Terra, San Jose, 17 luglio 2022
Il tempo si era come fermato. Di fronte a lui, quell'essere abominevole lo stava fissando con i suoi occhi neri, attendendo che qualche risposta gli uscisse dalla bocca.
Paralizzato, osservava le vene nere che, come piccoli vermi, strisciavano sotto la carne del corpo del suo vecchio amico. Avevano fallito: il Primo era riuscito ad arrivare sulla Terra.
Nessuno sarebbe stato in grado di fermare quella cosa, lo percepiva. Fin nel profondo delle sue viscere sentiva il puro e semplice terrore e una forza opprimente sembrava schiacciargli i polmoni impedendogli di respirare.
E così il guscio che tutti stavano cercando era Aaron. Era leggermente diverso da come lo ricordava, ma era sicuro che fosse lui. O almeno lo era prima che quella cosa gli entrasse dentro il corpo.
Stanco di aspettare, il Primo aprì nuovamente le sue labbra già tendenti al viola per parlare. "Non si salutano i vecchi amici? Maleducato!" disse con un ghigno sul volto, avanzando verso di lui.
Senza alcuna via di fuga, Hunter indietreggiò di qualche passo, sbattendo con la schiena contro il muro e facendo cadere la pistola che aveva in mano sul terreno. Con gli occhi sbarrati, iniziò a tremare, attendendo il momento della sua morte.
"Ti dirò una cosa", serpeggiò con una voce aliena, "La tua controparte di Gea era molto più forte e coraggiosa di te, per questo si è meritato un posto nella mia schiera, ma tu..." disse facendo una pausa e giudicandolo con lo sguardo. "Tu sei completamente inutile e innocuo. Non meriti di diventare uno di noi, ma, in onore della nostra vecchia amicizia, potrei decidere di tenerti con me, come uno schiavo o come un giocattolo. Sarai l'ultimo degli umani!", sghignazzò mostrando i suoi denti, quasi totalmente ricoperti da una sostanza nera densa e vischiosa.
Il Primo avanzò con la mano verso di lui, alzandola al livello del suo viso e avvicinandogliela alla faccia come una presa mortale.
A pochi centimetri da sé, Hunter riusciva a percepire l'odore di quella bestia: vagamente ricordava ancora l'odore del suo amico, ma un fetore di carcassa stava lentamente prendendo il sopravvento.
Chiuse gli occhi, ormai arreso al suo destino, sperando che quella cosa lo uccidesse in fretta.
Un boato riempì improvvisamente la stanza poi, il suo corpo si fece leggero, librandosi in aria, fino a quando non colpì duramente con la spalla una grossa lastra di vetro che si frantumò in mille pezzi facendolo scontrare contro il pavimento.
Senza riuscire ad udire nessun suono e con la testa che girava, aprì gli occhi per ritrovarsi accanto ai cadaveri dei due soldati umani, immersi in una pozza di sangue al di fuori del negozio di oggetti preziosi.
Si voltò a fatica, notando l'enorme quantità di fumo e di macerie che fuoriusciva dal negozio e che non dava alcuna possibilità di vedere cosa fosse successo all'interno. Ancora confuso, si tastò la spalla dolorante sentendo un oggetto dalla consistenza strana.
Con mano tremante lo afferrò e tirò, facendo fuoriuscire dal suo corpo quella cosa e gettandola, ormai allo stremo delle forze, davanti a sé. Mentre guardava stordito il grosso pezzo di vetro coperto di sangue che si era appena levato dal corpo, notò un'ombra emergere dalla nube di polvere, strisciando sul terreno verso di lui.
Piccole luci gialle lampeggiavano all'interno della nebbia di detriti, come una serie di lucciole danzanti.
Con un occhio nero e la gamba ancora fuori uso per il colpo di pistola, Mike strisciò fuori dal negozio agitando la bocca. Dalla sua espressione e dallo sforzo disegnato sul suo volto sembrava chiaro il fatto che stesse gridando a pieni polmoni, tuttavia non un singolo suono riusciva a giungere al suo orecchio.
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VAMP: il primogenito
Ciencia FicciónIn una tranquilla giornata, una nube scura compare dal nulla sterminando l'intera popolazione mondiale. I pochi superstiti riusciti a nascondersi scopriranno presto però che non tutto ciò che è stato inghiottito dalla nebbia è morto. Dei nuovi esser...