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La trovarono dopo un'ora dalla loro partenza mentre si stava riposandosu una panchina.

Le venne un colpo quando alle sue spalle sentì urlare <<Sorpresa!>>,ma vedere i suoi amici tutti lì uniti per lei con delle rose blu,gentilmente fornitele dal caro Timmy; l'annuncio solenne di una vacanza da parte delle sorelle e... <<Un CANE?!>>

<<La vista ce l'hai ancora buona, vedo!>>

Era la creaturina più bella che avesse mai visto, ed era stato proprio Lui a regalargliela. Gli saltò in braccio piangendo (Il cucciolotto era accucciato in un carretto e stava dormendo beatamente)ringraziandolo come mai aveva fatto con nessuno. Tornata in sé andò dagli altri amici e uno per uno se li strapazzò forte forte, per poi andare dal cucciolo e prenderlo in braccio.

<<È la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me! Vi adoro ragazzi!>> Poi guardando il dolce musetto del SUO CUCCIOLO annunciò felicemente il suo nome: Rex.

Non sapeva però che andando a casa avrebbe trovato un'altra cagnolina, Kira, pronta ad aspettarla, chissà come la prenderà? Alex se lo domandava, contento di aver fortunatamente riportato alla luce l'allegria e la serenità della sua cara Alexia.


Finalmente le era tornato quel sorriso perenne che aveva fino a qualche mese prima. Finalmente era tornata quella di sempre. Ormai nulla poteva renderla triste e depressa. Era raggiante e brillava di una luce nuova. Alexia passeggiava spesso coi suoi due cuccioli sotto casa degli amici e del ragazzo, e si sentiva leggera come una piuma. La Donna ormai era solo un ricordo, sempre nel suo cuore, ma non provava più dolore per la "perdita" anzi provava gioia per essere riuscita ad aiutarla. Era felice di avere di nuovo in mano la sua vita e di avere di nuovo controllo di sé stessa; aveva la mente tanto impegnata comunque, quindi anche se avesse voluto deprimersi non ne avrebbe avuto tempo. Era un bene tutto ciò. Anche i nonni di Alexia erano più sereni vedendola di nuovo nel pieno delle sue energie.



Ormai sono passati gli anni.

Alexia ricorda ancora quel giorno come se fosse il presente, quando invece è da vent'anni che la sua amica Emily è scomparsa.

<<Incredibile. Sono già vent'anni...>>

<<Vent'anni di cosa? Che conviviamo? Non esagerare! In realtà non sono neanche dieci!>>

<<Non parlo di questo Alex...>>

<<Parli dei cani? Perché mi pare che i primi Rex e Kira che avevamo non siano deceduti da moltissimo...>>

Alexia lo guardò ridendo <<Ma no, sciocco! Parlavo di Emily>>

Alex non se la ricordava neanche quella Emily! Cosa aveva da ripensarci,adesso poi?

<<Alexia...Non credi che sia ora di smetterla di rimuginare il passato? Non voglio essere cattivo o altro, ma non mi piace quando smetti di sorridere per colpa sua...>>

<<Non sto rimuginando nessun passato! Ho solo fatto mente locale su di lei! E poi sono vent'anni che ci ho messo una pietra sopra a questa faccenda, e sono altrettanti anni che ho smesso di deprimermi..>>

<<Scusa...Non avevo intenzione di agitarti... È solo che mi preoccupo tanto per te...>>

<<Non farlo! Non ho più pensieri deprimenti nella mia testa! Cavolo Alex, ho due cani, sono in salute, ho un buon marito e un nuovo membro della famiglia in grembo! Credo che posso fare a meno di deprimermi,non credi?>>

<<Non ho detto questo...>>

Alexia era leggermente infastidita, ma non voleva litigare. Aveva perso i nonni, e già aveva un rammarico per aver avuto un disguido prima di perderne uno, niente di grave, però non aveva avuto modo di sistemare il tutto. Un nonno cocciuto che non prende le medicine e si impunta sul fatto che il suo cuore malato non abbia nulla è difficile da gestire. Ma Alexia ci era passata sopra. Era passata sopra a tante cose; di certo non era una vecchia amica o il suo compagno ansiolitico che l'avrebbero fatta impazzire... di nuovo.

