L'indomani Alexia si sentiva in pace con sé stessa, o almeno per metà; la Donna non era ancora arrivata in Paradiso, per cui il suo compito non era ancora terminato.
Come al solito incontrò il fidanzato sotto casa e insieme i due si diressero da Emily.
Camminando si scontrarono contro il Sindaco, che si scusò al posto loro,chiedendo dell'amica fantasma.
<<La stavamo andando a trovare adesso Signore.>>
<<Oh, bene...Ragazzina, potresti chiederle di uscire per un incontro generale con la cittadina?>>
<<Emily è vincolata, può solo muoversi nei pressi del Castello e nel bosco.>>
<<Oh, allora vorrà dire che saranno i cittadini a venire da lei, se non le dispiace ovviamente...>>
<<Credo che le farà piacere un po' più di compagnia!>>
<<Perfetto. Glielo chiederai, ragazzina?>>
<<Certo!>>
<<Te ne sono grato.>>
<<Un incontro generale con la cittadina?>>
<<Sì Emily! Non sei felice? Finalmente la gente ti vedrà per quello che sei e non per come ti descrive una stupida leggenda!>>
I due erano subito corsi dalla Donna e le avevano dato la bella notizia; la più entusiasta pareva essere Alexia però e Alex non ci mise molto a farle notare il suo quasi esagerato fervore, ma la fanciulla non ci diede peso. Per la prima volta era riuscita ad aiutare qualcuno per davvero! E per di più una donna fantasma! Era fiera di sé stessa per questo. Forse anche la sua mamma lo sarebbe stata.
<<Se solo lei fosse qua..>>
<<Chi Alexia?>>
<<La mia mamma, sai Emily non sei l'unica ad aver perso qualcuno a cui tenevi...>>
<<Oh, perdonami, non volevo essere impicciona.>>
Alexia la rassicurò, dicendo che non sapeva nemmeno come fosse la sua mamma perché aveva pochi ricordi di lei, e i suoi nonni non parlavano mai dei sui genitori; dicevano solo che era un bene che lei fosse con loro, però Alexia sapeva bene che non ci sarebbero stati a lungo come una mamma e un papà e questo spesso la rattristava.
-Chissà dove finirò quando non avrò più il nonno e la nonna- si domandava spesso.
<<Non sei stata impicciona, anzi, Alex mi aveva fatto molte domande su di lei, oltre che sul mio papà.>>
<<E ti pareva! Se non venivo messo in mezzo io la storia non aveva senso!>>
Alexia iniziò ad un tratto a raccontare i suoi ricordi di quando era bambina: la sua mamma era alta e bella, pareva una bambola di porcellana, elegante e sofisticata nei modi di dire e fare, con un portamento quasi principesco e tante lentiggini sul volto e due occhioni bicolore, uno grigio e l'altro blu; forse era per quello che il suo papà se n'era innamorato. Lui era un omone spesso di corporatura, e sembrava un boscaiolo con tutta quella folta barba bruna come i suoi capelli e i suoi grandi occhi verdi, forse l'unica cosa che lo faceva apparire meno burbero e accigliato, ma i due si piacevano così com'erano. Si chiamavano Beverly e Bill. Erano molto vicini, ma qualcosa li aveva resi diversi dal solito; non erano più la famiglia felice di un tempo. Lei aveva iniziato a bere, e il suo corpo diventava sempre più magro e il volto pareva avesse due buche anziché due guance. Aveva un aspetto trasandato e sciatto e Bill non poteva sopportare che una bambina così dolce e tenera soffrisse peri problemi della madre. Non le dissero mai il motivo per cui la lasciarono dai nonni, però in cuor suo Alexia sapeva che non sarebbero più tornati. Mai più.
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La Donna senza nome
FantasyLa gente che vi abitava era ospitale e cordiale con chiunque. La chiamavano "La città dal Bianco Sorriso"... Esisteva un posto, però, dove la serenità e l'allegria di questa città non riuscivano a vivere: il Castello DeadHouse, un grande e vecchio c...