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Arrivai davanti alla mia abitazione.
Ero nervosa.
Non sapevo come Jimin sarebbe apparso agli occhi di mia madre.
Staccai l'intreccio che si era creato tra la mia e la sua mano, e suonai il campanello.
Intravidi la figura di mia madre da dietro la finestra, sentii il suono del cancelletto aprirsi e in maniera insicura avanzai con Jimin alle mie spalle.

"Ciao mamma, lui è Jimin, il ragazzo che volevi conoscere" dissi tutto ad un fiato mostrando un sorriso nervoso a 32 denti.
"Accomodati pure, scusa se non sono in perfetta forma ma non sto molto bene" rispose mia madre sorridente.
Voleva fare bella impressione.
L'avevo capito dal fatto che si era messa il rossetto, cosa che non faceva mai, se non nelle occasioni importanti.

"Non si preoccupi, io ora ritorno a casa" disse Jimin inbarazzato, abbozzando un piccolo inchino di congedo.
"Sicuro? Guarda che se vuoi puoi rimanere a mangiare qui da noi"
"Mamma, non lo mettere a disagio.
Ha detto che vuole tornare a casa" dissi cercando di risolvere l'imbarazzante situazione che si stava creando
"Intanto tu fili dentro, che ti devo dire un paio di cose..." mi rimproverò mia madre.
"Un giorno ti ricambieremo il favore, a presto" e chiuse la porta tra me e Jimin, non lasciandomi neanche il tempo di salutarlo.

"Ma si può sapere cosa ti prende?! Prima sei tutta gentile e lo inviti a sedersi e poi gli chiudi la porta in faccia e mi fai fare una figura di merda" le sbraitai contro rossa in viso.
"Senti, prima di tutto non mi parli così sia chiaro!
Non mi piace per niente il tuo comportamento da quando hai conosciuto quel Jimin!" mi urlò.
"In più devo parlarti di una cosa abbastanza importante..."

τнε lσsτ sϻιlε•ᑭᒍᗰDove le storie prendono vita. Scoprilo ora