Capitolo 5 - Revisionato

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Si svegliarono alle nove e andarono a giocare a golf in una città vicina, San Tommaso. Vicino ad Asti dove lavorava Manuel. Passarono li la mattinata poi andarono a mangiare a Rivoli dove c'era un ristorante consigliato da un collega di Manuel. Dopo mangiato i bambini erano stanchi ma non volevano comunque tornare a casa e quindi tornarono in città e si fecero un giro al centro commerciale del paese. Manuel ricevette una telefonata dal vicino: <<Manuel, c'è il tuo giardino completamente allagato, l'acqua scorre a fiumi ... aspetta! E' sparita si è come volatilizzata, scorreva da sotto la porta d'ingresso e adesso il giardino è completamente asciutto!>>

<<Grazie Nick, succede sempre>> si salutarono e Manuel continuò a camminare per niente preoccupato. Non voleva preoccuparsi , si stava divertendo con la sua famiglia e non voleva cattivi pensieri.

Poco dopo chiamò il prete che non diede buone notizie. Comunicò a Marta che per la convocazione di un esorcista, servivano prove concrete di attività in quella casa, e quindi non li poteva aiutare.

Marta comunicò tutto a Manuel, che fino a quel punto aveva fatto finta di non preoccuparsi ma poi non ce la fece più e decisero di ritornare a casa. Mentre erano in macchina Marta ruppe il silenzio che c'era: <<Vogliamo accompagnare i bambini da mamma? Devo parlarti di alcune cose>>

<<Vabbene>>

Quindi deviarono per casa della mamma di Marta e poi andarono a casa. Per tutto il tragitto nessuno aprì più bocca, anche i bambini erano spaventati dato che avevano sentito i genitori parlare, ed è proprio da questo che Marta decise di parlare di quelle cose in loro assenza. Arrivarono a casa e dal vialetto videro delle fiamme in camera di Carlo, Manuel ordinò a Marta di restare indietro e gli diede precise istruzioni di aprire l'acqua della pompa in giardino solo al suo segnale. Afferrò il tubo e salì sopra. Si preparò con la mano sulla maniglia della porta della stanza ma la sentì fredda, sarebbe dovuta essere calda, si preparò comunque all'ondata di calore e quindi aprì di corsa la porta e indietreggiò. Il fuoco era sparito come l'acqua. Ma la camera non era come l'avevano lasciata. I muri erano ammuffiti, il legno della cassettiera pieno di funghi, il lampadario aveva il filo annodato, i bastoni delle tende piegati, stavolta all'insù e le tende annodate a cappio. Chiamò Marta, che fraintese e invece di raggiungerlo aprì l'acqua e Manuel non fece in tempo a girare la rotella della pompa per diminuire il flusso che la casa si allagò di nuovo. Chiamò nuovamente Marta che chiusa l'acqua che dal giardino vide l'acqua uscire a fiumi alla porta, e non sapeva se era l'acqua della pompa o di un nuovo allagamento. Chiamò di nuovo Marta che finalmente salì, Manuel le disse del fuoco sparito e dell'allagamento improvviso che iniziava sempre nel bel mezzo del pavimento. Ma stavolta non tutta l'acqua svanì: sparì solo quella uscita dal nulla, quella della pompa rimase sul pavimento. Questa per loro era una cosa sconvolgente. Marta iniziò a piangere, perché si sentiva impotente di fronte a queste cose, il prete non la poteva aiutare, non c'erano spiegazioni razionali. Abbracciò Manuel e in quel preciso istante chiamò la madre, che aveva chiamato già tante volte prima al cellulare ma Marta non lo aveva sentito perché era in borsa che aveva lasciato in macchina.

<<Marta, ho dovuto portare Carlo in ospedale, Martina è col nonno. Si sentiva bruciare e diceva cose senza senso. Si sentiva come in un rogo.>>

<<Mamma, riporta Carlo a casa>>

<<Ma sta male>>

<<Ancora adesso sta male?>>

<<No, adesso gli è passato ma è meglio farlo controllare>>

<<Mamma, torna a casa con Carlo o chiamo i carabinieri e ti denuncio per sequestro>>

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