Capitolo 8 - Revisionato

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Tornarono a casa di Stefania e Manuel andò a fare delle commissioni mentre Marta leggeva sul divano. Il resto del pomeriggio fu tranquillo, erano tornati alla normalità ma Marta ancora non si sentiva al sicuro. Andò in cucina per bere un bicchiere d'acqua. Versò l'acqua nel bicchiere e lo appoggiò sul tavolo mentre chiudeva la bottiglia, poi nell'intento di prendere il bicchiere vide delle gocce di sangue in esso e alzò gli occhi al soffitto ma era pulito poi guardò il bicchiere e il sangue era sparito. Poi beve e vede tracce di sangue nel bicchiere e si tocca il naso, come se lo toccò, il sangue iniziò a scorrere come l'acqua di una fontana. Prese subito un fazzoletto e lo infilò nella narice e tutto cessò, non c'era più sangue. Marta non sembrava per niente preoccupata, era stanca ma niente di che, erano notti che non dormiva. E' normale che qualche volta, a causa di pressione alta esca sangue del naso ma non è altrettanto normale che sparisca nel nulla, ma lei non se ne preoccupava ne lo disse a qualcuno. Dopo qualche ora, ormai quasi notte, arrivò Manuel che era stato fuori città, a cui Marta non disse nulla. Marta andò a letto, aveva un forte mal di testa e non vedeva l'ora che arrivasse il giorno dopo per tornare alla normalità.

Erano circa le quattro di mattina quando Marta aprì gli occhi ma non riusciva a muoversi. Era spaventatissima, aveva paura che potesse succedere qualcosa. Vide una sagoma sfigurata che si avvicinava a lei, si sedette sul letto e si stese, proprio dove stava dormendo lei. Era terrorizzata, voleva urlare e grazie alla sua forza riuscì a muovere un mignolo e da li tutto il braccio, poi tutto il corpo. Non parlò ma si alzò di scatto dal letto e guardò la sagoma e si mise ad urlargli contro <<Chi sei?>>, la sua voce era nervosa, spaventata e rabbiosa allo stesso tempo. La sagoma si alzò dal letto e si sedette sulla sponda, la sagoma ha guardato Marta per un po', poi si è alzata dal letto, senza mai distogliere lo sguardo da lei e cacciò delle lettere <<I-S-N-D-N-E>>. Poi a passo lento si avvicinò a Marta, quando fu abbastanza vicino si butto addosso a lei che urlò e sbatté contro la cassettiera che aveva alle spalle e svenne.

Si trovava in qualche posto strano, era tutto nero, non c'era luce. Vide un bambino piangere, correre davanti a lei, e lei lo seguì. Si aprì come una porta da cui entrava un'accecante luce bianca, lei si affacciò a quella porta e qualcuno da dietro la spinse e cadde nel vuoto. Lei urlava ma nessuno poteva sentirla, poi arrivò al fondo di quell'enorme spazio di luce bianca e si spiaccicò al suolo, gli schizzi del suo sangue avevano tinto tutta quella luce bianca, di rosso. Si alzò da terra e vide il suo corpo smembrato a terra, si mise ad'urlare poi davanti a lei vide qualcuno che le puntava una pistola, lei si alzò in piedi e venne sparata. Si risvegliò in un letto d'ospedale. Non riusciva a muoversi poi vide la stanza scurirsi fino a diventare nera. Vide appeso al soffitto un uomo che si teneva appiccicato con mani e piedi ma poi quell'uomo girò la testa all'incontrario e la guardò, stesa su quel letto e le salto addosso e le disse <<O-O-O-E-T-R-O-T>>. Poi Marta aprì involontariamente la bocca e quell'uomo dal volto irriconoscibile e sfigurato le vomitò sangue in faccia. Poi Marta si risvegliò nel suo letto, ormai all'alba. Si alzò del letto e si vestì in fretta poi ritornò a casa.