<<Non mi serve la tua preoccupazione Alex... Sono guarita>>

<<Non devi agitarti lo stesso. Non fa bene a nessuno dei tre>> Ormai quando parlava di loro due non poteva fare a meno di includere sé stesso. Da quando l'aveva quasi persa per una crisi dovuta all'ansia e alla depressione, Alex non era più lo stesso; si preoccupava ad ogni minimo segno di agitazione da parte della compagna.

Dal momento in cui la Donna aveva fatto la sua comparsa, la città aveva iniziato a incuriosire sempre più persone, quasi fosse stata infestata; inoltre molte famiglie si erano trasferite in quel luogo per fare delle ricerche o semplicemente perché la "Città dal Bianco Sorriso" era tornata a splendere. Ma torniamo un momento indietro...

Dall'apparizione di Emily, molti fantasmi rimasero sconvolti dal fatto che la donna non avesse prodotto così tanto scalpore, anzi era parsa quasi ridicola e in tanti provarono a riappropriarsi del loro compito dimostri terrorizzanti, ma senza alcun successo; non c'era da stupirsi,in quei tempi ormai le persone si erano abituate alla presenza di esseri sovrannaturali tra di loro, o meglio di anime che vagavano perla città, quindi era inutile tentare di far paura a qualcuno che reputa creature del genere innocue. Si arrivò quindi ad un accordo:spiriti, anime e vivi avrebbero convissuto nella città, senza creare tensione.

Così la città divenne motivo per scienziati di ogni genere di ricerca e studio, contribuendo sempre più a creare un'unione tra Mondo dei Morti e Mondo dei Vivi.

Questo era ciò che tutti credevano...

Alexia era certa che ci fossero ben altri motivi per cui in città avessero accettato gli spiriti, per questo non si dava pace e da tempo cercava di capire cosa spingesse i cittadini e le anime a convivere insieme,quando in realtà sarebbe stato opportuno aiutarle a risalire al cielo. Nessuno però era intenzionato a darle risposta. Ogni qualvolta affrontava l'argomento il personaggio che aveva davanti cambiava discorso o spariva nel nulla. Alex non le era certo d'aiuto, preoccupandosi sempre per lei non le lasciava abbastanza tempo per fare delle ricerche sensate.

Per gli altri questi cambiamenti potevano sembrare positivi, ma per Alexia era tutto l'opposto e sapeva che presto sarebbe successo qualcosa di pericoloso. Il suo istinto le diceva di stare sempre attenta a tutto e tutti, in ogni momento.


Nove mesi dopo nacque Max Gardenia, un bel bimbo di tre chili e mezzo. Fu un'esperienza stremante e letale per Alexia.

Le dissero che uno dei due non sarebbe sopravvissuto e la povera donna non poté che rinunciare alla sua stessa vita per poter salvare il figlio.

<<Lasciagli questa chiave e non fargliela mai togliere Alex... Mai>>

<<Lo farò... Mi dispiace così tanto... Non avrei mai immaginato di perderti in un giorno così bello..>>

Alexia spirò con un sorriso lieve sul volto dopo aver visto il piccolino.Sapeva che non le avrebbero permesso di portare a termine ciò per cui da vent'anni si stava occupando. Sapeva benissimo che non sarebbe morta se solo non le avessero fatto una flebo mortale. Lei lo sapeva,ma non le importava. Suo figlio avrebbe prima o poi trovato la stanza segreta in cui conduceva i suoi studi e se ne sarebbe occupato. Ne era certa. E poi lei lo avrebbe aiutato, glielo aveva promesso il giorno prima della nascita: <<Piccolo mio, quando sarai nato e io non ci sarò più, ti prometto che starò al tuo fianco finché tutta questa farsa non sarà risolta e ti proteggerò dal male e da coloro che ti ostacoleranno>>

Buio. Alexia stava camminando in un tunnel nero come la notte.


Una luce lieve comparve verso la fine, ma lei preferì sedersi e aspettare. Sapeva che non sarebbe passata attraverso quella fessura. Non poteva. Aveva promesso.

La Donna senza nomeWhere stories live. Discover now