Sette

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<<Come le stavo dicendo, è stato proprio John Thompson a fare quei graffiti.>> Comincio a spiegare non appena raggiungo l'ufficio del preside. Di rimando, lui non fa che alzare un sopracciglio facendomi capire che non crede ad una sola parola che sta sentendo. <<Dal suo sguardo capisco che non mi crede...>> Sospiro quando un'idea fa tornare la speranza in me. <<Mi dia qualche minuto di tempo, prima che le lezioni comincino riuscirò a trovare John e a portarlo qui per dirle come sono andate realmente le cose. D'altronde siamo alla USPA, in quanto futuro avvocato, so che le prove e le testimonianze contano.>>

Il preside assume uno strano sguardo, misto tra stupore e leggero orgoglio.
<<Sa... da lei non mi aspettavo frasi così sensate.>> Accenna ad un sorriso. <<E sia.>> Mi fa cenno di andare e sorridendo sollevata mi avvio verso la porta.

È quando la chiudo dietro le mie spalle che capisco di essermi fregata da sola: già una volta non sono riuscita a portarlo dal preside per spiegare il fatto delle finestre, cosa mi ha fatto pensare, anche solo per un attimo, che sarebbe venuto ora?

Fantastico. Riesco a mettermi in posizioni sempre peggiori.

Sospiro avviandomi verso i vari corridoi. Tanto per cominciare non conosco i suoi corsi, non ho il suo numero e non so neanche dove accidenti si è cacciato.

È la fine. È la volta buona che vengo espulsa.

D'accordo Emily, non puoi certo arrenderti così in fretta. Ne va della tua carriera da avvocato.

D'un tratto un'idea mi passa per la testa: magari Jessica sa qualcosa in più di me, qualcosa come il suo numero di cellulare dato che sembravano conoscersi.

****

Passano le ore e mentre con ansia mi spremo le meningi a rimuginare su come convincere John a seguirmi dal preside, finalmente giunge l'ora di paura prima della ripresa dei corsi.

Mi precipitò fuori dall'aula alla ricerca di Jessica, che per mia fortuna mi stava aspettando fuori dalla mia classe. Meno male che ha memorizzato i miei corsi e conosce le aule che frequento.

<<Grazie al cielo Jess.>> Sospiro dal sollievo nel vederla.

<<Caspita non ho mai visto qualcuno tanto felice di vedermi.>>

<<Ho urgente bisogno di una mano. Per caso hai il numero di John? O sai dove trovarlo?>> Chiedo guadagnandomi un occhiataccia da parte di Jess che sembra aver capito altre intenzioni da parte mia. La fulmino con lo sguardo. <<Mi ha messo ancora una volta bei casini con il preside, lo cerco per salvarmi dall'essere espulsa.>>

Capendo la situazione mi passa subito il suo numero. La ringrazio e mi allontano per chiamare John. Prima o poi lo ucciderò.

Il cellulare comincia a squillare e spero con tutta me stessa che quell'idiota non ignori la chiamata riservandomi la sua segreteria telefonica. Per fortuna al terzo squillo risponde alla chiamata.

<<Pronto, chi mi cerca?>> Domanda mentre il mio sangue ribolle dalla rabbia a pensando cosa mi sta facendo passare.

<<Vedi di muovere il culo e presentarti all'ingresso dell'università o ti disintegro appena torni all'appartamento.>>

Sento una risata dall'altra parte della cornetta.
<<Emily sei tu?>> Ridacchia ancora mandandomi talmente in bestia che, senza aspettare cos'altro avesse in mente di dirmi, attacco. Spero solo che porti la sua faccia da schiaffi qui all'entrata e di convincerlo a spiegare il malinteso al preside.

Quel vicino irritante! (Da riscrivere) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora