Capitolo 13

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Torniamo a casa parlando del mio matrimonio.
Sono così felice che sia quasi il mio giorno.
Poche settimane e questo lavoro faticoso non sarà servito a nulla.
Sono in macchina con Caterina quando un pedone attraversa la strada senza passare dalle strisce e la mia sorellastra si stoppa.
Ma una macchina colpisce la nostra. Non vedo nulla sento solo fitte all'addome e difficoltà a respirare. Ho capito. Ho capito tutto. Sto per morire, ma almeno morirò con dei ricordi felici. Mi torna in mente tutto quello che ho passato è quello che volevo fare.
Non sento dolore e mi sento sorda. Non vedo nulla è bruttissimo.
Mi immagino Finn che con le sue dolci mani mi accarezzano il viso. Sarei voluta morire dopo aver risolto le cose con mia madre. Con mia sorella, che non vedrò più, avrei voluto dire a Daniel che lo perdonavo, dire a Finn che lo amavo, avrei voluto che mio padre sapesse che il bene che gli volevo era e sarà una cosa infinita, vorrei solo aver potuto vivere per altri pochi anni, per vedere come sarebbe continuato il mio rapporto con Finn.
Prima di lui era il suicidio la mia paura più grande, la morte mi faceva paura. Ora invece sento che sono pronta. Pronta per non tornare in dietro. Non sento più nulla, e dentro di me sto piangendo, fuori non lo so non capisco più nulla.
Non so perché ma torna un ricordo in mente. Di me a tre anni al mare con mio padre mia madre e mia sorella.
Si nuota e io dico a tutti che gli voglio bene. Non potrò più farlo e questo è un grande dolore.
Non potrò dare a un bambino un infanzia, non potrò partorire, non potrò più stringere o essere stretta da Finn.
Mi mancherà il mondo? Forse no. Spero di vedere ancora le persone che amo con altre persone, soprattutto Finn.
Il cuore mi batte al impazzata, e.....
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"No non può essere morta. Irene svegliati" Finn urla alla ragazza sdraiata sul letto di ospedale, la ragazza bionda è inerme, pallida e verdastra in volto. Il ragazzo riccio piange e urla come un ossesso ma la ragazza non fa cenno di vita.
Il ragazzo inizia a picchiare il muro e a urlare cose insensate come ad esempio
"Lei.. è impossibile.. n.. non"
Non riusciva a crederci. Lui l'amava così tanto che non ce la face più salutó il padre di Irene e gli disse che se avesse avuto bisogno ci sarebbe stato.
L'adulto piangeva, ma non come il ragazzo, l'uomo non avrebbe più vissuto dopo quel giorno. Tornó a casa e si buttò dal terrazzo con la lettera che diceva 'figlia mia arrivo.'
Finn intanto guidava. Guidava verso un ignoto. Un infinito. Un qualcosa di indefinito insomma. Era appena stato dalla ragazza che amava morta. La vedeva da per tutto e non si interessò più del mondo, andò dal fratello e restó da lui per anni.
Fino a quando non decise di costruirsi la vita. Un fuoco di capello lo rovesció, si innamorò di un'altra donna, con cui si sposó, ma gli mancava sempre la bionda ragazza che era dentro il suo tatuaggio.
Di Caterina non ebbero più notizie seppero solo che era guarita.
A tutti dopo la morte di Irene però successe una cosa.
La tristezza. Mancava a tutti quella cascata di capelli biondi e il sorriso con quei denti grandi e gli occhi espressivi di quella giovane.
Mancava la sua anima anche a Daniel il ragazzo della città che poco dopo inizió a drogarsi è così continuò fino all'arrivo di Cristal che gli sciolse quel cuore che si trovava.
Le amiche di Irene stettero più unite di prima e iniziarono a dormire ogni notte nella casa vecchia dell'amica.
Lily invece non dette più noia a Finn, il suo scopo era stato raggiunto, non da lei direttamente ma Irene era morta.

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Allora ragazze ho finito così il libro. Perché io sono sempre stata una ragazza con un anima un po' scura e questo succede nella vita vera. Ho finito questo libro.
Piccolo ma è un inizio. Il mio inizio, perché mi sono divertita troppo a scriverlo.
Certo a parte questo pezzo, qui stavo per piangere ma shhh dettagli.
Se vi piace il mio modo di scrivere tra un po' scriverò una storia strana.
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Voi mille ragazze siete state stupende grazie mille di cuore❤❤.
Mi mancherà scrivere questa storia
Per voi e per me.
-Nene❤

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