Epilogo

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31 ottobre. Giorno di festa per i babbani in cui si travestivano da mostri, fantasmi e fittizie imitazioni di streghe e maghi, ma per Harry quel giorno era tutto meno che una festa. Si era diplomato, l'anno passato con i suoi genitori era stato il più bello di sempre ma, come tutte le cose belle, era finito troppo presto. James aveva sei mesi e non faceva altro che mangiare sporcare i pannolini, dormire e piangere, le notti insonne erano molte di più di quelle tranquille in cui Harry e Ginny riuscivano a dormire in santa pace. Fra pochi mesi si sarebbero sposati, Harry si era finalmente deciso di farle la sua proposta, ne avevano passate tante insieme era ora di dare una svolta alla loro relazione, ma proprio quella notte, Harry non riusciva a non pensare ai suoi genitori.

Harry non riusciva a dormire e il piccolo James non c'entrava proprio nulla.
La mano del ragazzo percorse il comodino alla sua sinistra fino a quando non toccò un paio di occhiali dalla montatura tonda, Harry se il portò davanti al viso e li inforcò, tutto intorno a lui, però, era ancora buio.
"Lumos.." sussurrò per non svegliare Ginny che dormiva al suo fianco beata.
Sapeva cosa fare per placare il suo nervosismo e la sua insonnia e sperò tanto che Ron e Hermione dormissero e che non fossero ancora svegli.
Uscì di casa velocemente senza emettere alcun suono e si indirizzò verso la casa accanto.
Con impazienza ,Harry,afferrò la chiave nascosta sotto lo zerbino (Ron ne teneva sempre una di scorta sotto il tappeto per evitare di rimanere fuori casa quando perdeva le chiavi) la infilò nella serratura e la fece scattare due volte,aprì la porta ed entrò chiudendosela alle spalle silenziosamente.
La foto che ritraeva Hermione sembrava osservarlo inquietantemente,ma Harry non ci fece molto caso e salì in punta di piedi le scale che portavano al piano superiore.
"Miao!" Grattastinchi si aggrappò alla sua gamba graffiandolo, Harry scalciò e cercò di farlo andare via senza successo.
"Va via Grattastinchi.. va via.." lo supplicò il ragazzo, Grattastinchi lo fissò intensamente dal basso e, come capendo le sue parole, staccò la sua salda presa e ballonzolò giù per le scale come se nulla fosse.
Harry proseguì per la sua strada fino ad arrivare ad una porta chiusa, appoggiò l'orecchio per constatare che i suoi amici fossero dormienti. Il sonoro russare di Ron gli confermò il via libera ed Harry entrò nella stanza.
Si guardò in giro alla ricerca dell'oggetto che gli avrebbe permesso di rivedere i suoi genitori un'ultima volta, ma Hermione lo aveva nascosto proprio bene. Harry ricorse alla maniera estrema,estrasse la bacchetta e pronunciò l'incantesimo di appello.
"Accio Giratempo.." una collanina dorata uscì da sotto il materasso del letto matrimoniale e sfrecciò nella mano di Harry.  Il ragazzo si rigirò l'oggetto tra le mani, si passò la collanina intorno al collo e girò, girò, girò.....

Godrics Hallow era completamente deserta quella notte, Harry indirizzo il suo sguardo sulla casa di cui, di lì a pochi minuti, sarebbero rimaste solo macerie, si nascose il più vicino possibile alla villa dei suoi genitori.
Oltre la finestra si vedevano il piccolo Harry e James giocare insieme, Lily li guardava sorridente.
Ad Harry sprofondò il cuore, i suoi genitori erano lì, ignari di tutto quello che sarebbe successo da lì a pochi attimi, spensierati.
Un fruscio riscosse Harry dai suoi tristi pensieri riportandolo alla realtà che, comunque, era altrettanto triste.
Una figura incappucciata avanzava a passo spedito verso la villetta dei Potter, senza esitazioni, facendo svolazzare il sontuoso mantello nero.
Harry ebbe la tentazione di fermarlo, di mettere fine all'esistenza di Lord Voldemort, lì, senza tanti giri di parole, un colpo secco ed il suo futuro sarebbe cambiato, tante vite sarebbero state risparmiate, niente dolori, niente sofferenze, niente di niente.
Ma fece violenza su di lui per rimanere lì, dietro a quel cespuglio, a fare da spettatore a quell'orribile scena del suo passato, senza intromettersi.
Con un colpo secco di bacchetta la porta si spalancò con violenza, Harry sentì suo padre urlare.
"Lily, è lui! Prendi Harry e scappa!"
"No! Non ti lascio da solo! Vieni con noi! Ti prego!" Lo supplicò Lily tra i singhiozzi.
"Non posso, lo sai, cercherò di rallentarlo, va di sopra!" Lily si sporse verso il marito e lo baciò intensamente, fatto ciò, con Harry in braccio, corse per le scale.
Lord Voldemort non ebbe pietà di James lo fece fuori quasi svogliatamente, il corpo dell'uomo cadde per terra inerme.
Harry seguì con lo sguardo la figura di Voldemort salire le scale pacatamente, finché non raggiunse ciò che cercava, la sua preda preferita: il piccolo Harry.
L'urlo disperato della madre fece capire ad Harry che anche lei era, ormai, passata a miglior vita.
Harry si sentì come strappare il cuore dal petto dal dolore.
E poi,ecco una luce accecante, la forza dell'amore respingeva, ancora per una volta, l'odio.
                                   Fine

Non è mai troppo tardi (Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora