28/03/2019 David

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David aveva dimenticato quanto fosse noioso ascoltare la lezione di filosofia, sapeva fosse una materia importante, in più gli piaceva, ma la professoressa che la insegnava non era per niente adatta. Ormai stanca dei tantissimi anni di servizio aveva perso la voglia di insegnare ai ragazzi e le condizioni precarie del marito le avevano fatto perdere l'ultima goccia di lucidità che le era rimasta. Così le lezioni di filosofia (ma anche di storia, insegnava entrambe le materie), diventavano per lei una occasione per parlare e sfogarsi della sua situazione attuale a volte con un modus operandi capace di trasformarla da una tenera anziana a un'anteprima e scorbutica vecchia. Suonò la campana.
-Finalmente!-sussurrò David con un filo di voce, girandosi verso il resto della classe che con visi satolli di noia digitavano sui loro telefoni. E lo sguardo di David andava sempre a finire su Irene. Era sua compagna dalla scuola elementare al quarto anno di liceo. In lei vedeva ciò che realmente poteva farlo felice, amore! Era innamorato di lei da sempre forse era attratto dai suoi fini lineamenti quasi nordici, o dai suoi occhi che in parte gli ricordavano quelli della madre, soltanto che quelli materni erano di una tonalità più scura, mentre quelli di Irene erano come l'azzurro del cielo nei giorni d'estate. Si perdeva costantemente in essi.
Ma lui come poteva piacergli? A una ragazza così come poteva piacergli lui? David era un po' sovrappeso con un filo di barba, occhi scuri e dei capelli finissimi che oscillavano tra un castano e un mogano. Mentre lui si pugnalava con queste parole, la professoressa pronunciò le seguenti parole "lavoro di gruppo".

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