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Erano entrambi a casa, e nessuno si rivolse la parola dopo il "ciao" scambiato fuori nel vialetto. Mangiarono, spazzarono a terra, sistemarono le stoviglie dopo averle lavate, e niente più, un silenzio assoluto si posò in casa. Tutto era tornato come prima. Presi dalle loro cose non degnavano di uno sguardo l'altro, né si interessavano alla sua giornata. Entrambi avevano avuto una giornata faticosa fatti di momenti quasi simili ma vissuti in maniera assai diversa perché filtrati dalla loro modo di essere.
"Era meglio quando c'eri tu"-pensò Sandro accomodandosi sulla poltrona, mentre guardava il figlio salire le scale. Lei era l'ago della bilancia della famiglia, riusciva con la sua semplicità e il suo sorriso a semplificare anche il più grosso dei problemi e a fare vivere felice la propria famiglia. Sentiva proprio la sua mancanza, sentiva materialmente come se un pezzo di sé fosse stato strappato a forza lasciando l'altra metà quasi inerte.
David sprofondò nel suo letto e ripensava alla fantastica giornata passata. E pensava ancora a Irene e alla sua esclamazione. Era rimasto basito. Lo sguardo di Irene però gli ricordava quello della madre. Al sol pensiero strinse i pugni chiuse gli occhi e serrò le mascelle, ma ugualmente la pioggia bagnò le sue guance, per poi inondare il cuscino. Non aveva mai accettato il fato della madre, non voleva accettarlo. Per di più in quell'istante non aveva perso soltanto lei, ma anche un fratellino, che stava quasi per venire al mondo. Gli avevano raccontato che era stato un incidente, che nessuno l'aveva uccisa di proposito, ma lui sembrava rancore verso quell'uomo che invece di aiutarla la lasciò calarsi nel sotto eterno. Gli avevano detto che era stata una complicazione del parto a fare morire entrambi. Ma lui non aveva mai creduto a quella storiella, non si poteva più morire per un parto a dir suo. Mentre questi pensieri gli distruggevano la psiche, cadde in un sonno profondo.
Sandro si era sempre chiesto che la sua scelta fosse stata giusta, in quel momento non sapeva cosa gli serbava il futuro, e neanche se fosse capace di farlo. Però una notifica del suo telefono lo distrasse, era un messaggio con scritto "Ti devo parlare".

DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora