Capitolo 16 A

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Terra, Sacramento 15 luglio 2022

I notiziari ormai non parlavano d'altro: quella mattina un intero magazzino pieno di provviste alimentari, situato tra il confine del Nevada e della California, era stato fatto esplodere con una potentissima bomba.

L'intero complesso era stato ridotto in cenere, inoltre sembravano esserci cinque morti ed una decina di feriti, ma il bilancio, dicevano, sarebbe probabilmente aumentato col passare del tempo.

I ranghi alti della polizia, accordatosi con l'FBI, avevano comunicato che l'attacco era stato effettuato senza dubbio da terroristi ma, al momento, non avevano a disposizione alcun indizio su chi potesse essere il colpevole o i colpevoli.

Il mondo là fuori stava completamente impazzendo: prima, il serial killer che andava in giro ad uccidere e stuprare ragazze, dopo aver ammazzato un gruppo di poliziotti, scompare nel nulla; poi, una serie di persone, di punto in bianco, svaniscono dalle loro case in giro per tutta l'America, senza portarsi dietro quasi nulla.

Alcuni erano stati rintracciati in luoghi molto distanti da dove abitavano ed avevano utilizzato delle scuse improbabili per spiegare il loro allontanamento. Uno di loro aveva persino abbandonata la moglie, con il figlio appena nato, ed era stato ritrovato a più di trecento chilometri di distanza rifiutandosi di tornare a casa o di parlare con sua moglie perché l'unica cosa che gli interessava ora era viaggiare libero tra le città ed i boschi.

Infine, quella mattina, l'esplosione di un edificio messa in atto da un pazzo per attirare l'attenzione su sé stesso che, una volta che sarebbe stato trovato, avrebbe giustificato le sue azioni attraverso una qualche divinità a caso.

E questo era quello che era accaduto soltanto nell'ultima settimana! Poi i suoi amici avevano anche il coraggio di chiedergli perché passasse le giornate rintanato nella sua cantina. Se loro avevano voglia di rischiare di saltare in aria o di venire trivellati da colpi d'arma da fuoco che si accomodassero pure, ma lui non ne aveva la minima intenzione ed era sicuro che, fino a quando fosse rimasto lì sotto, nessuno lo avrebbe disturbato.

La grande stanza in cui stava vivendo in quegli ultimi giorni era ormai impolverata; avrebbe dovuto dare una ripulita, ma non ne aveva proprio voglia. L'unica parte che sembrava non aver bisogno delle pulizie erano i suoi videogiochi e la tv che, essendo sempre utilizzati e ben tenuti, sembravano quasi nuovi.

La piccola cucina a fianco del tavolo era inutilizzata da un paio di giorni e i piatti sporchi lasciati sul lavandino avevano iniziato ad emanare un cattivo odore. L'unica volta che Hunter aveva lasciato quel luogo era stato per andare ad aprire la porta, quando il ragazzo delle pizze gli consegnava a casa il pranzo o la cena.

Il divano che usava per dormire e per giocare con i videogiochi era diventato un campo minato formato da briciole di patatine, popcorn, rimasugli di pizza, macchie di unto e qualsiasi altra cosa uno potesse immaginare. I cartoni vuoti della pizza sparsi per la stanza e l'aria umida e polverosa facevano sembrare quel posto come la stanza del peggior ostello esistente al mondo.

Rintanato nella tavernetta, riusciva a scandire il tempo della giornata attraverso l'unica finestra che si trovava là sotto: la finestra del bagno. Quella piccola vetrata che dava sul giardino esterno della sua casa era sempre aperta, per permettere il ricambio dell'aria, ed andava ad illuminare debolmente la stanza, poiché lui era solito lasciare la porta del bagno spalancata.

Il grande specchio della stanza era piazzato nel muro dietro al divano, per questo era a malapena a conoscenza della sua esistenza dato che gli rivolgeva sempre le spalle.

Mike, qualche ora prima, gli aveva mandato un messaggio dicendogli che al pomeriggio sarebbe passato a trovarlo per fare qualche chiacchiera, per questo forse era il caso di dare una ripulita alla stanza.

VAMP: il primogenitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora