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Il giorno dell'appuntamento di Yuri si era fatto sempre più vicino e, dopo discorsi di preparazione con le amiche che avevano preso d'assalto la dimora dei Jeon, riempiendola di schiamazzi acuti che rovinavano il sonno e le sessioni di gaming del povero Jungkook, dopo ore di scelta dell'outfit perfetto -né troppo sexy né troppo casual-, Yuri si ritrovò in bagno a cacciare un urlo di terrore che fece gelare il sangue di Jungkook che, preoccupato per l'incolumità della gemella, si tolse le cuffie e abbandonò il PC, precipitandosi in bagno.

Il corvino spalancò la porta del bagno, immaginando gli scenari più drammatici, ma, contro ogni sua aspettativa, si ritrovò la sorella che si guardava allo specchio con le lacrime agli occhi e una mano sulla fronte, come per nascondere qualcosa.
« Yuri, cosa cazzo succede?! »
Gridò il ragazzo, avvicinandosi alla sorella.
« Tra mezz'ora non devi uscire con Park? Cosa ci fai ancora in pigiama? »

Lei lo guardò, avvampando a causa della rabbia, mentre si toglieva il palmo dalla fronte, indicandogli al centro di questa un brufolo piuttosto grosso ed infiammato.
« Succede questo! »
Esclamò lei arrabbiata, per poi contrarre i muscoli in un'espressione triste ed abbracciare il fratello, poggiando la testa contro il suo petto.

« Kookie, sembro un fottuto unicorno, Jimin ne sarà disgustato... »
Sussurrò lei, sentendosi prossima al pianto.

Per quanto Jungkook avesse voluto sfottere la sorella, sapeva che era piuttosto insicura della propria apparenza e se c'era una cosa che la rendeva ancora più insicura erano i brufoli.
Il ragazzo non ci vedeva poi nulla di male, erano cose che succedevano a tutti, pure a lui che, tra i due fratelli, aveva ereditato la bellezza dei Jeon, mentre per la sorella si trattava di una vera e propria tragedia, soprattutto se doveva uscire con Park Jimin.
Si limitò a sospirare lievemente e a stringere a sé la gemella, passando le lunghe dita tra le ciocche scure dei capelli morbidi della sorella, accarezzandoli.

« Su, Yuri, non sembri un unicorno... »
Fece lo sforzo di soffocare in gola una risata dovuta a quell'affermazione.
« Sarete in una sala buia per la maggior parte del tempo, non se ne accorgerà mai. »

Jungkook era un ragazzo e sapeva che i ragazzi come lui, quelli che ragionavano con il cervello e non con i genitali, si accorgevano se una ragazza aveva dei brufoli, ma non ci davano alcun peso, vedendolo come qualcosa di naturale.

« No, Jungkook, se ne accorgerà durante il tragitto."»
Ribattè lei, sbuffando sonoramente.
« Non è giusto, cosa ho fatto di male per meritarmi questo? »
Jungkook scese ad accarezzarle la schiena mentre srotolava mentalmente una lunga lista di tutti i torti che aveva subito dalla sorella.

« Beh, mi hai staccato la spina del computer mentre giocav- »
Non riuscì a finire la frase che venne bloccato da una gomitata, accompagnata dallo sguardo truce della sorella.

« Scherzo, scherzo...»
Si difese lui, accennando un sorriso.
« Yuri, hai 17 anni e fai una tale tragedia per un brufolo? »
« Jungkook, stiamo parlando di Park Jimin, ha un sacco di ragazze decisamente più belle di me che gli girano attorno come mosche e lui mi ha dato quest'opportunità, non devo deluderlo e devo fare una buona impressione!»

« Per questo motivo devi andarci, gli mostrerai di essere una ragazza con i fiocchi e i controfiocchi, altrimenti non farai alcuna impressione e penserà tu sia stata immatura a cancellare l'appuntamento di punto in bianco.»

La ragazza si fermò e guardò il fratello dritto negli occhi. « È per questo che ci uscirai tu! »

— —

Mentre si trovava nella stanza che condiveva con Yuri e si stava cambiando, Jungkook non si era ancora ripreso dall'esclamazione della sorella. Sinceramente, non vedeva alcuna utilità nell'uscire con Jimin al posto di Yuri, soprattutto perché così facendo rinunciava ad una serata in discoteca a rimorchiare qualche ragazza con i suoi hyungs.

