Sentì il rumore dell'ascensore e le porte aprirsi. Angel uscì da quella scatola metallica sbuffando e tirando lo zaino pesante nell'atrio.
"Sono tornata!"-urlò.
Mi precipitai verso di lei perchè non vedevo l'ora di svelarle il mio segreto e dunque la salutai frettolosamente.
La ragazza mi guardava stupita mentre le posavo la giacca sul divano e la conducevo verso il salone ma quasi non mi scalfì la sua reazione, perchè ero eccitato per ciò che le volevo dire."Che cosa hai?"-mi disse Angel con sospetto, una volta seduti sul divano del salone.
"Niente -dissi rimanendo serio per un momento- Devo dirti una cosa".
"Prima che tu possa dire qualsiasi cosa...Volevo scusarmi per oggi".
Improvvisamente il sorriso che poco prima avevo morì, ascoltando le sue parole.
"Tu hai tutto il diritto di mandarmi via di casa perchè, io per te, sono una sconosciuta...Lo capisco...Ma non posso tornare a casa mia...Non dopo quello che mio padre adottivo ha fatto a me a a mia madre".
Rimasi interdetto. Angel mi aveva raccontato che suo padre fosse un alcolizzato nullafacente ma non mi aveva mai detto che c'era dell'altro. Avampai dalla rabbia e serrai la mascella.
"Che cosa ti ha fatto?"-dissi visibilmente alterato.
"Non è questo il punto...Ti volevo dire che farò tutto il possibile per guadagnare qualcosa e pagare parte del mio aff.."
"Che cosa ti ha fatto?"-ripetei, sbattendo i pugni sul tavolino davanti al divano.
Angel guardò fisso il pavimento. Non mosse un dito e non disse nulla. Solo potevo scorgere le sue lacrime che le stavano rigando il viso.
"Lui...ha picchiato sia me che mia madre, più volte"-disse continuando a piangere.
Mi alzai di scatto e inziai a prendere a pugni qualsiasi cosa incontrassi davanti a me.
"Io lo ammazzo. Nessuno può toccare una donna, specialmente mia figlia.."
Angel distolse lo sguardo e mi fissò con un aria quasi sollevata. Io, invece, non seppi più che dire e improvvisamente l'idea inziale di togliermi dai piedi questa ragazzina svanì.
"Io...Non voglio la tua carità -disse Angel, con aria vergognosa- Non l'ho mai chiesta e mai la chiederò...Pagherò l'affitto insieme..."
"Puoi restare".
Non le feci terminare il discorso perchè sapevo che Angel era una ragazza per bene ed ero sicuro che avrebbe lavorato sodo per trovarsi un lavoro part time, pur di non fare il parassita per casa.
"È per questo che non me lo hai detto prima?"
"Si".
"Dove abita la feccia umana?".
"No -mi mise le mani sul petto- Non farlo! Non ne vale la pena...Tu sei meglio di lui!"
Rabbrividì, perchè oltra a Chloe un'altra persona credeva davvero che io fossi buono.
" Tu vedi sempre il buono in ogni cosa, eh?"
"Si, e cerco di preservala quando la vedo".
"Perchè allora non hai chiamato la polizia?"
"Mi avrebbe tagliato i viveri ma soprattutto avrebbe minacciato di uccidere mia madre...Lei era la cosa più importante della mia vita".
Guardò in basso, nuovamente.
"Ora, dove si trova? Voglio solo parlargli da 'padre' a...".
Non riuscivo neanche a pronunciare la parola "padre" associata a quella merda umana.
"È ancora qui, in LA".
"Come si chiama?"
"Francis Scott".
"Tu adesso vai a dormire...Ne hai bisogno".
Angie annuì e l'accompagnai in camera mia, rimboccandogli le coperte. Rimasi lì a fissarla e poco prima di cadere in un sonno profondo, soffocò un "grazie".
Mi alzai dal letto e mi misi la giacca.
Ero curioso di conoscere il padre di Angie e fargli rimpiangere il giorno in cui era nato.
Prima che le porte dell'ascensore si chiudessero, soffocai un sorriso e i miei occhi brillanti da diavolo si accesero di rosso.
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Not An Angel
Fanfiction"Padre.Finalmente ho capito la tua punizione.Ho capito perchè mi hai affidato questo compito! Io ti ho deluso,ne sono consapevole ma sto cercando di rimediare e penso che ci stia riuscendo.Se sono migliorato..Se sono diventato una persona migliore...