5~Colpa Mia

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Suona la campanella e ci alziamo. Scappo letteralmente dalla classe, quel prof ha qualcosa che mi attira ma allo stesso tempo mi respinge. Lo so, é strano.
Terza ora. Matematica.

Entro nell'aula 15 e mi siedo al banco in fondo. Tra la folla di ragazzi intravedo Hardin, Caleb e Camilla.

Il professore Silent Mark eh?
<hey Kat> Caleb mi richiama dai miei pensieri, faccio un cenno del capo e mi volto verso la finestra. Sento gli occhi di Hardin bruciarmi la pelle. Mi giro di scatto e vedo che Hardin mi copre la visuale. Non capisco. Bussano alla porta ed entra la segretaria
<signorina black il suo caffè > sorrido e mi alzo per prenderlo. Appena tocco le sue dita per prendere il caffè, sbianca.
Caleb mi Tira indietro e Hardin si mette davanti a me. Urla. Le sue urla. Ricoprono tutto il mormorio che si era creato.
La donna accasciata per terra, non smette di urlare, il sangue le esce dal naso, dagli occhi, dalle orecchie, si sta graffiando. Capisco il suo dolore, ma non vorrei provarlo anche io, partorire e vedere che cercano di uccidermi. Beh... È la vita, anche se io odio la vita. Però non mi riguarda, non mi fa niente. I miei sentimenti devono ancora scattare. Ridacchio e sorpasso il corpo, bevendo il mio caffè. Esco e vedo i ragazzi correre dalla donna, alcuni mi guardano con disprezzo, altri con curiosità, e Lucifero con uno sguardo duro. Sorrido e butto il bicchiere
<non ci ha messo lo zucchero, quella troia! >borbotto con un sorrisino.
<è morta> dice una voce. Camilla.
Il mio sorriso non si spegne. Me lo sentivo. Sono un mostro... E I mostri uccidono anche se non vogliono.
<vieni con me > Lucifero mi prende per il braccio e mi trascina nel suo ufficio <ma cosa ti é saltato in mente. L'hai uccisa, anche io che sono l'angelo della tentazione, della lussuria, avrei risparmiato quella povera umana. Ma non é colpa tua... Si ..scusa. Solo che già te l'ho detto. Non. Ti. Devi. Levare. Gli. Occhiali.
Mi raccomando non uccidere gli alunni> borbotta rosso in viso
Sbuffo e me ne vado dall'ufficio 
I corridoi sono pieni. Non si riesce né a passare né a distinguere le persone, spingo un ragazzo e la maggior parte degli studenti si girano.
Li fisso uno ad uno e sbuffo, rialzo il ragazzo e gli sorrido, non voglio farmi dei nemici umani, vengono uccisi facilmente. 
Un ragazzo mi da una spallata e, io mi giro lentamente.
vedo il suo gruppetto e noto che è quello di Hardin.
Mi avvicino al ragazzo super muscoloso, ha la giacca della squadra di football, gli sorrido e gli accarezzo il viso.
<Bambola scusami ma non ti ho vista, l'errore più grande che potessi fare.> 
mormora mettendomi un braccio in vita.
Sorridendo, gli spezzo il braccio. 
<Guarda dove vai mezza calzetta> mormoro fredda spingendolo all'indietro su Hardin. 
<Tieni a bada i tuoi amichetti del cazzo e nessuno muore> dico passando lo sguardo su tutti

 Tutti i ragazzi presenti nel corridoio, in un secondo sono schiacciati vicino agli armadietti, lasciando il via libera alla sottoscritta. Vengo strattonata  per il braccio mentre saluto da lontano mio fatello <piccola puttanella stai lontana da Hardin e Caleb> strilla una ragazza-gallina. Sorrido e me la scrollo di dosso <Caleb é mio fratello. Stai lontana tu da lui, a meno che tu non voglia farti un giretto dal chirurgo. Hardin.. Beh si é figo ma te lo puoi tenere. Gli scarti vanno alle cagne > gli do le spalle mentre sento degli ohhh.

Le troie ci sono sempre, basta essere stronze per farle finire.

<Kat.. Kat> urla quella voce. L'aria mi manca. Soffoco. Vedo buio. Vedo rosso. Cerco di aprire gli occhi ma li sento appiccicosi, provo a parlare.. Ad aprire la bocca, ma é inutile. Sono paralizzata.
Una secchiata d'acqua congelata mi arriva in viso.
Mi alzo di scatto e mi guardo intorno. Caleb ha gli occhi lucidi mentre respira affannato<ho avuto paura Kat. Non ti svegliavi. Eri... Fredda. Sembravi morta. >
Guardo fuori alla finestra e osservo il cielo nero, privo di stelle. Privo di una fonte di luce. Come la mia anima.
Caleb mi abbraccia da dietro e piange.
Sospiro e guardo mio fratello, lo proteggerò a costo della mia vita. Come lui ha fatto per me.

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