Ho molto freddo, ma per fortuna Levi mi sta' portando della cioccolata calda. So' di essere stata patetica a buttarmi sul pavimento per farlo restare. Ma se rimanessi sola in questo posto per troppo tempo, rischierei di spaccare qualcosa.
Ho sempre odiato gli spazi grandi e chiusi. Ed ancora non ci credo che Levi abbia accettato di rimanere con me. Lo avrei fatto anch'io, vedendo una persona strisciare sul pavimento, pregandomi. Già mi pento. Dovevo avvertire il fidanzato di mia madre, dato che è poliziotto. Avrebbe arrestato Levi immediatamente.
Cerco di alzarmi, senza successo. Sto ripetendo a me stessa di andarmene da questo posto, ma non ho le forze per farlo.
<< È inutile che ti alzi >>
La sua voce è così irritante
<< Tentar non nuoce >>
Ride. Che se ride?
<< Te l'ha detto tua nonna? >>
Mi disse scherzando. Ovviamente non stetti allo scherzo.
<< Esatto. Vuoi che resusciti? Così che possa picchiarti col suo bastone? >>
Ricambio. Ma mia nonna lo avrebbe fatto davvero. Nonostante l'età è sempre stata infantile, e anche nonostante la sua sagezza e la sua esperienza su situazioni simili a queste.
<< Un ragazzo cattivo che ha tentato di uccidere la sua nipotina, sai: avrebbe voluto vederti nella tomba >>
Gli lascio un ghigno di vittoria dato che non mi sta' rispondendo. Adoro imbrogliare la gente con le parole. È così facile difendersi verbalmente, la gente va' solo in panico, è per questo che non trova le parole giuste per rispondere. Mia nonna mi ha sempre insegnato a mantenere la calma, non devo fare il gioco del nemico.
<< Se hai fame, vai a prenderti il cibo da sola >>
<< Non ho fame >>
In realtà sì, non mangio da ieri sera. Sicuramente lo avrà intuito anche lui, ma fa niente
<< Okay ho fame >>
Non mi risponde, ma mi fissa. Vorrei digli "cazzo guardi" ma sarebbe troppo maleducato e immaturo da parte mia. Mi guarda come se avessi detto qualcosa di sbagliato. Come se avesse ragione lui. Infatti lo aveva detto prima: "Se hai fame, vai a prenderti il cibo da sola". Sono caduta nella sua trappola
<< Senti >>
Stavolta voglio essere onesta con lui. Ne ho abbastanza di vederlo, lo stesso vale sicuramente anche per lui.
<< Lo so che non ti piaccio. E a me non piaci tu. Ma pensaci. Dopo questa brutta esperienza non ci vedremo più. Perciò, vediamo di andare d'accordo, almeno per quando non starò meglio. Potresti portarmi il cibo? >>
Credo di essere stata chiara, ma quest'idiota non si muove. Sbuffo e mi sforzo a dire:
<< Per favore >>
Mi lancia di nuovo uno di quei ghigni vittoriosi, cerco di non manifestare il mio fastidio. E per fortuna ci riesco! Devo collaborare anche io, a far funzionare questa "pace" temporanea fra noi. In effetti, non esiste nemmeno un noi. Io non conosco questo ragazzo.
Mi sono trasferita qui perché volevo studiare a Londra. Ma questo è l'unico quartiere che io e mia madre ci possiamo permettere. Le altre case costavano troppo, ed erano troppo lussuose. Quasi simili alla casa di Levi. Ma casa sua è molto più grande. Ed io non capisco perché sia così grande. Abita da solo..? Vorrei conoscerlo meglio, ma sicuramente lui non me lo permetterebbe, anche se la volta scorsa ha confessato una cosa: sua madre era la proprietaria della scuola.
Era una prostituta, anche molto conosciuta. Vorrei approfondire questa cosa. Anche per conoscere meglio questo ragazzo, ma anche la mia scuola, ed il quartiere in cui vivo. Sento i passi di Levi avvicinarsi alla camera, e vedo la sua figura portarmi del cibo in un vassoio.
<< Che buono! >>
Esclamo appena assaggio il contenuto del piatto. Fish & chips, tipico dell'Inghilterra. È sempre stato il mio piatto preferito, è molto simile alla ricetta che mia nonna faceva.
<< In quale ristorante l'hai preso? Vorrei mangiarlo anche domani >>
Sorrido, e continuo a mangiare
<< Non viene da un ristorante, l'ho fatto io >>
Il boccone mi cade dalle labbra e finisce dentro al piatto. Quasi glielo voglio chiedere se fosse davvero lui il cuoco che ha preparato questa meraviglia, ma lui lo capisce. Avevo sicuramente una faccia sorpresa, come se fossi una bambina che scopre dal papà che avrà un fratellino. In poche parole: una faccia da ebete.
Levi lascia un respiro, come se volesse ridere, ma si tappa la bocca. Non ci avevo mai fatto caso, non ha mai sorriso, ha fatto solo dei ghigni microscopici, in tutto questo tempo.
<< Be'... complimenti >>
Continuo a mangiare, per togliere il mio imbarazzo
<< È un modo per chiederti scusa, per la mia scortesia >>
Mi passa il telecomando, ed esce dalla camera. Vorrei che restasse, ma penserebbe male. Accendo la televisione e scorro i canali, finché non vedo un documentario. Dio quanto amo i documentari. Me li faceva sempre vedere mia nonna, e spesso anche la mamma. Chissà se starà pensando a me..OH CAZZO!
<< Levi! >>
Urlo, e lui torna correndo
<< Mi passi il telefono? È nella tasca della mia giacca >>
28 chiamate perse da Mama⚘
13 chiamate perse da Babo 🍍
32 chiamate perse da Eren ♡<< Porca puttana >>
Sbraito. Come faccio a spiegare la mia situazione a tutte queste persone. Capisco che siano tre, ma dovrò ripetere sempre le stesse cose.
<< Vabbè, prima mangio >>
Poso il telefono sul comodino, guardo Levi. Sembra essere divertito dal mio comportamento
<< Che c'è? >>
Chiedo ridendo
<< Mi sembra stupido che tu non chiami quelle persone che stanno morendo dalla preoccupazione >>
Sorrido e lui esce dalla camera. Continuo a guardare il documentario: parla delle pistole. Mi gusto il fish & chips di Levi. E dopo chiamo quelle persone. Ho deciso!
Author's Note
Scusate se aggiorno poco! Però fatemi capire se volete che io continui questa ff