La professoressa Prince aprì la porta del suo studio e, dopo aver abbracciato con lo sguardo l'aula piena di studenti, cominciò a scendere lentamente le scalette a chiocciola. Indossava una camicetta verde pastello e dei pantaloni neri così aderenti che buona parte dei ragazzi si scambiò occhiate d'intesa. Abigail scosse la testa in segno di disapprovazione. Avrai anche 29 anni, ma sei pur sempre un'insegnante DIAMINE!
Una volta raggiunta la cattedra ed appoggiato i libri sollevando una nuvola di polvere, la donna li squadrò nuovamente uno ad uno con i suoi occhi grigi così intensi da togliere il fiato e poi incrociò le braccia al petto, sogghignando. “Bene, spero che siate tutti presenti oggi, sarà una lezione piuttosto interessante” commentò con la sua voce da ragazzina.
Cinque minuti più tardi gli studenti erano stati divisi a coppie e si erano sparsi per tutta l'aula, bacchette alla mano. La professoressa Prince camminava sinuosa tra di loro, lanciando occhiate intimidatorie ad alcuni più che ad altri. “Mi raccomando, voglio duelli puliti. Se scopro che qualcuno di voi ha utilizzato incantesimi proibiti o ha ferito l'altro di proposito, farò in modo di togliervi così tanti punti che potrete vedere la Coppa delle Case solo con un binocolo. Avete capito?” domandò, alzando la voce. L'intera classe annuì all'unisono, mormorando qualche “sì” poco convinto. “Questo non vi impedisce di utilizzare ogni strumento a vostra disposizione per battere il vostro avversario, ovviamente. Siete al settimo anno, non siete più dei bambini. Dimostratemi cosa siete in grado di fare” concluse con un sorrisetto di sfida.
E così circa 30 duelli iniziarono quasi contemporaneamente. I rumori degli incantesimi, uniti alle voci concitate degli studenti riempirono la stanza; alcuni caddero subito a terra, altri schivarono il primo attacco per rispondere immediatamente con uno altrettanto efficace. L'insegnante li osservava uno per uno con scrupolosa attenzione, urlando ogni tanto qualche suggerimento a quelli in maggiore difficoltà. “Incantesimi meno complessi, per favore” “E quelli li chiami riflessi? Più veloce con quella bacchetta!” “Baston, che diavolo stai facendo?”. Saltò giù dalla cattedra e si avvicinò a James e Dorian. Quest'ultimo si stava massaggiando una spalla, dove era stato appena colpito da uno Schiantesimo piuttosto potente. “Per quale motivo non hai usato il Sortilegio Scudo, me lo spieghi?” mormorò la donna, spostandogli la mano per constatare lei stessa l'entità dei danni subiti dal ragazzo. “Credo ci sia qualcosa di rotto, professoressa” disse tra i denti il giovane, lanciandole un'occhiata addolorata. James si trattenne a stento dallo scoppiare a ridere. La Prince gli lanciò un'occhiataccia e si rivolse nuovamente a Dorian. “Va bene Baston, ti accompagno in infermeria”. Si voltò verso il resto della classe. “Guai a voi se non vi ritrovo tutti interi e coscienti, mi avete sentito?” sbraitò con la sua vocetta che suonava quasi ridicola, così severa e risoluta. “Davis” aggiunse poi, rivolgendosi ad Abigail. “Ti affido i tuoi compagni per i prossimi 5 minuti, fa' che nessuno si faccia del male, va bene?”. Il suo tono era leggermente più dolce, ma la ragazza non ci fece caso, tanto era l'astio che nutriva per quella donna. “Certo, prof” rispose, prima di voltarsi nuovamente a fronteggiare la sua compagna di esercizio. La professoressa sospirò e s'incamminò verso l'uscita, il ragazzo molto più alto di lei che le si appoggiava addosso come un peso morto, anche se sembrava già miracolosamente stare meglio.
James non ce la fece più e scoppiò in una fragorosa risata, cercando di sostenersi con una mano alla colonna di marmo di fianco a lui, mentre il caposcuola dei Serpeverde lo guardava contrariata. “Credi che questi sotterfugi di Baston per rimanere da solo con quella sgualdrina dureranno ancora per molto?” domandò esasperata. Il ragazzo si rivolse a lei con le lacrime agli occhi ed un sorriso sbilenco stampato sul bel viso. “Che c'è Davis, sei gelosa? Non sapevo ti piacesse Dorian” la provocò. Abigail scosse il capo. “L'unica cosa che mi piacerebbe è imparare nuovi incantesimi per difendermi da eventuali nemici, visto che dovrebbe essere questo il suolavoro: INSEGNARE. Ma se preferisce perdere il suo tempo a sedurre gli studenti, chi sono io per giudicarla?”. James le si avvicinò, facendo volteggiare la bacchetta come un giocoliere. “Se vuoi, potrei difenderti io dai nemici. Sono o non sono un perfetto aspirante Auror?” e così dicendo fermò la bacchetta e con un gesto fluido e rapido la puntò alla gola della ragazza. Abigail sollevò un sopracciglio, dopodiché estrasse la sua bacchetta e con un forte e chiaro “Expelliarmus!” fece volare la bacchetta del ragazzo molti metri più indietro. Alcune coppie che stavano ancora duellando si fermarono per osservare la scena e ridacchiarono tra loro, mentre il giovane Potter andava a riprendersi la bacchetta, rosso in volto. “La fortuna del principiante, Davis. E comunque mi ero distratto solo per un attimo” borbottò, tornando verso di lei. La ragazza si aprì in una risata che voleva essere di scherno, ma che come suo solito pareva più la risata di una bambina. “E cos'è che ti avrebbe distratto, questa volta?” gli domandò, avvicinandosi di qualche passo. James colmò quella distanza e piegò la testa vicino al suo orecchio, sussurrandole: “Preferirei dirtelo in altre circostanze, Abby ” e si allontanò, lasciandola perplessa, gli occhi chiari socchiusi nel tentativo di capire cosa ci trovasse d'interessante in quell'individuo così pieno di sé.
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Why can't we just stay the same?
Fanfiction“Con quei capelli potresti essere scambiata per una di famiglia. Sono quasi identici a quelli di Lily e di Rose!” ed aveva aggiunto: “Mio fratello deve aver ereditato la passione per le rosse da mio padre e da mio nonno”. Fanfiction ambientata ad H...