La casa era sempre peggio, il giallo delle pereti era ormai sbiadito sotto il nero della muffa, contornata da un alone di acqua. I lampadari erano tutti caduti, la casa erra irriconoscibile. Pavimenti sporchi e divani bagnati. Il tetto era crollato sotto il peso di una leggera pioggia della notte precedente e la camera di Carlo era piena di macerie, del soffitto e del tetto, era l'unica stanza dalla quale si poteva vedere il cielo. Marta girò per casa, poi alzò una sedia da terra e si sedette, rifletté molto e decise di ristrutturare la casa e tornare a viverci. Tornò dalla madre, Svegliò Manuel e gli disse tutto. Il pomeriggio stesso Manuel chiamò la ditta che ristrutturò la casa due anni prima e si fece fare un preventivo. Manuel anche era convinto, ormai la casa era libera e invece di spendere tanti soldi per una casa, ne avrebbero spesi di meno per ristrutturare quella. La giornata passò normalmente ma la notte fu una delle peggiori.

Marta si mise a letto e si addormentò, ma alle 3:33 si alzò dal letto e andò in contro ad una sagoma che era apparsa vicino al balcone e la abbracciò. La sagoma nera alle spalle di Marta aveva un coltello e glie lo conficcò tra le costole. Marta cadde a terra, in una pozza di sangue. Sul suo corpo iniziarono ad apparire lividure a forma di croce rovesciata. Urlava aiuto ma non aveva voce. Non sentiva neanche più il dolore e si lasciò morire sul pavimento. Poi si risvegliò paralizzata nella stessa posizione in cui era "morta" e vedeva un bambino piangere disperato, quel bambino non riusciva a respirare: era come sott'acqua. Poi la gamba sinistra del bambino sparì tranciata di netto e la stanza diventò rossa, Marta venne colpita da dietro e svenne. Si risvegliò nel soggiorno e vide Carlo lanciare la palla ad un bambino, quel bambino ricevette la palla in testa e si alzò infuriato, Carlo fece per andarsene ma poi quel bambino gli impose di non muoversi e lo spinse a terra. Poi venne colpita di nuovo alle spalle e svenne. Si risvegliò nella cucina della madre e rivisse la stessa scena di pochi giorni fa: la mamma accoltellata e la figlia impiccata. Si risvegliò a casa sua, nel suo letto alle 3:33 e sentì quell'urlo, prese il pupazzo da cui proveniva l'urlo e d'improvviso diventò un uomo che la accoltellò di nuovo. Marta si risvegliò poi alle undici di mattina nel letto dove si era addormentata, aprì gli occhi ma non riusciva a muoversi e si riaddormentò. Fu svegliata puoi da Manuel perché era pronto da mangiare a tavola. Si sedette a tavola e mentre mangiava aveva fisso lo sguardo su quella tenda alla quale aveva visto la figlia impiccata, e meditava. Poi tornò alla realtà e Manuel, seduto a fianco a lei iniziò a rivolgerle la parola.

<<Quell'amico mio della ditta ha detto che per rimettere a posto la casa ci vogliono settantacinquemila euro circa.>>

<<Bene, quando iniziano i lavori?>>

<<Loro adesso sono liberi quindi da quando noi diamo l'ok due giorni ed iniziano>>

<<Perfetto, per quanto tempo sarà in ristrutturazione la casa?>>

<<Circa un mese, il tempo si spostare i mobili, rifare le scale, grattare i muri, fargli l'intonaco e la cosa che occuperà maggior tempo sarà ricostruire il tetto e il solaio in camera di Carlo. Poi mettiamo i mobili e sarà di nuovo casa nostra>>

Marta non sembrava euforica, era calma ma aveva un atteggiamento strano, ma nessuno se ne era accorto. Le giornate passarono alla svelta ma le notti di Marta sembravano infinite, ma lei si svegliava la mattina ed era come se si dimenticasse tutto e non dicesse niente a nessuno. Passò così il mese di attesa. Manuel non vedeva l'ora, invece Marta sembrava indifferente a tutto.

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