Capitolo 3 - Revisionato

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Verso le nove Carlo si era alzato dal letto chiedendosi il motivo per cui Marta non si fosse svegliata per portarli a scuola. Andò in camera sua la sveglio appoggiando la mano sull'addome e scuotendola. Aprì a mal appena gli occhi <<Mamma, perché non sei sveglia?>>

<<Vai a letto, oggi non andate a scuola, riposati>> disse con un fil di voce ancora rotta dal sonno. Nel frattempo Martina era andata da Carlo a chiedergli come mai Marta non si fosse alzata, il perché non lo sapeva ma potevano star tranquilli, ormai a scuola non ci sarebbero andati. Alle dieci Manuel si ritirò a casa convinto che non ci fosse nessuno. Ma in cucina trovò Martina a fare colazione e le chiese lo stesso di poco fa e rispose. <<Ma non sai perché la mamma non si è svegliata?>>

<<No>>

Non sapevano che a causa di quell'urlo Marta si era preoccupata aveva fatto il suo giro ed era tutto a posto. Grazie a qualche film horror che aveva visto sapeva che le 3:33 non è un buon orario e quando tornò a letto, fece una ricerca. Ed è quello che lesse che non le fece chiudere occhio. Si addormentò poi verso le sette.

Quando verso le 10:30 si alzò finalmente dal letto decise di dire dell'urlo a Manuel. Fino a quel momento aveva deciso di non dirgli niente perché in primis gli era passata di mente e poi non voleva farlo preoccupare, di lasciare una famiglia da sola, probabilmente spaventata, tutta la notte.

<<Stanotte alle 3:33 ho sentito un urlo agghiacciante, ho controllato subito dopo, i bambini dormivano e non poteva essere un uccello, era un urlo troppo acuto per essere di un uccello. E comunque ho fatto delle ricerche e in poche parole alle 3:33 si aprono le porte del purgatorio.>>

<<Non eri scettica su queste cose?>>

<<Lo sono ma non so che spiegazione dare a quello che sta accadendo>>

<<Nemmeno io so darmela, per il momento, se l'acqua sparisce da sola e non la dobbiamo asciugare noi è già qualcosa>>

<<Divertente, proprio divertente. Se le cose continuano ad andare così chiamiamo Don Giovanni per far benedire la casa.>>

<<Brava.>>

Qualche ora più tardi, prima di mangiare Manuel notò di nuovo Carlo giocare con una palla che tornava in dietro da sola. Senza farsene accorgere chiamò Marta.

<<Ma...>>

<<L'ho visto anche ieri, la palla torna da sola>>

Nel frattempo Martina stava sentendo tutto e intervenne. <<Ha detto che ha un amico immaginario, ci gioca e ci parla, proprio ieri ho visto che stava parlano al vuoto>>

<<Grazie ma non sono cose che ti riguardano>> disse Manuel per smentire e non far preoccupare Martina, anche se quello preoccupato era lui.

<<Manuel, se fosse vero...>>

<<Cosa?>>

<<Niente, sto farneticano, sono preoccupata>>

<<E acqua fu>>

<<Perché? Da dove viene quest'acqua?>>

<<Dov'è la videocamera Marta?>>

<<Nel primo cassetto li>>

Iniziò a riprendere attendendo che l'acqua svanisse per far vedere all'idraulico ciò che succedeva quando si allagavano. Come previsto l'acqua svanì dopo poco. Manuel che stava riprendendo ebbe un improvviso attacco epilettico, la telecamera cadde e si frantumò. Subito dopo Manuel si riprese in ospedale.

Marta era preoccupata, era seduta nella sala d'aspetto nell'atrio dell'ospedale, aspettava che il dottore uscisse. Il dottore uscì con Manuel e descrivette a Marta la situazione. Non aveva avuto niente di particolare, probabilmente solo un calo di zuccheri. Tornarono a casa e Manuel raccolse la videocamera intento a vedere se riusciva a recuperare la scheda di memoria dove era stata salvata la ripresa dell'allagamento. La trovò la collegò al computer ma nella memoria non c'era niente. In quella scheda c'erano i loro filmini delle vacanze estive e di natale, ma adesso niente.

Manuel preparò il computer a registrare tutta la notte intento a registrare l'urlo. Lo mise in camera da letto e nonostante la giornataccia andò a lavorare.

<<Manuel, ho paura. Quell'urlo è terrificante>>

<<Non ti preoccupare, scoprirò l'origine e risolveremo il problema ma adesso devo andare, ho fatto già troppe assenze a lavoro. E, puntuale come un orologio svizzero, l'urlo terrificante. Fortunatamente però Marta riuscì a dormire lo stesso.

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