Mi staccai da quell'abbraccio.
Le farfalle nel mio stomaco sarebbero potute uscire da esso e riempire la stanza, il mio respiro era irregolare, il mio cuore batteva velocissimo ma...ma non volevo far vedere tutto quello che avevo dentro, così repressi tutto. "Ne avevo proprio bisogno, stavo congelando" dissi sorridendo.
Avrei voluto dire tanto di più, ma sentivo che quello non era il momento giusto.Jimin's POV
Non volevo più lasciarla andare.
Non volevo che si staccasse da quell'abbraccio.
Non volevo che tutto finisse.
Era da anni che non ricevevo e donavo un abbraccio del genere.
Esattamente da quando mia madre venì a mancare.I suoi abbracci probabilmente sono una delle cose che mi mancano di più. Le sue piccole mani che mi accarezzavano la schiena per tranquillizzarmi, le sue parole rassicuranti che mi sussurrava alle orecchie mentre venivo cullato dal ritmo del suo cuore.
Mi manca tutto ciò.
Mi manca tanto.
Mi manca lei.
Ma in quell'istante, in quel piccolo istante, beh, mi sembrava di essere ritornato nelle braccia di mia madre.
Solo Margherita era riuscita a rifarmi provare quelle piccole sensazioni, che finché non le perdi, non capisci quanto siano importanti per te.Il mio viso si oscurò per un attimo ma nascosi tutto dentro e sfoggiai un sorriso.
Un sorriso sincero ma con un tocco di malinconia.
Questa volta lei non voglio perderla, non posso.Margherita's POV
Sfoggiò uno dei suoi soliti sorrisi che mi mancavano tanto, ma notai che non era come gli altri.
C'era qualcosa di diverso; una sfumatura di tristezza velava i suoi occhi, ma decisi di non chiedere spiegazioni.Un silenzio imbarazzante si schierò fra noi due.
Il mio viso si tinse di un leggero rosso mentre Jimin incominciò a guardare per terra, torturandosi le sue piccole manine.
"Beh...cioè...a-andiamo in c-camera mia a studiare?" balbettò Jimin rompendo il silenzio.
"Si, okay" risposi ridacchiando io.
"Cos'hai da ridere?" disse ridendo, prendendomi per un braccio, e portandomi all'ultimo piano.Spalancò una porta dello stesso colore di quella d'entrata e appena entrai rimasi a bocca aperta.
La sua camera si trovava in mansarda.
Il soffitto era in legno e delle travi di un legno più scuro sostenevano il tutto.
Un'enorme vetrata, posta nella parete che scendeva obliqua, si affacciava nel giardino del retro, mostrando una vista mozzafiato delle montagne innevate.
Davanti ad essa si trovava un letto matrimoniale non rialzato, separato dal pavimento di ardesia, da un pannello di legno spesso venti centimetri circa.
Nella parete affianco alla vetrata, vicino ad essa, c'era una scrivania di betulla con due sedie dello stesso legno.
La camera era arredata in maniera divina da altri mobili, e qua e là c'erano tocchi color lavanda che riprendevano la porta."Bella vero?" pronunciò Jimin.
Non ottenendo mia risposta mi prese il polso e mi portò davanti alla vetrata e mi strinse a se.
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τнε lσsτ sϻιlε•ᑭᒍᗰ
Fanfiction"Mi hanno sempre detto che ho il sorriso identico a quello di mia madre... Da quando lei non c'è più anche il mio sorriso è scomparso" °°Dove Margherita farà di tutto per vedere quel sorriso, almeno un'ultima volta°°