente, è stancante per i bambini stare a spiegare tutto" rise guardandoli giocare con l'erba sgombra dalla neve che invece c'era prima che andasse via
"Sono adorabili, i miei fratellini.. lei è il ritratto della mamma, sembra averla ancora tra le braccia certe volte" riflettè ad alta voce mentre li osservava nei loro giochini infantili.
"Quindi quel ragazzo che veniva a chiedere di te era il tuo ragazzo?" Chiese la nonna
"Jungkook è venuto qui a chiedere di me?" Si stupì mentre si era versato del succo di frutta e ci si bagnava le labbra
"Non so se è il suo nome, ma aveva la tua stessa uniforme, i capelli neri, alto come te, spalle piccole e occhi grandi ed espressivi" lo descrisse
"Si, è lui" confermò
Taehyung fece roteare un po' il liquido zuccherato nel bicchiere di plastica
Certe volte aveva paura di deludere la madre. Avrebbe sempre voluto avere dei figli, e li voleva anche ora. Almeno tre. Per un attimo si chiese se era quello che voleva. Stare con un ragazzo che lo avrebbe portato a una discriminazione sociale, a problemi con le persone, con il lavoro, con la scuola... E poi a non potersi sposare, avere figli, e nemmeno adottarli. Spiegare ai nipoti perché non hanno cugini da parte sua. È questo quello che sognava da bambino? Un dubbio lo persuase dalla testa ai piedi
Era davvero innamorato di Jungkook? Lo amava davvero? Era amore o attrazione? Amore o compassione? Amore o una crudele e brutale bugia?
"Vado a farmi una doccia" accennò alzandosi. Le gocce d'acqua si infilavano nelle radici dei capelli e scivolavano sulla pelle rosea e liscia. Si sentiva un mostro, aveva illuso per mesi un ragazzo. Aveva illuso se stesso, deluso sua madre ed era stato incoerente. O forse non lo era. Forse era paranoia. Forse stare lontano da Jungkook lo aveva portato a non ricordare la felicità. Solo il vuoto che sentiva prima che entrasse nella sua vita. Ma era davvero innamorato o era solo una convenienza?

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