La sorella, d'altro canto, sosteneva che, essendo gemelli, avevano viso e caratteristiche simili, quindi Jimin avrebbe potuto benissimo vedere il bel viso di Jungkook e pensare che pure lei avesse le stesse qualità del fratello. Inoltre, uscendo con lui avrebbe potuto mettere qualche buona parola sul suo conto e spronare Jimin a concederle un secondo appuntamento.

Alla fine, il corvino aveva ceduto alle preghiere di Yuri perché i due si erano promessi di aiutarsi in qualsiasi situazione.
Per questo motivo si trovava ad indossare un paio di jeans strappati e una maglietta nera a mezze maniche infilata in questi e tenuta ferma con una cintura, mentre la sorella continuava a ringraziarlo e a riempirlo di raccomandazioni.

Alle ventuno in punto si sentì suonare il campanello e Jungkook andò ad aprire, mentre Yuri osservava la scena ben nascosta, in modo da non farsi notare.
Quando Jimin vide Jungkook si sentì mancare per un istante, non avendo mai avuto l'occasione di poterlo osservare da così vicino.

« Oh, ciao... tu devi essere Jungkook, vero? Sto cercando tua sorella »
Esordì lui, passandosi una mano tra i capelli castani e puntando gli occhi scuri in quelli di Jungkook.

« Oh, Yuri ha un bruf- » il ragazzo si bloccò immediatamente, con gli occhi strabuzzati, e tossicchiò come se qualcosa gli fosse andato di traverso, correggendosi.
« Ha un brutto raffreddore e, dato che sa che sei molto impegnato, le dispiaceva cancellare tutto e si chiedeva se ti andasse di uscire con me, ovviamente non sei obbligato. »
Spiegò Jungkook non con poco imbarazzo, grattandosi la nuca e lasciando esterefatto Jimin, che non avrebbe mai creduto di riuscire ad arrivare a Jungkook con così tanta facilità.
« Oh, certo, con piacere! Allora andiamo, la mia auto è qua fuori. »

Non appena vide la Porsche nero lucido di Jimin, il corvino schiuse le labbra.
« Wow, che macchina! »
Esclamò, facendo sorridere l'altro che gonfiò il petto, inorgoglito.
« Grazie, lei è la mia bambina, un aiuto fondamentale per rimorchiare ovunque vada. » Jungkook rise a quell'affermazione, accomodandosi al posto del passeggero mentre Jimin metteva in moto.

Durante tutto il viaggio Jungkook poteva avvertire una forte tensione che mai aveva provato. Non sapeva spiegarne il motivo, ma ogni volta che Jimin si voltava verso di lui o lo guardava di sfuggita, iniziava a sentirsi tremendamente in soggezione, osservato.
Il primo a rompere il ghiaccio fu proprio il maggiore.

« Tu sei amico di Choi Hansol, vero? » Jungkook annuì, guardandolo.
« Sì, gioca nella tua stessa squadra. »
« Allora è per quello che ogni tanto ti vedo alle partite. »

Jungkook si passò una mano tra i capelli, increspando le labbra in un sorriso.
La conversazione tra i due continuò tranquillamente, e Jungkook, da bravo fratello, cercò anche di insinuare nella conversazione qualche informazione riguardante la sorella, fino a quando non giunsero al cinema.

I due ragazzi si fermarono ad osservare le diverse locandine.
« Tua sorella voleva vedere un film romantico, ma dato che siamo io e te... »
« Che ne dici di "Endgame"? » chiesero nello stesso istante, ridacchiando lievemente davanti a quella domanda. Mentre Jimin andava a prendere i biglietti, Jungkook si occupava dei pop-corn e delle bibite.

La visione del film proseguì tranquillamente e i due si divertirono insieme, commentando sottovoce il film e discutendo le performance degli attori.
Jungkook, però, non si accorgeva delle occhiate che Jimin gli dava ogni tanto, ammirando i suoi lineamenti forti e sensuali.
Avrebbe tanto voluto fiondarsi su quelle labbra, ma aveva bisogno di procedere con calma per assicurarsi di far cadere Jungkook ai propri piedi.

Una volta saliti nuovamente in auto, Jimin si fece dare da Jungkook il suo numero, per "organizzare un'altra uscita al cinema o mangiare qualcosa" e il viaggio verso l'abitazione del più piccolo parve più tranquillo e meno teso, questo fino a quando Jimin non posò una mano sulla coscia del moro.

LOVE MATCH - JIKOOK ✓✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora