Quando apro gli occhi trovo Lauren intenta a lucidare i suoi anfibi, seduta sulla sedia in camera da letto, perfettamente vestita, a differenza di me. Mi aggrappo al lenzuolo, guardandola. Lei non si è accorta di me, ma quando alza lo sguardo e mi vede io abbasso il mio. La sento appoggiare l'anfibio sul pavimento e poco dopo avverto le sue mani sotto al mio mento. Mi solleva il viso, affinché io la guardi negli occhi.
<< Ti prego>> inizio << non portarmi in quella cantina>> la imploro.
Lei mi guarda, poi sfiora con il pollice il mio labbro inferiore liberandolo dalla presa dei denti. Non mi ero nemmeno accorta di averlo morso.
<< Va bene>> dice seria, annuendo. Le sono grata e le sorrido lievemente.
<< Puoi guardare un po' di tv. Poi io dovrò uscire per prendere qualcosa da mangiare e fare il pieno. Ti legherò ad una sedia e tu dovrai restare lì, sono stata chiara?>> mi dice guardandomi. Io annuisco, perché adesso ho paura e Lauren si alza, prendendo i suoi vestiti abbandonati sul letto. Me li porge, li prendo e mi vesto, guardandola mentre si muove sinuosa nella stanza.
<< Vieni con me>> mi dice poi.
Mi alzo dal letto, andando verso di lei e stringendo la sua mano. Lauren mi guida fuori dalla stanza, poi lungo un lungo corridoio ed infine in salotto.
<< Siediti sul divano>> mi ordina ed io faccio quello che ha detto, come sempre, guardando la televisione spenta. Lauren prende il telecomando poi si siede accanto a me e accende il televisore.
<< Vieni qui>> mi dice aprendo le gambe. Mi muovo lentamente, mettendomi comoda tra le sue gambe, poi lei scosta i miei capelli dal collo e me lo avvolge con il braccio, tenendomi stretta a se. Non riesco a muovermi, ma va bene così. Sento la sua erezione sulla schiena ed inconsciamente sorrido, perché so che è soltanto merito mio.
Lauren fa un po' di zapping poi mette sul notiziario. Vedo un giornalista intervistare un ragazzo e soltanto leggendo il suo nome mi rendo conto di chi sia. È James.
Sbianco, sentendo Lauren stringere di più la presa, ma non ho intezione di muovermi.
<< Allora James, cosa ne pensi di Camila? Dove pensi che sia?>> chiede l'uomo al ragazzo, il quale si sposta il ciuffo di capelli dagli occhi con la mano.
<< Coglione>> dice Lauren dietro di me. Resto immobile, guardando il televisore.
<< Penso che sia stata rapita da qualcuno, è evidente. Non penso ad un allontanamento volontario>>
<< Posso spegnere?>> dice Lauren ma io scuoto la testa.
<< No, aspetta>> dico ma lei non mi ascolta, spegnendo il televisore. Mi irrigidisco, quando la sento alzarsi ed io con lei. Sono sul divano, con il cuore che mi batte fortissimo nel petto. La guardo sistemare con cura una sedia al centro della stanza.
<< Alzati>> dice seria, ed io eseguo. Poi la vedo estrarre un paio di manette dalla tasca dei pantaloni. La guardo con gli occhi che brillano per la paura.
<< Siediti, avanti>> mi ordina.
Mi siedo sulla sedia, poi sento le manette sui polsi. Lauren estrae da sotto il divano una corda e mi lega alla sedia, stringendo con cura il nodo. Poi mi guarda.
<< Cosa vuoi guardare? Un film in dvd? Non ci metterò tanto>> dice seria, stringendo tra le mani il telecomando della tv.
<< Quello che vuoi>> dico io tremando da capo a piedi. È arrabbiata, lo leggo nel suo sguardo.
<< Va bene. Allora metto Pearl Harbor, è un film abbastanza lungo>> dice ridendo, spostandosi per andare ad un mobiletto che contiene dvd. Quando ha trovato quello che le interessa lo inserisce nel lettore dvd e fa partire il film.
<< Torno subito. Fa la brava>> dice accarezzandomi i capelli. Annuisco, poi la guardo uscire dalla porta del salotto che ovviamente chiude a chiave.
È da malati mentali dire che mi sento al sicuro?
Sì forse sì, ma non posso farci niente, dannazione.
6 marzo 2018
Volevo dirvi che ho postato il secondo capitolo di The charm of a ceramic dream... la trovate nel mio profilo;) che ne pensate di questo capitolo? Vi è piaciuto anche se breve?
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She loves control\\ Lauren (G!P)
FanfictionLa famiglia della vocalist dei Tears of Blood, Camila Cabello lancia un appello: Chiunque abbia visto la ragazza è pregato di contattare i suoi genitori o il fratello.